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Parchi della Val di Cornia



Educazione ambientale


Parco Archeologico di Baratti e Populonia

Un giorno da etrusco

La visita

Il Parco archeologico di Baratti e Populonia (Piombino) comprende una parte significativa dell’antica città etrusca di Populonia con le sue necropoli, le cave di calcarenite ed i quartieri industriali di lavorazione del ferro, proveniente dai giacimenti di ematite dell’Isola d’Elba. Unica città etrusca fondata direttamente sul mare e importante centro commerciale del mondo antico, Populonia si affaccia sul Golfo di Baratti. L’estrema importanza dei corredi funerari (alcuni dei quali visibili del Museo Archeologico del territorio di Populonia a Piombino) attesta la ricchezza della società populoniese in relazione, soprattutto, alla produzione siderurgica ed alla posizione strategica del porto.
Partendo dalla Necropoli di San Cerbone, dove sono presenti importanti esempi di architettura funeraria etrusca di età orientalizzante ed arcaica, (tumuli, tombe ad edicola e a cassone), è possibile ripercorrere la storia della potente città etrusca, per giungere ai resti dei quartieri industriali del ferro, testimonianza dell’antica attività siderurgica. Particolarmente suggestiva ed interessante è la visita ad una delle cave di pietra (calcarenite) i cui fronti sono stati in parte riutilizzati dal IV al II sec. a.C. come necropoli ipogea (Necropoli delle Grotte). Attraverso i segni lasciati sul fronte di taglio è possibile ricostruire le tecniche di estrazione della pietra.
Nel Centro Visita è allestita una mostra di pannelli didattici che illustrano la storia del territorio del parco. Dal punto di vista naturalistico, l’area del parco è segnalata all’Unione Europea come sito ambientale di importanza comunitaria per la sua ricchezza faunistica e l’elevata diversità floristica. Il Promontorio di Populonia è dominato dalla macchia mediterranea che spesso arriva fino al mare. Qui, si incontrano zone rocciose colonizzate da tenaci specie pioniere, alternate da aree di vegetazione più folta e, verso l’interno, si trovano boschi con castagni, olmi, carpini e lecci.


Pietra

I Laboratori

  • Fare l’archeologo
    In un’area di scavo appositamente predisposta gli studenti possono scavare una capanna eneolitica o una capanna dell’età del bronzo, riportando alla luce il focolare, l’atelier di fabbricazione degli oggetti in pietra, l’angolo del telaio e dei lavori domestici e reperti in ceramica, in pietra o in metallo. Durante lo scavo è previsto anche il lavoro di documentazione (schedatura dei materiali, disegno).
    • Obiettivo: sperimentare il processo della stratificazione archeologica come fenomeno temporale a lunga o a breve durata, mettendo in relazione come gli agenti naturali e antropici incidano nella formazione del paesaggio.

  • Fare la ceramica
    Nel centro di archeologia sperimentale, gli studenti possono lavorare l’argilla e realizzare vasi ed oggetti di ceramica con la tecnica del colombino (senza l’uso del tornio) come nel periodo preistorico e protostorico. Oltre alla realizzazione delle varie forme ceramiche gli studenti imparano le tecniche della decorazione ad impressione e ad incisione.
    • Obiettivo: lo studente verifica l’evoluzione della scelta e dell’uso degli strumenti per modificare la realtà circostante e, inoltre, ha modo di prendere consapevolezza delle proprie capacità manuali e dei tempi della produzione artigianale.

  • Nella capanna dell’età del bronzo
    All’interno della ricostruzione fedele di una capanna dell’età del bronzo, gli studenti possono svolgere attività di vita quotidiana, come se abitassero in un villaggio protostorico: macinare e cuocere focacce di farro, realizzare armi da tiro e da getto, levigare le asce, ordinare gli oggetti in modo funzionale all’interno della capanna. In quest’ambito è possibile anche sperimentare la metallurgia, la tessitura, la produzione della ceramica.
    • Obiettivo: acquisire competenze nel campo archeologico; verificare come l’uomo, attraverso la conoscenza delle proprietà fisiche dei materiali, sia riuscito a raggiungere livelli di vita sempre migliori.

  • La pietra levigata
    Nel centro di archeologia sperimentale si insegna la tecnica antica della lavorazione della pietra, così come avveniva nella preistoria, per realizzare anche oggetti ornamentali come pendagli e vaghi di collana. Gli studenti imparano a distinguere le tipologie di pietre utilizzate, a usare il trapano ad archetto e i diversi sistemi di levigatura della pietra.
    • Obiettivo: sperimentare alcune proprietà delle rocce e acquisire le coordinate essenziali sulla geologia di questo territorio. Il processo di produzione, inoltre, dà modo di prendere consapevolezza delle proprie capacità manuali e dei tempi della produzione artigianale.

Un giorno da etrusco
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  • La scrittura etrusca
    Nel centro di archeologia sperimentale gli studenti, in maniera divertente ed immediata, imparano l’alfabeto etrusco per poter leggere e scrivere, con i materiali dell’epoca semplici frasi. Inoltre, portando con sé una t-shirt bianca, gli studenti possono decorarla scrivendo il proprio nome in lettere dell’alfabeto etrusco.
    • Obiettivo: identificare i legami esistenti fra il mondo antico e quello contemporaneo, con il riconoscimento di segni grafici e parole, e verificare l’importanza della lingua, per la conoscenza delle culture del passato.

  • La tessitura
    Quest’anno l’organizzazione didattica della Parchi della Val di Cornia ha introdotto un nuovo laboratorio nel Parco archeologico di Baratti e Populonia, in cui gli studenti hanno modo di seguire il ciclo della produzione tessile antica. La lana è cardata con fiori di cardo secchi, la filatura avviene mediante fuseruole e, infine la tessitura effettuata al telaio verticale e con piccoli telai orizzontali, facendo uso anche di materiali diversi come la canapa, la ginestra, foglie di erbe secche. E’ possibile effettuare la tintura di filati con i colori naturali ricavati dalle piante.
    • Obiettivo: acquisire competenze nella trasformazione delle materie prime e nel riconoscimento di numerose risorse vegetali e animali.

Museo Archeologico del territorio di Populonia

La visita

Il Museo archeologico del territorio di Populonia (Piombino), funzionalmente connesso ai due parchi archeologici di Baratti e San Silvestro, rappresenta il principale polo espositivo del Sistema dei Parchi della Val di Cornia.
Il percorso, integrato da un ricco corredo di supporti didattici, (pannelli con illustrazioni e ricostruzioni a grandezza naturale di architetture funerarie, di ambienti domestici e di officine metallurgiche antiche), è costituito da una collezione di elevatissimo valore documentario e archeologico, che illustra lo sviluppo storico e le trasformazioni del paesaggio nel territorio dalla preistoria fino all’età moderna. Una piacevole giornata in sale spaziose e luminose, dove l’allestimento museale, ispirato ai più moderni criteri espositivi, favorisce la comprensione e stimola l’apprendimento.

Una visita speciale:
In una sala del museo è stato ricostruito, a grandezza naturale, l’ambiente di una casa etrusca e la scena di banchetto di età arcaica. Nella stanza si trovano i tavoli, i letti e le stoviglie utilizzate per la mensa. Durante la visita è possibile osservare e toccare tutti gli arredi esposti. Le guide etrusche Ramtha o Laris accompagnano gli ospiti all’interno del museo, spiegando loro la funzione e l’uso dei reperti, raccontando inoltre storie della vita quotidiana del loro tempo.

I Laboratori

  • Il restauro della ceramica
    Gli studenti analizzano i frammenti ceramici, cercano di ricomporre la forma intera, studiano le forme, le tipologie di ceramica e restaurano i pezzi facendo le opportune integrazioni.
    • Obiettivo: conoscere le principali tecniche del restauro degli oggetti ceramici e sviluppare capacità manuali. La possibilità di maneggiare gli oggetti per un periodo prolungato di tempo permette di verificare direttamente i metodi della produzione; il rapporto fra forma e funzione degli oggetti; la decorazione come atto artigianale e identificativo di un manufatto.

  • La bottega del mosaicista
    Gli studenti ricostruiscono un piccolo mosaico, realizzato con tecniche antiche, ispirandosi al mosaico con scena marina conservato nel museo. Affiancati dagli operatori apprendono tutti il procedimento dalla predisposizione del supporto, alla realizzazione delle tessere, e al sistema di composizione artistica.
    • Obiettivo: acquisire capacità manuale, che sviluppa la creatività dello studente e consente di apprendere la complessità di una tecnica artigianale raffinata che assume, talvolta, la forma di vera e propria arte.

  • A tavola con gli antichi
    Dopo una breve introduzione sulle caratteristiche degli alimenti utilizzati in questo territorio, gli studenti possono realizzare una serie di pietanze tipiche del mondo antico e comprendere, attraverso il confronto con i reperti del museo e la ricostruzione della scena di banchetto, l’utilizzo dei recipienti, gli usi e costumi a tavola di oltre duemila anni fa.
    • Obiettivo: sperimentare le conoscenze degli antichi sull’alimentazione e verificare quel complesso di competenze, del tutto scomparse dalla società moderna. Le stesse abitudini e i rituali del banchetto, tanto differenti dal modo di alimentarsi di oggi, costringono a prendere in considerazione la perdita anche di valori e relazioni che sottendono il concetto di simposio.

Ed inoltre, nei mesi invernali, sarà possibile frequentare alcuni laboratori quali: Fare la ceramica, La pietra levigata e La scrittura etrusca.
Informati presso l’ufficio prenotazioni (Tel. 0565/226445)


Parco Archeominerario di San Silvestro

La visita

Il Parco archeominerario di San Silvestro (Campiglia Marittima) si trova nel sistema collinare dei Monti di Campiglia (LI).
E’ un territorio ricco di giacimenti minerari di rame, piombo e argento ed il paesaggio è caratterizzato dalla presenza di tracce dell’attività estrattiva dal II millennio a.C. fino alla seconda metà del secolo scorso.
Nel parco è possibile ripercorrere la lunga storia mineraria di questo territorio all’interno della miniera del Temperino, attraverso un suggestivo percorso sotterraneo, che si snoda per 360 metri e consente di visitare gallerie e cantieri di lavorazione utilizzati dall’età etrusca fino al secolo scorso.
La visita continua nel castello di Rocca San Silvestro, un villaggio di minatori del medioevo, che conserva perfettamente le sue strutture e gli spazi della vita quotidiana di quel periodo. Cinque percorsi trekking che si snodano in 400 ettari di territorio permettono infine di svolgere passeggiate all’interno di un paesaggio di grande valore archeominerario e naturalistico. L’area del parco è segnalata dall’Unione Europea come sito ambientale di importanza comunitaria.
Dal punto di vista naturalistico, il Parco archeominerario di San Silvestro, presenta un ecosistema di grande pregio. Per quanto riguarda la flora: in quest’area si trovano infatti iris e orchidee spontanee, la cui distribuzione naturale è esclusiva di questo territorio. Le alture hanno l’aspetto di vere e proprie montagne, dove macchie di vegetazione si alternano ad affioramenti di roccia calcarea.
I visitatori vengono accolti al Temperino dove gli edifici otto e novecenteschi, dell’ultima fase di sfruttamento minerario, sono stati recuperati per ospitare i servizi del parco (museo, bookshop, centro di documentazione, centro ristoro).
Il piccolo Museo del parco ospita una sezione mineralogica, con campioni di rocce e minerali del territorio, e una sezione archeologica, dove sono esposti i reperti provenienti dallo scavo del castello di Rocca San Silvestro e sono ricostruite le tecniche di estrazione dei metalli.
Entrambe le sezioni sono corredate da pannelli didattici con ricche illustrazioni ricostruttive.

I Laboratori

  • Fare l’archeologo
    In un’area di scavo predisposta gli studenti possono scavare una casa medievale, riportando alla luce i crolli delle murature in pietra, il pavimento in terra battuta, il focolare e i reperti di ceramica e di metallo. Durante lo scavo è previsto anche il lavoro di documentazione (schedatura dei materiali, disegno). E' inoltre, possibile usufruire delle strutture del centro di documentazione di Villa Lanzi per informatizzare i dati di scavo e elaborare semplici analisi.
    • Obiettivo: sperimentare il processo della stratificazione archeologica come fenomeno temporale a lunga o a breve durata, mettendo in relazione come gli agenti naturali e antropici incidano nella formazione del paesaggio. L’applicazione informatica permette inoltre di compiere quel processo di astrazione e formalizzazione del dato concreto stimolando il pensiero logico.

  • La produzione del rame
    All’ingresso di Rocca San Silvestro, in fornaci fedelmente ricostruite, si ripercorre tutto il processo metallurgico dalla frantumazione del minerale (calcopirite), all’arrostimento e alla fusione, secondo il ciclo produttivo medievale. Gli studenti, affiancati dagli operatori, sono impegnati in prima persona nelle varie fasi di lavorazione: dalla frantumazione all’arrostimento e alla fusione. Dopo l’apertura dei forni avviene la dimostrazione pratica del conio di una moneta di rame.
    • Obiettivo: verificare l’evoluzione delle tecniche della produzione e il processo di trasformazione delle materie prime. Imparare a distinguere diversi tipi di minerali nelle loro componenti geochimiche. Prendere consapevolezza delle proprie capacità manuali e dei tempi della produzione artigianale.

La produzione del ferro


Fabbro
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  • La produzione del ferro
    Dall’attività di frantumazione e di arrostimento del minerale (ematite) al lavoro del fabbro medievale. In una bottega di un fabbro ferraio, fedelmente ricostruita ai piedi del castello di Rocca San Silvestro, dopo il lavoro di preparazione fatto insieme agli studenti, un artigiano forgia ed insegna a forgiare strumenti e attrezzi in ferro.
    • Obiettivo: (v. “La produzione del rame”)

  • Una giornata da geologo
    Alla scoperta delle rocce e dei minerali e delle loro proprietà in una delle aree più interessanti del mondo dal punto di vista geologico e mineralogico. Con l’aiuto di un geologo gli studenti possono analizzare e fare esperimenti sul campo e in laboratorio.
    • Obiettivo: distinguere l’insieme delle rocce che costituiscono la struttura del territorio e riconoscere in modo empirico i minerali utili.

  • Laboratorio di informatica e archeologia del paesaggio - NEWS 2005
    Gli studenti, dopo aver svolto le attività di visita all’interno del parco, possono accedere al laboratorio di Informatica presso il centro di documentazione di Villa Lanzi. In questa sede utilizzano applicazioni finalizzate alla costruzione di carte tematiche del territorio, sulla base di informazioni raccolte durante la verifica autoptica della visita e mediante informazioni derivate dall’uso di differenti tipi di cartografia.
    • Obiettivo: acquisire elementi di informatica applicata allo studio del territorio; sviluppare competenze circa il rapporto fra la realtà e le sue rappresentazioni (come la cartografia tradizionale o tematica) favorendo il processo di astrazione e formalizzazione.

Parchi naturali

La visita

Situati sia nel settore costiero della Valle del Cornia che nelle retrostanti colline, tutelano aree di grande pregio ambientale, a elevata diversità biologica. I rigogliosi boschi, le aree umide, le dune costiere, sono i luoghi ideali dove trascorrere una piacevole giornata all’aperto, avvicinandosi in punta di piedi alla scoperta dello straordinario mondo naturale.

Il Parco costiero della Sterpaia (Piombino)
E' caratterizzato dalla presenza di un’importante foresta umida litoranea retrodunale, con querce secolari dalle forme maestose, di rara bellezza.
E' un parco “riconquistato”, sottratto all'abusivismo edilizio, grazie a una tenace e coerente battaglia civile condotta dall'amministrazione locale, che ha demolito le costruzioni abusive e acquisito l'intero territorio, restituendolo all'uso pubblico. Uno spunto per una “lezione all'aperto” di educazione civica e ambientale, in un luogo dove sono stati tradotte in pratica le scelte di pianificazione del territorio e di protezione delle sue risorse naturali. Il percorso si snoda dalla duna costiera al bosco, mettendo in evidenza i diversi ecosistemi. In uno spazio di poche centinaia di metri si possono osservare le piante pioniere di prima duna, i tenaci arbusti mediterranei, e le praterie umide, veri e propri pascoli dove trova nutrimento una ricca ornitofauna. Infine, ci si avventura nel folto della foresta umida, per conoscerne la storia, le piante che la compongono e per incontrare, con un po’ di fortuna, i suoi abitanti. Il percorso nel bosco è accessibile anche a diversamente abili.


Il Parco naturale di Montioni

Il Parco naturale di Montioni (Suvereto)
Comprende un’estesa foresta, da sempre utilizzata per il taglio del bosco e per la produzione del carbone, ricca di testimonianze di estrazione di allume a partire dal XV secolo fino al XIX. Il percorso di Poggio Saracino ripercorre la storia naturale e culturale di questo luogo incantevole, partendo dall’abitato di Montioni Nuovo, cuore del Parco, fatto costruire dai Principi di Piombino, Felice ed Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone Bonaparte. Ancora oggi sono ben visibili gli edifici di epoca Napoleonica, le miniere a cielo aperto e in sotterraneo, i forni per la cottura o confettatura della pietra alluminosa. Proseguendo lungo il percorso, attraverso la fitta macchia mediterranea, nella quale spiccano qua e là i tronchi rossastri delle sughere private della corteccia, si arriva al punto panoramico di “Casa Saracino”, dove è stato predisposto un punto di osservazione della fauna selvatica.

Il Parco costiero di Rimigliano (Suvereto)
Affacciato sul Tirreno, si presta all’osservazione dell’ecosistema dunale, con la sua tipica flora, selezionata dalle difficili condizioni ambientali.
Dalla spiaggia, che si affaccia sulle isole dell’arcipelago toscano, il percorso di visita attraversa i cordoni dunali per arrivare alla rigogliosa macchia mediterranea.

Il Parco forestale di Poggio Neri (Sassetta)
E' una verde distesa di castagni e querce, abitata da caprioli e cinghiali, dove si ha la possibilità di immedesimarsi nelle difficili condizioni di vita dei carbonai e dei taglialegna, visitando una fedele ricostruzione del loro ambiente di vita e di lavoro, appositamente realizzata nei pressi di un seccatoio dismesso.

I Laboratori

  • L’album delle erbe
    Armati di apposite schede per il riconoscimento delle specie vegetali più diffuse o interessanti presenti sul territorio, ci si improvvisa provetti botanici, al seguito di un’avventurosa spedizione scientifica di catalogazione. Siete sicuri di conoscere il nome e i segreti delle piante che ci circondano, anche di quelle apparentemente più comuni?… E’ giunto il momento di mettersi alla prova!
    • Obiettivi: acquisizione di conoscenze specifiche sulle specie botaniche in un territorio ricco di biodiversità (che comprende aree boscate, ex coltivi, dune e aree umide) e sui metodi di classificazione dei vegetali.

  • Per non perdere…la bussola
    Non è da tutti saper leggere bene una cartina, valutare distanze e altezze, con strumenti di fortuna, e capire dove ci si trova osservando il territorio che ci circonda. Con l’aiuto di guide esperte, queste capacità possono essere acquisite, divertendosi e cimentandosi con carta e bussola. E al termine della giornata, saprete disegnare anche voi la vostra cartina topografica.
    • Obiettivi: acquisire dimestichezza con la natura e sicurezza in se stessi, imparando a orientarsi in ambienti poco conosciuti; sviluppare le capacità di astrazione, interpretando gli elementi fondamentali del paesaggio al fine di riprodurli nei simboli della cartografia.

  • Una giornata da biologo
    Occhio non vede… ma microscopio sì! In un vero e proprio laboratorio di analisi ambientali, allestito per questo scopo, si possono osservare organismi invisibili a occhio nudo, e grazie a questi, valutare lo “stato di salute” dell’acqua e dell’aria. Le immagini ingrandite dal microscopio sono proiettate su un monitor, per permettere a tutti la visione in contemporanea. Tutto ciò è preceduto dalla “campagna di raccolta” dei campioni da analizzare, effettuata seguendo le indicazioni di competenti guide nei pressi del laboratorio, nella splendida cornice del parco di Montioni.
    • Obiettivi: apprendere specifiche competenze nel campo dell’analisi biologica delle componenti ambientali (acqua e aria) e pratica nell’uso di strumenti di laboratorio sofisticati, ma di semplice utilizzo. Il laboratorio è quindi finalizzato all’acquisizione di metodologie applicate alla ricerca scientifica, ma anche alla conoscenza dei sistemi e dei processi ambientali.