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Riunione per proposta di Piano pluriennale economico-sociale (PPES) a Cascina Le Vallere

(05 Mag 23) Venerdi 28 aprile nella sede di Moncalieri dell'ente si è tenuto il terzo incontro territoriale per la definizione del PPES (Piano pluriennale economico-sociale), che ha visto una buona presenza di tecnici e amministratori locali dell'area torinese. Erano presenti anche Roberto Saini, Presidente dell'Ente-Parco, la Direttrice Monica Perroni e la funzionaria Maria Teresa Bergoglio.


Il Presidente della Comunità delle aree protette, Giuseppe Bava, ha introdotto i lavori, ricordando che il nostro ente è il primo a intraprendere il percorso di definizione del PPES, acronimo che si riferisce al Piano pluriennale economico e sociale, previsto dalla Legge regionale istitutiva ovvero la LR 19/2009.


Jacopo Chiara, dirigente del settore Aree protette della Regione Piemonte ha presentato le strategie internazionali (i SDG dell'ONU) da cui discendono anche le strategie regionali: una comunità significativa in grado di innescare cambiamenti nella direzione dello sviluppo sostenibile. La programazione europea può essere indirizzata sulla base di questi indirizzi programmativi. Il FESR per la prima volta parla di cambiamento climatico e biodiversità, con 100 milioni di investimenti da indirizzare.


Ilario Abate Daga, di IRES Piemonte, ente che collabora alla stesura dei PPES, ha presentato l'iter che condurrà alla definizione del PPES. Alcuni temi sono ritenuti più significativi: migliorare la residenzialità e sostenere il benessere delle persone; realizzare un sistema economico e produttivo sostenibile. Una criticità è data dal fatto che si continua a ragionare per aree delimitate per cui c'è sempre un dentro/un fuori dal Parco. Abate Daga osserva che le tre aree in cui è stato ripartito il territorio sono diverse tra loro: ad es. il tema dei trasporti pubblici locali cambia di molto nelle varie zone. Al termine di questa fase si individuerà una delle tre zone su cui fare il primo approfondimento.


La discussione si apre con riferimento alla definzione delle zone: alcuni territori possono essere fisicamente contigui, ma nei fatti hanno dinamiche diverse per tradizione, facilità di collegamenti e trasporti e questo può condizionare le azioni che saranno poi individuate.
Altro tema: quali relazioni ci saranno poi tra Piano d'area, PPES e la totalità delle aree comunali, che in alcuni casi vivono situazioni di "assedio" delle aree naturali da parte delle aree a destinazione produttiva o comunque edificabile? Una soluzione potrebbe essere individuare azioni di tutela allargata, che possono essere strumento di richiesta di risorse. Si porta l'esempio di sicurezza idrogeologica di un abitato e tutela dell'ambiente. La regione indirizza finanziamenti proprio su questo tema (in sintesi: abbandonare difese spondali a favore di altri interventi più sostenibili). 

È importante, a giudizio dei presenti, comunicare gli interventi e perché si fanno scelte piuttosto che altre (portando ad esempio il caso di proteste di cittadini torinesi per taglio alberi in zona golenale, ma molto fruibile). Altro esempio: la pratica del taglio di bosco ceduo nei pressi o dentro il perimetro dell'area protetta. Comunicare in modo corretto gli interventi, può servire a evitare polemiche e prese di posizione dovute alla poca comprensione delle scelte operate.

Al termine dell'appuntamento di Vallere, c'è stata la presentazione del gruppo di lavoro e progettazione della candidatura a bando della Fondazione Compagnia di San Paolo, che ha come obiettivo l'implementazione di contenuti e modi di fruizione del territorio con particolare riferimento ai beni culturali.

Il Po al Meisino a Torino (Foto di Andrea Miola)
Il Po al Meisino a Torino (Foto di Andrea Miola)
Faggi nel Bosco del Vaj a Castagneto Po (Foto archivio SAND)
Faggi nel Bosco del Vaj a Castagneto Po (Foto archivio SAND)
La Rocca di Pecetto di Valenza (Foto Lenti)
La Rocca di Pecetto di Valenza (Foto Lenti)
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