Che succede in Campania?


Dopo tanti ambiziosi traguardi sulla tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale, la Regione Campania subisce la pressione della lottizzazione dei partiti e della politica sulle nomine dei Presidenti dei Parchi Regionali. E’ quanto emerge da un vibrante intervento stampa del WWF Campania “A questo punto, se i nomi che circolano saranno confermati negli atti formali della Regione Campania, il WWF Campania impugnera' tali atti nelle aule di Tribunale…… la legge regionale n.33/93 prevede all'art.8 che "Il Presidente dell'Ente Parco viene (?) prescelto tra persone che si siano distinte per i loro studi e/o per le loro attività nel campo della protezione dell'ambiente (?). Ed invece non solo quasi nessuno tra i Presidenti proposti e' noto agli ambientalisti per tali meriti, ma ci sarebbero anche un condannato reo confesso di tangentopoli, un costruttore, un progettista di opere pubbliche ed un amico dei cacciatori!”. Queste le pesanti accuse dell’associazione ambientalista alle scelte del governo regionale che nel passato ha fatto della svolta “verde” una bandiera per lo sviluppo ecosostenibile di importanti aree della regione.

Non ci sono dubbi che una riflessione su tale scelta va fatta e che la Regione Campania faccia bene a rivedere le indicazioni dei partiti in una materia talmente delicata che, se non affrontata da adeguate competenze, potrà riverberarsi come un “boomerang” nelle difficili e quanto mai complesse politiche sul governo del territorio ed in particolare su territori sottoposti all’ attenzione dalla Comunità Europea (Rete Natura 2000). Non si tratta di governare un ufficio, una circoscrizione, piuttosto che una struttura tecnica, si tratta di avere adeguate competenze sulle dinamiche ambientali, sul valore degli ecosistemi e sul delicato rapporto tra uomo e natura.

In Campania, a tali alte responsabilità, si aggiungono complessi problemi di destabilizzazione ecologica ed idrogeologica, l’infragilimento delle economie e delle culture locali, la perdita o mutilazione od alterazione incontrollabile e devastante dei paesaggi e del patrimonio culturale diffuso, soprattutto di quello minore e più indifeso; laddove si aprono opportunità inedite di rinaturalizzazione, di rivalorizzazione ambientale e culturale, di stabilizzazione nel lungo termine degli equilibri ecologici ed idrogeologici per evitare i costi proibitivi dei collassi e degli insuccessi ambientali, (che da soli dovrebbero far riflettere sulle responsabilità del passato) ad inventare scelte prudenti e consapevoli, a ricostituire rapporti amichevoli con la terra. La natura non è luogo di spartizioni, la natura è di tutti e richiede rispetto, impegno e passione.

Un impegno etico perché guarda al futuro e alla cultura della vita come speranza per un mondo più attento ai valori che la natura ci insegna a riconoscere e a far riconoscere.

Domenico Nicoletti



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del Giornale dei Parchi