Logo Parco Nazionale del Gargano

Parco del Conero



Nel Parco c'è
  Notiziario Ufficiale del Parco del Conero
Anno IX - Numero 6 - Settembre 2003

ARRIVERDERCI!

Mentre a Durban per la prima volta nella Storia la più autorevole organizzazione mondiale naturalistica, l’unione mondiale per la natura, (UICN) dedica ai parchi il suo tradizionale decennale appuntamento, con un titolo molto significativo benefici senza confini, sicché i rappresentanti di più delle centomila aree protette istituite, dall’otto al diciassette settembre, si sono confrontati su temi che influenzeranno l’avvenire del mondo almeno per il prossimo decennio, noi ci siamo divisi, abbiamo sgretolato quel massimo di unità che negli anni avevamo costruito nel sistema delle aree protette marchigiane attorno a progetti di sviluppo sostenibile che a volte infilavamo in qualche azione amministrativa di Province e di Comuni amici, ed in qualche legge regionale, usando funzionari ed assessori come nella clandestinità della Resistenza, ma segnando anche importanti risultati.
Perché tutto si è logorato così radicalmente e così rapidamente, nel passaggio dalla prima conferenza di Fiastra alla seconda del Furlo, per citare appuntamenti pubblici, ovvero nel passaggio dagli assessori Mentrasti all’assessore Amagliani, per citare persone fisiche?
Ogni giudizio - naturalmente - è soggettivo. E chi lo formula se ne assume la responsabilità, anche quando non è certissimo di cogliere il punto principale Nel mondo succedono tante cose. La degenerazione è globale, e non è quindi detto che alcune persone, o addirittura una sola, possano essere resi responsabili di crisi e di smottamenti che vengono da lontano e che vanno lontano.
Nel nostro piccolo, non siamo riusciti a tenere alto il lavoro di gestione complessiva del parco. Abbiamo prodotto progetti di area vasta, riviste nazionali, convegni, convenzioni, associazioni, eppure è bastata una classica buccia di banana, una carta di Monopoli (tre case e un albergo...) per tornare al via e restare fermi tutti i giri a venire.
Sono poi volate parole grosse. Enormi. Azzeramento. Commissariamento. Inciucio. Si è messa in dubbio la correttezza amministrativa dell’intera giunta, se non proprio dell’intero consiglio, e certamente del sottoscritto tuttora presidente, pro (poco) tempore.
Allora chi è a conoscenza del lavoro che abbiamo svolto sempre insieme, in una intesa istituzionale che ha lavorato bene, ha tentato di dirlo, ma le sue parole sono state sommerse dal rumore di fondo già nato e cresciuto su pregiudizi o su ragioni che forse un giorno qualche tribunale ci farà la grazia di dirimere, restituendoci l’onorabilità di amministratori e di ambientalisti.
Peccato non poter essere, come poche settimane fa, nel gruppo di testa, addirittura tirando le volate. Peccato non aver potuto accettare di tenere la relazione generale al convegno europeo svoltosi ad Arenzano, in Liguria, dove avrei dovuto dire quello che so sulla comunicazione dei parchi e sui parchi, sulla base delle mie esperienze. Peccato non poter partecipare a Milano, tra pochi giorni, ad un incontro europeo di Fedenatur sugli stessi argomenti costruito praticamente assieme a me e per me, in modo da poter dimostrare ai parchi europei aderenti a Fedenatur che sarebbe stato interesse comune svolgere a Portonovo, quest’anno o l’anno venturo, uno stage europeo per migliorare l’intero ventaglio dei nostri mezzi di comunicazione di massa e di nicchia. Peccato.
Nel corso di una delle interviste che mi sono state fatte ... in punto di morte, con la premessa, adesso che Giancarli lo ha silurato, come si sente? Il giornalista ha sviluppato il seguente concetto: Che cosa crede di aver pagato, nel ricevere questa punizione? Ed io mi sono trovato in difficoltà nel rispondere. Forse, ho risposto, ho pagato il dato di fatto di esistere. Ma la risposta lascia molto spazio all’interpretazione e alle variazioni.
Tuttavia non è improbabile che aver tentato di gestire dignitosamente una intesa istituzionale, che privilegiasse gli Enti eletti ai singoli partiti, è stato un esperimento molto delicato, difficile e provocatorio, che ha pestato piedi ed altro ancora. Un parco è una struttura delicatissima, che tuttavia può portare enormi benefici ad un territorio non rissoso, sereno. La mia politica ha cercato di evitare la rissa, ma forse la democrazia, come si diceva ai tempi del grande timoniere, non è un pranzo di gala.
Non credo (del resto) che qualcuno si preoccuperà se le future gestioni del parco del Conero ne rimpicciolissero la fama e l’efficienza (intendiamoci, io mi auguro il contrario, ma perché escluderlo a priori?).
Ho già avuto modo nella mia vita politica di accorgermi con stupore di quanto sia apprezzata l’inefficienza, soprattutto quando segue ad una riconosciuta e conclamata capacità di azione. Forse la terza legge della termodinamica, quella del progressivo corrompimento di ogni cosa, ha una forza quasi mistica. L’entropia meriterebbe templi, breviari, riti. E un periodo di riposo fa molto bene anche ai campi e alle colture.
Ma non guardiamo al passato. Occorre porsi sempre dalla parte della soluzione dei problemi, e mai essere noi stessi il problema. Quindi arrivederci a tutti. Al falco pellegrino. Alla farfalla carassa. Alla principessa picena dissepolta e divulgata dal prof. Landolfi.
Al generoso e vigoroso rosso che vinifica sul Conero.
A tutti i miei splendidi collaboratori, tecnici e politici, a cominciare dall’indispensabile Silvano Verdini via via a tutti gli altri. Il Conero non avrebbe questo parco se queste persone non lo avessero costruito, difeso, avvolto nel calore della loro generosità. Tutti costoro, chi più chi meno, sono uniti da una costante: mi hanno dato molto più di quanto io sia riuscito a dare a loro. E per questo li ringrazio di cuore.

Saluto anche il resto del mondo. I giornali che hanno cercato gli scandali anche dove non c’erano, i criticoni che hanno dovuto esercitare la loro professione, l’insieme degli enti e delle istituzioni e delle associazioni e dei circoli e dei privati che ci sono stati vicini nella nascita e nella crescita.
Nessuno si senta dimenticato. Nemmeno i cacciatori. Nemmeno gli assatanati contro il parco marino: siamo stati insieme a parlare del destino più giusto per la nostra terra. Ciascuno di noi ha giustamente combattuto per le sue idee, e, come sempre accade, ha vinto la noia e la pastetta, perché da tempo Giacomo Leopardi ha chiarito che la natura non è benigna, e la si può contrastare solamente con le illusioni.
A tutti coloro che incontrerò ancora da signor nessuno bighellonando sul monte, e non dovranno genuflettersi e salutare il signor presidente quasi fosse apparsa loro la Madonna. Arrivederci a tutti, così potremo commentare e malignare da pari a pari, da bravi marchigianelli di provincia.
E soprattutto arrivederci alle due sorelle.
Da qualche parte dove queste cose occorre scriverle altrimenti non accadono, senza voler strafare, ho lasciato scritto che chi ritiene di avermi voluto bene dovrà disperdere le mie ceneri al largo delle Due Sorelle.
Mi rendo conto che sarà una rissa, ma è ammesso anche tirare a sorte. Testa o croce. Auguri al vincitore. O, meglio ancora, se dio me la mandasse buona, alla vincitrice.

Mariano Guzzini