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Segnalazioni

Intervento del Presidente del Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli : Giovanni Maffei Cardellini

Il Parco ha fatto il massimo, ma dobbiamo riflettere su cosa devono essere i parchi oggi
(San Rossore, 16 Mar 18)

"Dunque abbiamo svolto il nostro ruolo nell'ambito delle competenze che ci sono state assegnate dal COMIPAR, il comitato che ha deciso l'intervento di Camp Darby. Siamo sicuri di averlo svolto bene e con coscienza, ma resta un sapore amaro difficile da digerire": con queste parole il presidente del Parco MMSR Giovanni Maffei Cardellini, ha commentato l'adozione da parte del Parco stesso delle misure compensative e di attenuazione imposte alla base militare per permettere la realizzazione del braccio di binario che collegherà la base con la ferrovia. "La decisione del COMIPAR di approvare un progetto di tale dimensione senza consultare in via preventiva e in modo più attento il Parco e gli altri enti territoriali,  - ha proseguito nella sua analisi Maffei Cardellini - ci ha lasciati soli di fronte ad interventi complessi e di difficile gestione, anche nei confronti dell'opinione pubblica. Alla fine sembra rimasto solo il Parco a dovere rilasciare l'autorizzazione.  Pare si sia raggiunto un primato di semplificazione se è stato sufficiente un semplice verbale per superare ogni previsione di pianificazione territoriale e per determinare un progetto di estrema complessità. Per tutti noi del Parco è risultato assai difficile capire il progetto e i vari interventi. È vero che la competenza della valutazione paesaggistica è stata affidata dal COMIPAR alla Sovrintendenza, che ha approvato prima di noi il progetto, ma la totale mancanza di elaborati architettonici e di disegni che evidenziassero l'inserimento nel contesto territoriale e paesaggistico delle opere, ha reso molto difficile una nostra valutazione degli effetti sulle vedute dai principali punti di vista e il conseguente impatto sulle aree boscate. Com'è facile immaginarsi, rispondere alle normative di sicurezza per uno dei più grandi depositi di armi d'Europa, ha significato progettare l'area di manovra degli esplosivi in un punto sufficientemente distante da non raggiungere, in caso di incidente esplosivo, abitati e luoghi dove vivono o lavorano le persone. Non si è potuto fare un tracciato più breve, ci è stato spiegato, si è dovuti arrivare nel cuore del bosco, dove trova la Lama di Leccio Torto e non può che tagliarla.

Motivi generali di sicurezza, non tanto nazionale, quanto personale, rendono l'opera, ci è stato detto, necessaria e non rinviabile. 

E così la prendiamo – conclude il Presidente del Parco - Ma pensiamo anche di aver fatto un lavoro sulle rinaturalizzazione di significativa rilevanza: si pensi che al termine dell'intervento le aree nuovamente riportata al naturale, grazie alle demolizioni, è il doppio del terreno consumato dalla ferrovia e dal terminal logistico". 

E da qui parte un altra riflessione di Giovanni Maffei Cardellini : "Molti al Parco chiedono di essere una risorsa per il turismo, un certificato di qualità per l'intero territorio, di andare a pulire quello che migliaia di turisti e di persone buttano nei boschi e nelle spiagge, di mantenere il patrimonio edilizio: naturalmente senza spendere. L'occasione di Camp Darby diventa quella di una riflessione su cosa vogliamo dai Parchi. Risorsa o discarica, area privilegiata per investimenti o riserva di aree libere da erodere più o meno lentamente. L'approvazione del progetto è l'occasione per chiedere che sia affrontato, dalla Regione e dallo Stato, in maniera rinnovata il tema dei Parchi, dell'effettivo ruolo nel sistema ambientale e paesaggistico, le risorse da investire nel restauro e nella manutenzione del territorio e del patrimonio immobiliare. Il Parco non è una noia burocratica, come ci è stato fatto capire anche in questa occasione, per di più con la sensazione di essere forte con i deboli e debole con i forti. Nel nostro caso crediamo che si debba recuperare uno dei motivi fondamentali che portarono all'istituzione dei Parchi toscani: contribuire alla costruzione di un disegno economico diverso dalla fabbrica tradizionale in crisi e da un turismo che consuma risorse e territorio. Si ottiene in due modi: nel diffondere l'idea che il progetto non è tanto quello della trasformazione quanto quello della manutenzione; nel credere che il parco non è quello dei divieti ma quello dell'organizzazione che significa per Migliarino-San Rossore, realizzare il Parco delle Tenute e delle fattorie e il Parco delle acque".  

"Il tema non è più quello del vincolo, ma è quello dell'organizzazione a Parco del territorio - È la conclusione-Questo grande disegno deve essere capito, studiato, finanziato: non significa solo realizzare un parco, un luogo eccezionale, un lusso della comunità che lo possiede, ma diventa il modello di un assetto del territorio adeguato ai nostri tempi, perché tutti hanno il diritto di vivere in un parco, nell'aria pulita, di passeggiare in un bosco per riflettere sui propri destini, non solo i miliardari o chi manovra gli esplosivi".

Area Protetta: Diverse  |  Fonte: PR San Rossore
Intervento del Presidente del Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli : Giovanni Maffei Cardellini
 
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