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Segnalazioni

Il matrimonio tra scienza e natura fa il bene dei Parchi

Un sintetico resoconto del convegno di martedì 3 dicembre. Le parole di Sammuri e Orlando
(05 Dic 13)    Si è parlato del rapporto tra scienza e parchi, martedì, a Roma, nell'ultimo convegno preparatorio alla prima conferenza su biodiversità ed economia a cui parteciperanno - l'11 e 12 dicembre - ben otto ministri della Repubblica. Un evento, quello del 3 dicembre, organizzato da Legambiente e Federparchi, con il patrocinio del ministero dell'Ambiente.
  Si è parlato – dicevamo - del rapporto tra scienza e parchi partendo da grifoni, falchi pescatori, orsi, camosci e foche monache, cioè dagli animali-simbolo dello sforzo di amministratori e ricercatori che lavorano per reintrodurli in aree protette italiane. Succede, ad esempio, in Sicilia, nel Parco dei Nebrodi, dove il Grifone, con la sua apertura alare di tre metri, è tornato a volteggiare nei cieli."Era scomparso dagli anni sessanta – racconta il presidente del Parco, Giuseppe Antoci – quando questa specie di avvoltoi si è estinta a causa delle carcasse letali delle volpi, morte per bocconi avvelenati, all'epoca legali".  Oggi, una colonia importante si è insediata nel massiccio delle Rocche del Crasto. "Il dato più significativo e che ha fatto del nostro progetto uno dei migliori in Europa – afferma Antoci – è che, a seguito della prima reintroduzione dalla Spagna, avvenuta nel 1999, dieci individui si sono fermati sul territorio e, dal 2005, hanno iniziato a nidificare, raggiungendo attualmente il numero di settanta esemplari".  
   Qualcosa di simile a ciò che è accaduto in Maremma, location di un'altra importante reintroduzione, quella del falco pescatore, un raro rapace anch'esso assente dall'Italia dagli anni sessanta e oggi, dopo oltre 40 anni, tornato a nidificare nell'omonimo parco regionale. A dire il vero, in Toscana, l'ultima nidificazione risale addirittura al 1929. Si tratta di un uccello migratore, lungo oltre un metro e mezzo, molto vulnerabile sotto il profilo conservazionistico, tant'è che la popolazione mediterranea conta meno di un centinaio di coppie riproduttive distribuite tra la Corsica, le isole Baleari, l'Algeria e il Marocco.
Grazie all'impegno e alla passione del Parco e grazie anche a un progetto europeo e al sostegno della Regione Toscana e di Legambiente, a partire dal 2006 è iniziato il lavoro di reintroduzione. Ogni anno, fino al 2010, circa 6/7 pulli sono stati portati in elicottero dalla Corsica, per un totale di 33 esemplari.
   Di recente è stata avviata una collaborazione con il parco nazionale dell'Arcipelago Toscano per la costruzione e il posizionamento di quattro nidi artificiali sull'Isola di Montecristo.
    Durante il convegno sono stati anche fortunati numeri impressionanti riguardo, appunto, al rapporto parchi-scienza: oltre 1.700 le ricerche selezionate, 4.000 gli studi scientifici realizzati nel grande laboratorio open air offerto dal sistema delle aree protette italiane, 6.000 chilometri percorsi, 54 esperti e tecnici coinvolti e 23 persone di riferimento sul territorio.  Un'eccellenza scientifica italiana che ha a cuore l'ambiente e la natura e che dimostra quanto sia importante ed efficace fare rete per salvaguardare l'Italia.
   I lavori erano stati programmati in modo capillare: otto sessioni di ricerca. mare, geologia, foreste, specie aliene, ambienti acquatici, anfibi e rettili, uccelli, mammiferi. Oltre ai già citati rapaci, si è parlato di camosci appenninici, orsi bruni (che di nuovo abitano le montagne del gruppo Adamello Brenta) e foca monaca. In conclusione una tavola rotonda con Renato Grimaldi, direttore del Servizio Conservazione Natura del ministero dell'Ambiente, Giampiero Sammuri, presidente di Federparchi, Stefano Landi, economista dell'Università LUISS e Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente.
   "La protezione della natura – sono state le parole inviate per scritto dal ministro dell'Ambiente Andrea Orlando - è in primo luogo un valore in sé perché serve a tutelare gli ecosistemi da cui dipendiamo e rappresenta un asset economico di prima grandezza. E la ricerca scientifica assume un ruolo fondamentale nell'elaborare certi strumenti di salvaguardia, è il motore degli importanti successi ottenuti sul fronte della tutela della biodiversità".
    "I parchi non sono conservazione statica, ma anche ricerca scientifica applicata al ritorno della massima biodiversità possibile nella penisola" – ha detto il presidente di Federparchi Giampiero Sammuri. "La ricerca è parte essenziale dell'innovazione legata al territorio che è a suo volta il 'marchio di fabbrica' della green economy. E la ricerca italiana in campo ambientale ed ecologico è tra le più interessanti, dal punto di vista dei risultati gestionali delle aree protette e in generale della  biodiversità. Non dimentichiamo che il nostro è il Paese europeo più ricco di specie animali e vegetali: se c'è un patrimonio di cui dobbiamo andar fieri è proprio quello naturale".
Area Protetta: Diverse  |  Fonte: Federparchi
Un momento del convegno
Un momento del convegno
 
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