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Per trasparenza. La lettera aperta del Presidente Valter Giuliano sulla fase aperta dalla Giunta regionale di precommissariamento dell'Ente di gestione il 12 giugno 2017.

(Moncalieri, 22 Giu 17) Lo scorso 14 aprile il Consiglio dell'Ente di gestione del Parco del Po e Collina torinese, pur non rientrando nelle sue competenze, nè tantomeno nelle sue prerogative, ha ritenuto di presentare e votare un testo contenente una mozione di sfiducia nei confronti del Presidente.

Dopo la riunione tenutasi della Comunità del Parco, che ha reso pubblici i documenti, ritengo, per trasparenza, che i cittadini, ed in particolare le comunità del parco, debbano conoscere il percorso che sta portando il Parco verso il commissariamento e che con la delibera della Giunta regionale del 12 giugno scorso ha preso il suo avvio, ingiungendo all'Ente di approvare gli atti per garantirne il funzionamento di base, dopo che gli stessi consiglieri da mesi si rifiutano di approvare il Bilancio di previsione per l'anno in corso.

Poiché il Consiglio non mi ha consentito alcuna possibilità di confutare gli argomenti espressi nelle mozione di sfiducia (vedasi il testo in calce) - a segnalare che tutto era già stato deciso e la condanna sul mio operato pronunciata senza neppure l'offerta "dell'ultima sigaretta" - e ha redatto e votato la sua mozione, pure in palese illegittimità come ho evidenziato in sede di Consiglio (ordine del giorno irricevibile per vizio tecnico così come segnalato nella nota dell'Organo tecnico; incompetenza del Consiglio a esprimersi sulla materia – la procedura di nomina del Presidente attiene al Presidente della Giunta Regionale, non è soggetto a fiducia del Consiglio che dunque non può esprimere sfiducia; semmai toccherebbe alla Comunità del Parco esprimere l'avvenuto mancato gradimento) ritengo doveroso, nella trasparenza del mio mandato, pubblicare sia la mozione che una mia parziale risposta.

Sulla mozione, ritengo doveroso prima di tutto invitare i lettori che abbiano la volontà di approfondire e conoscere davvero le problematiche e i ruoli in gioco, a leggere nel dettato della legge regionale le competenze degli organi dell'Ente Parco, che sono alquanto mutate rispetto al passato, ovvero prima del 1 gennaio 2012, data di entrata in vigore della nuova legge sui Parchi del Piemonte votata dal Consiglio regionale nel 2009.

Questa legge assegna infatti al Consiglio dell'Ente compiti di indirizzo generale, e non di gestione ordinaria, la quale è affidata al ruolo del Presidente, essendo stata abrogata la Giunta esecutiva, il quale nel rispetto degli indirizzi adottati promuove con propri atti (decreti) le azioni per il loro raggiungimento. Ciò nonostante, sin dalla seduta del mio insediamento, ho deliberato che i Consiglieri mi coadiuvassero in alcune funzioni, sia a livello territoriale che di specifiche competenze professionali per consentire un maggiore lavoro di squadra e di condivisione. Ciò non è mai avvenuto. In un paio di occasioni ho chiesto supporti specifici ai Consiglieri e la risposta è stata di rinvio agli uffici dell'Ente o non è stata evasa.

Lo stesso è accaduto in tempi recenti sulla seria questione dell'aumento dei danni all'agricoltura generati dalle popolazioni di cinghiali, chiedendo ai consiglieri di fare incontri con le rispettive rappresentanze, cosa che non hanno fatto e della quale non mi hanno nemmeno dato riscontro, a fronte di mie memorie e richieste non verbali ma comunicate via emial e quindi tracciate. Le sollecitazioni su questo tema, invece, sono giunte non dal rappresentante delle organizzazioni agricole in Consiglio (come sarebbe stato naturale ne fosse davvero il rappresentante), ma dall'Assessorato all'Agricoltura della Regione. E qui debbo registrare un paio di casualità davvero sorprendenti. A volte le casualità sono davvero interessanti. E inspiegabili.

La prima volta sono stato, casualmente, convocato all'Assessorato regionale alla caccia dall'ex Sindaco di Verrua Savoia che lavora, credo in staff, per l'Assessore regionale. Successivamente sono stato convocato in Prefettura, sempre sulla stessa questione, dalla Viceprefetto che, casualmente, abita anch'essa in quel territorio tra Chivasso e Verrua Savoia.....

Davvero, il caso e le necessità.

Eppure ho assecondato qualsiasi azione a tutela delle attività agricole, come in precedenza ho fatto per affrontare i problemi creati agli agricoltori dall'alluvione. Tema, quest'ultimo, di cui il Consiglio, tra il resto, non si è mai preoccupato, nè tantomeno è intervenuto, neppure per verificare i danni alla sede del Parco a Le Vallere.

Per quanto riguarda invece l'argomento del ruolo della Direzione dell'Ente, il rapporto con questa è stato correttamente gestito riportando le competenze politiche e quelle tecniche nelle loro naturali sedi e la Direzione non ha mai assunto ruoli decisionali né di rappresentanza politica; ha interpretato il ruolo tecnico in sintonia con la Presidenza e, dove richiesto da soggetti terzi, in prima persona com'è naturale sia. Ha peraltro avuto un ruolo di proposta di attivazione positiva che su certi argomenti rappresenta una unicità nel panorama della nostra gestione e la sua professionalità costituisce un valore aggiunto per il Parco.

Ogni decisione assunta è stata portata all'attenzione del Consiglio, evidentemente mantenendo i relativi profili di responsabilità (il Presidente è legale rappresentante dell'Ente), mai nascondendo qualsivoglia possibile sviluppo degli stessi, compresi quelli di natura erariale: non solo, ma la Presidenza si è cautelata con parere giuridici a tutela dell'intero Consiglio (come sulla questione dei pronunciamenti dell'Ente sulla realizzazione della Centrale idroelettrica di Saluggia) , cosa che, inspiegabilmente, i Consiglieri non solo non hanno compreso, ma addirittura contestato, in un subalterno appiattimento con gli Uffici regionali. Gli stessi consiglieri hanno addirittura contestato il prolungamento di decisioni che potevano essere adottate in tempi brevi, e che sarebbero invece inopinatamente state prolungate ad arte nel tempo come da questi denunciato. Cosa palesemente non rispondente alla realtà delle cose visto che gli uffici inviarono ai consiglieri in data 27.12.2016 una dettagliata relazione sul tema della centrale idroelettrica e che i consiglieri, con buon pace del calendario, riuscirono a riscontrare adottando un provvedimento sul tema solo dopo ben 56 giorni,ovvero il 21 febbario 2017, facendo deccorrere inutilmente ben due mesi.

È compito della Presidenza predisporre e portare in Consiglio gli atti deliberativi su cui il Consiglio deve esprimersi. Per quelli, come la predisposizione del Bilancio annuale e pluriennale, la Direzione su indicazione della Presidenza, ha predisposto e comunicato ai consiglieri con e-mial del 5.01.2017 ore 16.55, un percorso di condivisione che è stato del tutto ignorato, salvo poi pretestuosamente richiamare lo stesso percorso quale giustificazione alla presunta mancata disponibilità - reiterata più volte con motivazioni talmente strumentali da arrivare al limite del ridicolo (l'ordine del giorno è troppo lungo.....; è impossibile affrontare tutti i punti...) - per affrontarlo dopo che lo stesso fu presentato e approvato dalla Comunità del Parco, alla presenza per di più di alcuni consiglieri che più tardi hanno bloccato la sua approvazione.

I Consiglieri inoltre hanno manifestato, sin dalla prime riunioni, una palese ostilità nei confronti della Direzione (al limite del mobbing, e che non ho voluto sostenere), poi scivolata sulla Presidenza, rea di non appoggiare in toto le loro opinioni; al punto che gli stessi Consiglieri hanno richiesto consulenza (imbarazzata) agli Uffici regionali per attuare il loro piano di di screditamento (c'ero e ho registrato). Non un complotto certamente – parola che i Consiglieri utilizzano impropriamente – ma certo manovra di delegittimazione sì.

Nessuna consultazione è stata inoltre da questi svolta con gli Organi che li hanno eletti, che non risulta sia stata mai attivata come chiaramente dedotto dalla seduta dell'ultima Comunità del Parco (associazioni ambientaliste, organizzazioni del mondo agricolo, Comunità del Parco): dunque l'iniziativa di mozione di sfiducia nei confronti del Presidente, risulta del tutto individuale e personale da parte dei Consiglieri, che non hanno ritenuto di consultare chi ha affidato loro il mandato. In sede di Comunità del Parco, il rilievo è stato posto e le accuse di non coinvolgimento (tutte da dimostrare) da parte della Presidenza nei confronti del Consiglio, si sono palesemente e inequivocabilmente rivelate invece ed in modo evidente, nei confronti dei Consiglieri eletti verso chi li ha designati.

Le emergenze del territorio hanno avuto pronta risposta da parte della Presidenza, anche quando sono sembrate artatamente organizzate per metterla in difficoltà nei confronti di una ristretta comunità locale (vedasi la questione cinghiali); quanto alla Presidenza della Comunità del Parco –pur invitata per unilaterale decisione della Presidenza, alle riunioni del Consiglio direttivo – per mesi ha deciso di disertarle.

In conclusione si ribadisce che il dispositivo finale del provvedimento della Giunta regionale presenta aspetti molto critici di legittimità (e sul quale tornerò con un prossima mia comunicazione) in quanto il Presidente Valter Giuliano non ha tra le sue funzioni quella di rappresentare il Consiglio Direttivo, bensì la Regione Piemonte e, semmai, la Comunità del Parco il cui pronunciamento è parso in equilibrio, al punto da autorizzare il Presidente della Comunità a un tentativo di riconciliazione poi, ufficiosamente, fallito.

Quanto al regolare andamento amministrativo e alla palese impossibilità di funzionamento dell'Ente, gli stessi sono unicamente da attribuire al Consiglio direttivo dello stesso come dimostrato con alcuni esempi prima descritti.

Il Presidente se ne rammarica, soprattutto alla luce delle potenzialità che il territorio - il quale grazie all'azione dell'Ente Parco è diventato Riserva della Biosfera MAB sito UNESCO CollinaPo - potrebbe far esplodere a vantaggio dell'intera comunità locale che ha aderito e condiviso quel sogno divenuto realtà. L'invito, a chiunque verrà a seguito del processo di commissariamento, è di non disperdere queste prospettive sacrificandole a meschini interessi di bottega, politici e localisti, come è avvenuto in questa fase.

Per il resto, e soprattutto per quanto apparso, di falso e di diffamatorio, anche su alcune testate locali, il Presidente, a tutela del suo buon nome e della correttezza del suo comportamento, verificata la consistenza delle sue argomentazioni, si riserva di mettere in atto ogni azione conseguente per tutelarli.

Valter Giuliano, Presidente dell'Ente di gestione.


Allegati:
Il Presidente Valter Giuliano
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