Sono terre antiche, quelle che vivono tra i confini del Parco.
Calpestate da piedi leggendari d'imperatori e sibille, guerrieri e principesse, portano i segni di una lunga storia di scorribande, assassinii, assalti e contese tra famiglie nobili. Il loro passato di sangue e potere si respira nelle strade, che spesso ricalcano antichi tracciati di collegamento, nei ponti, nelle torrette e nei numerosi castelli che, in parte in rovina, ne costellano i fondovalle e le alture. Delle antiche famiglie che si contesero i punti più panoramici per avere il controllo dei territori rimangono malinconiche rovine soffocate dagli alberi ed il nome, che nei tempi antichi riempiva di terrore i contadini: Nanno, Flavon, Belasi, Sporo.
I Baschenis da Averara sono una dinastia di pittori operativi in Trentino dalla metà del XV secolo alla metà del XVI secolo. Le famiglie Baschenis erano divise in due ceppi: la dinastia di Lanfranco e quella di Cristoforo originarie dell'antica Valle Averara, in particolare della villa di Colla oggi Comune di Santa Brigida. Per un secolo hanno abbellito con i loro affreschi le chiese della Val Rendena, delle Giudicarie Esteriori e della Val di Non.
Gli alpeggi e le malghe sono una componente fondamentale del paesaggio culturale della montagna del Parco Naturale Adamello Brenta. Essi rappresentano l'elemento in cui si materializza l'incontro tra l'uomo e la natura e, nella loro evoluzione, si può leggere la storia di questo antico connubio.
A partire dagli anni '50 del secolo scorso è iniziata una consistente regressione dell'attività d'alpeggio, dovuta al cambiamento delle condizioni socio-economiche che ha interessato il settore primario.
Numerose valli, tra le più belle delle Alpi, sono le porte di accesso alle parti più selvagge e remote del Parco. Ognuna mostra proprie caratteristiche distintive, che sottolineano il legame tra le azioni umane e il contesto geologico-ambientale.