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Dalle Azzorre nuovi stimoli e sfide per i Geoparchi…

(Seravezza, 08 Ott 17) Alla distanza di un mese dal Meeting e dalla Conference dei Geoparchi europei è giunto il momento di esprimere alcune considerazioni sul merito dell'evento e di quanto vi è ruotato attorno. L'appuntamento di Ponta Delgada nelle Azzorre potrebbe risultare davvero un punto di svolta per l'attività della Rete europea e mondiale, così come della Commissione nazionale italiana, Parco/Geoparco delle Apuane compreso.
C'è la netta sensazione che l'Unesco voglia migliorare la performance complessiva di tutto l'International Geoscience and Geoparks Programme, "alzando l'asticella", per rubare un'espressione ad Alessia Amorfini, da lei efficacemente usata nel dibattito post-Conference. Dopo aver trovato un assetto all'organizzazione appare evidente che, per il Bureau di Parigi, il prossimo passo sarà stabilire e poi raggiungere obiettivi più sfidanti e soprattutto più ambiziosi.
È pur vero che rispetto agli altri due programmi Unesco – Patrimonio mondiale dell'Umanità (WHL) e Riserve della Biosfera (MAB) – quello dei Geoparchi (IGGP) ha ben altri criteri e ben altro rigore nell'assegnare e confermare il titolo ogni quattro anni. Non è sufficiente possedere elementi di cultura, paesaggio e/o ambiente di rilevante valore. Per i Geoparchi conta soprattutto l'attività di promozione e conservazione che si costruisce intorno alle proprie eccellenze, insieme alle relazioni che si stabiliscono con gli altri soggetti presenti nelle Reti nazionale, continentale e globale. Così si spiega, ad esempio, perché l'Etna – il vulcano più alto d'Europa come direbbe Dellarole – fa parte della lista WHL e non dell'IGGP.

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