Vai alla home di Parks.it
 

Pronto il calendario 2023 per effettuare i monitoraggi faunistici nelle Aree protette del Po piemontese

(05 Gen 23) Sono arrivate sul Po alla spicciolata, ma ora sono tutte qui: le prime gru (Grus grus) sono arrivate a fine novembre, in anticipo di una decina di giorni rispetto agli anni scorsi. Tra febbraio e marzo, ripercorreranno poi il volo a ritroso per rientrare nei quartieri riproduttivi, direzione nord, da dove sono venute.

Gli esemplari che arrivano nelle Aree protette del Po piemontese giungono soprattutto dalle zone umide ungheresi, luoghi intermedi tra i quartieri riproduttivi e le aree di svernamento; in quelle aree, che tecnicamente sono definite stop-over, riprendono forza prima di riprendere la migrazione: il ricco cibo di quegli ambienti si trasforma in energia per il lungo volo. Gli uccelli che dall'Ungheria arrivano nella Pianura Padana non sempre si fermano per svernare: a volte fanno solo una sosta prima di dirigersi verso per la Penisola Iberica.

Ben due siti di svernamento, localizzati nelle aree di Chivasso e di Frassineto Po, all'interno del Parco naturale del Po piemontese e della Foresta condivisa del Po piemontese, sono i dormitori o roost più grandi di tutto il Piemonte. Questi siti hanno una grande importanza per la salvaguardia della biodiversità e costituiscono dunque anche una notevole responsabilità per l'Ente-Parco, che pone tutte le attenzioni possibili alla loro tutela. L'anno scorso si è raggiunto il picco storico: delle circa 5000 gru rilevate nell'intero Piemonte, sul Po ne sono arrivate oltre 4200.

La rotta principale di migrazione delle popolazioni di gru in Europa è denominata WE (West European route) e coinvolge mediamente oltre 240.000 individui, a questa si aggiunge quella centro-orientale (Baltic-Hungarian route, BH) che interessa circa 120.000 individui. L'analisi dei dati relativi alle osservazioni degli ultimi 15-20 anni, dimostra come queste, dopo essersi aggregate nei siti ungheresi di stop-over, volino verso i quartieri di svernamento della Penisola Iberica o dell'Africa settentrionale, transitando rispettivamente lungo la Pianura Padana o l'Italia meridionale (da Mingozzi e altri, 2013).

Nel mese di novembre l'Ente-Parco organizza solitamente un incontro che riguarda le attività di conservazione e di arricchimento della biodiversità definite tra le proprie finalità istitutive. Così lo scorso 17 novembre si è svolta una giornata di studio per tecnici e guardiaparco, collaboratori e volontari, estesa anche alle Aree protette regionali e presenti tecnici della Regione Piemonte - Settore Sviluppo sostenibile, biodiversità e aree naturali -, dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (Arpa) e dell'Istituto Piante da Legno e Ambiente (Ipla), per parlare di gru, ma anche di molto altro, di flora ma soprattutto di fauna, dalle farfalle agli ortotteri, ai pesci, agli uccelli, ai canidi, agli anfibi e ai rettili, per citare due specie tra le più rare e fragili: il pelobate fosco insubrico (Pelobate fosco insubricus) e la testuggine palustre europea (Emys orbicularis).

Punto centrale i monitoraggi faunistici, aspetto cruciale del lavoro delle aree protette legato agli adempimenti dovuti al rispetto delle direttive europee Habitat e Uccelli: confrontarsi e mettere in comune dati ed esperienze è indispensabile per evolvere e migliorare.

Al via dunque il calendario 2023, che copre l'interno anno seguendo i cicli vitali delle specie. Ai primi di gennaio si inizia con il monitoraggio invernale degli ardeidi e cioè del conteggio dei nidi degli aironi sugli alberi spogli. Sempre in gennaio si svolgono i censimenti invernali degli uccelli acquatici, soprattutto degli anatidi come il germano reale (Anas platyrhynchos) e l'alzavola (Anas crecca), ma anche dei rapaci come il falco di palude (Circus aeruginosus) e l'albanella reale (Circus cyaneus). Seguono da marzo e a settembre quelli indicati dalla direttiva Habitat per la Rete Natura 2000: si tratta di anfibi, rettili, libellule, molluschi, lepidotteri. In aprile si prosegue con il censimento primaverile degli ardeidi - l'Ente-Parco segue ben sedici colonie -, e con i monitoraggi di sternidi e topino, che si prolungano fino alla fine di luglio. In maggio e anche in questo caso fino alla fine di luglio si tengono i censimenti previsti dalla direttiva Uccelli, che toccano anche l'averla piccola, particolarmente preziosa, e che includono "MonitoRing", progetto di inanellamento scientifico che analizza la stagione riproduttiva nella Zona Speciale di Conservazione Palude di S. Genuario (IT1120007), area di grande importanza conservazionistica. Per il lupo invece il periodo di conteggio va da ottobre ad aprile, i monitoraggi si svolgono in stagione non riproduttiva.

Da rilevare che per seguire a dovizia l'andamento delle popolazioni occorre fare riferimento a dati quanto meno decennali e a questo riguardo l'Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese è in possesso di serie storiche raccolte dai primi anni ottanta, dall'istituzione cioè del primo nucleo di territorio, quello della Riserva Naturale della Garzaia di Valenza.

A margine dei censimenti viene fatta la raccolta di dati faunistici: tecnici e guardiaparco durante le loro uscite sul territorio inseriscono tutte le specie rare che rilevano, arricchendo sistematicamente il progetto INaturalist Aree protette Po piemontese.

Gru nel Parco del Po (Foto di Elio Cazzuli)
Gru nel Parco del Po (Foto di Elio Cazzuli)
Gru a Frassineto Po (Foto di Nicola Scatassi)
Gru a Frassineto Po (Foto di Nicola Scatassi)
Testuggine palustre a Fontanetto Po (Foto di Donatello Lorenzo - Strada del Riso Vercellese)
Testuggine palustre a Fontanetto Po (Foto di Donatello Lorenzo - Strada del Riso Vercellese)
share-stampashare-mailQR Codeshare-facebookshare-twitter
© 2024 - Ente di gestione delle Aree Protette del Po piemontese - p. iva 06398410016