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Segnalazioni

2015, l'anno dello stambecco nel Parco dell'Adamello

(30 Lug 15)

Il Parco dell'Adamello e il Parco Naturale Adamello Brenta hanno proclamato il 2015 «l'anno dello stambecco».
Le due splendide aree naturali protette che si estendono sul versante lombardo e su quello trentino del massiccio dell'Adamello vogliono così celebrare con una serie di iniziative il ventennale del progetto di reintroduzione di questo animale sulle loro montagne.
Quali motivi resero necessario questo progetto? All'inizio degli anni Ottanta la Regione Lombardia riscontrò nelle sue zone alpine la presenza di popolazioni di stambecco ridotte e discontinue. Fu quindi avviata, in collaborazione con l'Università degli Studi di Milano, una ricerca pluriennale per individuare, sulla base di una serie di fattori ecologici, le condizioni di insediamento adeguate per questo ungulato, con particolare riferimento alle aree di svernamento. Ripopolamento. Tra il 1995 e il 1997 è stato catturato in fasi diverse, nel Parco Naturale delle Alpi Marittime in Piemonte, un corposo nucleo di animali fondatori, dei quali 40 (21 femmine e 19 maschi) sono stati trasferiti sul territorio lombardo, e altri 23 su quello trentino. Il Parco dell'Adamello, sulla scorta delle indagini condotte nell'ambito del Progetto Stambecco Lombardia, rientrava tra i comprensori di primario interesse per il reinserimento del bovide. Furono pertanto individuati quali siti adeguati per il rilascio la zona della malga Premassone nella val Malga di Sonico, e la località Zumella nell'omonima conca nel comune di Paspardo. La fase iniziale del progetto ottenne riscontri positivi, e la nuova colonia fece segnare un progressivo incremento numerico. Nel 2000 furono liberati altri 4 stambecchi in val Miller, e nel 2001 altri 4 in val Malga, tutti catturati nella val Zebrù in provincia di Sondrio in accordo con il Parco Nazionale dello Stelvio, portando così a 48 il numero complessivo di animali reintrodotti. Censimento. Nel corso di questi ultimi anni i tecnici del Parco dell'Adamello e i volontari dell'Associazione Uomo e Territorio Pro Natura hanno condotto una serie di indagini finalizzate a stimare la quantità di stambecchi presenti nel parco. I metodi utilizzati sono stati quelli del radio-tracking (localizzazione degli esemplari ottenuta mediante i segnali emessi dal radiocollare), ma anche osservazioni dirette, raccolte di informazioni da escursionisti, conduttori di malghe e di rifugi e guardiani delle dighe dell'Enel. L'ultimo censimento condotto su tutte le aree di accertata presenza dell'animale risale al 2006, e portò ad una stima di 130 stambecchi. Sulla base di questo dato, e dell'esito delle uscite solo parziali effettuate nel 2014 e nel 2015, si stima con plausibile correttezza che siano oggi presenti nel Parco dell'Adamello circa 330 stambecchi (minimo 280, massimo 380). Di questi circa l'ottanta per cento è presente nella colonia settentrionale, e il venti in quella meridionale. Si intende per colonia settentrionale quella distribuita tra la Val Rabbia, la Conca del Baitone e la Valle del Miller sul comune di Sonico, tra la Val Salarno e la Valle Adamè sul comune di Saviore dell'Adamello. La colonia meridionale frequenta invece la conca del Tredenus e del Pizzo Badile sul comune di Cimbergo, il Passo Brescia, il Passo della Rossola e il Passo del Gellino sul comune di Ceto. Altri branchi si possono osservare in Val d'Avio (comuni di Edolo e Temù), nella conca dell'Aviolo e in Val Gallinera (comune di Edolo) e al Passo di Campo (comune di Cevo).
Simbolo storico. Lo stambecco delle Alpi (Capra ibex) rappresenta uno dei simboli più riconosciuti della fauna alpina. Nel 1821 questa specie sopravviveva con soli duecento esemplari sulle montagne a scavalco tra Piemonte e Valle d'Aosta. Su iniziativa di Re Vittorio Emanuele II fu istituita una riserva reale di caccia che pose termine al suo sterminio, base di partenza per l'istituzione del Parco Nazionale del Gran Paradiso che avvenne nel 1922. Nel 1967 fu reintrodotto in Lombardia nel Parco Nazionale dello Stelvio, e oggi è possibile osservarlo in diverse zone delle province di Sondrio, Bergamo, Brescia, Como e Lecco. La presenza di questo ungulato in valle Camonica nel passato è documentata dal suo profilo scolpito sulle incisioni rupestri. Nel Parco dell'Adamello tuttavia, e più in generale su tutto l'arco alpino, le consistenze di questo animale, facilmente riconoscibile per le caratteristiche corna dal profilo semicircolare, sono molto lontane dalle potenzialità offerte dal territorio. La presenza di questo ungulato in Valle Camonica è documentata anche dalle incisioni rupestr
i I tecnici del parco hanno utilizzato il metodo del radiotracking per quantificare il numero di esemplari Il ripopolamento sta dando i suoi frutti: oggi si stima siano presenti in media 330 esemplari, distribuiti soprattutto nelle valli tra Sonico e Saviore dell'Adamello RUGGERO BONTEMPI Aree protette.

Area Protetta: Diverse  |  Fonte: AREA Parchi
2015, l'anno dello stambecco nel Parco dell'Adamello
 
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