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  Notiziario Ufficiale del Parco del Conero
Anno X - Numero 3 - Luglio 2004

LA RIVISTA DI FEDERPARCHI

Uno strumento per l’educazione ambientale

Parchi, l’organo di stampa di Federparchi è arrivato al suo quarantaduesimo numero. Il quadrimestrale, istituito alla fine degli anni Ottanta dall’allora Coordinamento dei parchi e delle riserve naturali e diretto per circa dieci anni dal toscano Renzo Moschini, è dal 1999 redatto ad Ancona e - dal numero 41 - stampato da una tipografia locale, dopo essere stato per lungo tempo stampato e diffuso dal noto editore romagnolo Maggioli.
Come a molti è noto la rivista di Federparchi, distribuita in abbonamento alle aree protette italiane, a Regioni, Province, enti locali, Università, Associazioni, Ordini professionali e via di seguito, non si occupa soltanto di natura, ambiente e ecoturismo (come tante riviste di settore, peraltro oggi in crisi) ma soprattutto di cultura ambientale, progettazione ed esperienze condotte nei parchi, intesi come luoghi o laboratori ideali per testare iniziative da estendere possibilmente anche ad altri territori, nell’ottica di uno sviluppo sempre più compatibile. Se nel numero precedente, in circolazione da maggio, la rivista ha dedicato particolare attenzione al decimo anniversario dei parchi nazionali, istituiti appunto - in gran parte negli anni Novanta - e del dopo Durban (il congresso mondiale dei parchi) il numero in corso di lavorazione darà spazio, tra gli altri argomenti, a due in particolare: un’iniziativa di Federparchi sulle aree marine e la recente istituzione di un osservatorio europeo sulle aree protette. Del primo argomento si occupa il già citato Moschini, prolifico scrittore e opinionista tra i più seguiti in materia di parchi naturali; del secondo il giornalista ambientale Giulio Ielardi, che collabora con importanti testate quali Il Sole 24 ore, Plein Air ecc. È la prima volta - scrive Moschini - che l’associazione dei parchi alla quale aderiscono ora anche le aree marine si misurerà direttamente e - diciamo così - in proprio con questa realtà. Non si parte naturalmente da zero perché con il progetto CIP (Coste italiane protette) la Federparchi, il parco del Conero e il coordinamento marchigiano d’intesa con la Regione Marche da alcuni anni si occupano della gestione integrata delle coste e del ruolo che possono e debbono giocare le aree protette marino-costiere.
Si è trattato di una lavoro importante coerente con gli indirizzi della Unione Europea volti a promuovere una gestione integrata delle politiche costiere da parte dei paesi comunitari come hanno confermato anche recenti e importanti documenti. L’impegno di CIP ha avuto significativi riconoscimenti anche in sedi ufficiali sebbene agli attestati non abbia corrisposto finora purtroppo alcun riscontro concreto. E tuttavia quel che negli anni è stato realizzato - e mi riferisco in particolare ad alcuni contributi specialmente di carattere istituzionale sulla gestione delle aree marine - non potranno non costituire un valido punto di partenza per il lavoro avviato in vista di un appuntamento che segnerà - ne siamo certi - un momento di grande spessore nella iniziativa e nella elaborazione della Federparchi.
L’appuntamento di Federparchi ha l’obiettivo primario di mettere sul tavolo i problemi veri formulando precise proposte al riguardo. Se si metterà mai mano alla delega sui nuovi testi unici o se andrà avanti una discussione in Parlamento magari partendo da provvedimenti sulla pesca che riguarderà anche le aree protette marine noi vorremmo poter dire la nostra prima che si facciano altri danni. L’altra novità che riferisce Giulio Ielardi è quella dell’Osservatorio sulle politiche europee dei parchi, presentato lo scorso 24 maggio a Riomaggiore nel parco delle Cinque Terre. Un anno dopo il convegno su Europa e parchi e davanti allo stesso incantevole scenario terra/mare, in piena campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo (ma nessuno dei candidati era presente), l’attività internazionale di Federparchi inizia a raccogliere i suoi frutti.
L’Osservatorio ha sede presso il parco nazionale ligure - il direttivo ha approvato un’apposita delibera - ma sarà di tutta l’Associazione, con cui verrà firmato un protocollo d’intesa. In pratica la sua attività potrebbe essere articolata in una serie di gruppi di lavoro, propone il presidente Franco Bonanini, sui temi di comune interesse come la legislazione comunitaria piuttosto che il turismo, per arrivare a produrre delle linee-guida da presentare a Bruxelles come proposte del sistema dei parchi. L’Osservatorio è frutto di una concezione moderna dei parchi così come quella proposta dal congresso mondiale di Durban, aggiunge Antonio Canu del Wwf. E gli fa eco Fabio Renzi di Legambiente: tra le istituzioni comunitarie deve fare ingresso in maniera stabile l’esperienza dei parchi, che altrimenti resta solo come tradizione orale.
Le aree protette europee avranno un loro ufficio a Bruxelles? Sarebbe utile e persino naturale. Ce l’ha da tempo l’Anci, l’ha appena inaugurato anche l’Upi. Più che convinti della sua necessità gli ospiti stranieri invitati al convegno di Riomaggiore: dal francese Jean Luc Chiappini ai rappresentanti della Bosnia-Herzegovina, alla direttrice generale per la biodiversità del ministero dell’Ambiente della Slovenia Gordana Beltram, agli spagnoli Ramòn Luque (direttore generale dell’Ambiente in Catalogna), Fernando Molina (direttore servizio Parchi in Andalusia), Francesc Martos (assessore all’Ambiente della Provincia di Barcellona). Tutti Paesi del Mediterraneo, e non a caso.

Federica Zandri