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Segnalazioni

"Se ci fosse uno spread dei parchi e della biodiversità noi saremmo la Germania d'Europa"

Le parole del presidente di Federparchi-Europarc Italia Sammuri. Ecco un sintetico resoconto della conferenza di Palermo del 30 ottobre
(31 Ott 13)   A Palermo, mercoledì 30 ottobre, si è parlato di parchi, green economy e green society. Il secondo appuntamento preparatorio alla Conferenza nazionale delle aree protette "La Natura dell'Italia. Biodiversità e aree protette: la Green Economy per il rilancio del Paese" - prevista per l'11 e il 12 dicembre a Roma – ha fatto registrare un notevole successo di pubblico. Oltre 120 addetti ai lavori, tra relatori e ospiti hanno affollato l'auditorium dell'orto botanico del capoluogo siciliano.  
   L'incontro, promosso da Ministero dell'ambiente, Federparchi, Fondazione per lo sviluppo sostenibile e Unioncamere,  è iniziato con le relazioni introduttive del presidente di Federparchi Europarc Italia Giampiero Sammuri, di Stefano Leoni (Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile) e di Ivanhoe Lo Bello (vicepresidente di Unioncamere). "Se lo spread di un paese si misurasse in biodiversità  l'Italia sarebbe la Germania d'Europa – ha detto Sammuri – Può sembrare un paradosso ma non è così, perché le 57.000 specie animali e le 5.600 specie vegetali,  600 delle quali endemiche del nostro Paese, rappresentano un'enorme ricchezza dell'Italia non solo in termini di patrimonio ambientale. I parchi sono aree dove è possibile trovare l'Italia migliore per sperimentare un nuovo modello di sviluppo fondato sulla sostenibilità, sul legame con i territori, sulla valorizzazione del turismo di qualità. Sono queste le risorse su cui dobbiamo puntare per rilanciare la nostra economia".
   A seguire sono intervenute le associazioni ambientaliste, dal presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza e quello del Cai Filippo Di Donato. Il pomeriggio è stato invece dedicato all'approfondimento di alcune tematiche, a partire dalle esperienze d'impresa nelle aree protette, con un confronto tra coloro che hanno puntato sulla terra, sul mare e sul turismo. La sintesi della giornata è stata compiuta dal direttore generale del Ministero dell'Ambiente Renato Grimaldi e da Fabio Renzi (segretario generale di Fondazione Symbola). Infine le conclusioni del ministro Orlando, secondo il quale il turismo "non esaurisce certo il significato del sistema dei parchi, anche nell'ambito della loro valorizzazione in termini di green economy. I parchi sono la nostra riserva strategica di aria, acqua, biodiversità: sono un valore in sé. E allo stesso tempo rappresentano un laboratorio per lo sviluppo di nuove forme di economia, di vita, di società. È molto positivo che alcuni dati economici e soprattutto occupazionali parlino una lingua diversa da quella della crisi che attanaglia il Paese, perché non ci sarà conservazione dei valori naturali senza consenso e partecipazione delle comunità locali".
   Nel corso della conferenza sono stati anche forniti una serie di dati e cifre sui parchi. Oltre 101 milioni sono le presenze turistiche nei parchi italiani, con una crescita del 2% l'anno, quasi il doppio dell'aumento registrato dal turismo in Italia nell'ultimo anno. Il valore della partita del turismo natura nel nostro Paese è stato pari a 10,9 miliardi di euro, con una crescita di circa il 3% rispetto all'anno precedente (10,6 miliardi). I parchi più richiesti dai tour operator nazionali, secondo il rapporto Aaster, sono, nell'ordine, il Parco Nazionale d'Abruzzo, il Gran Paradiso, lo Stelvio, le Cinque Terre, le Dolomiti Bellunesi, il Pollino, le Foreste Casentinesi, la Majella, la Sila. A livello di differenze regionali, il maggior contributo del turismo all'economia delle aree parco si segnala in Sicilia dove le attività ludico ricreative pesano per una percentuale dell'89% sull'offerta complessiva dei parchi. Nella classifica seguono la Puglia con il 78,1% e la Calabria con il 77,9%. Le altre attività economiche delle aree parco coprono una parte nettamente minore dell'offerta: nei parchi del Lazio si investe in produzioni tipiche per il 6,55% delle attività economiche, mentre il Molise svetta per offerta formativa (rappresenta il 19% dell'offerta complessiva delle sue aree protette) e ha un indice inaspettatamente alto di attività legate alla produzione di gadget (il 66% dell'offerta complessiva dei parchi della regione).
Area Protetta: Diverse  |  Fonte: Federparchi
'Se ci fosse uno spread dei parchi e della biodiversità noi saremmo la Germania d'Europa'
 
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