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Parco del Conero



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  Notiziario Ufficiale del Parco del Conero
Anno X - Numero 3 - Luglio 2004

FEDENATUR

Da Sirolo a Lille e da Lille a Sirolo

Anche se a Genova quest’anno si parla poco di Lille, e a Lille poco di Genova, queste due città sono nel 2004 le due capitali europee della cultura. Con la differenza che Lille, città di frontiera per collocazione naturale ma anche per scelte precise dei suoi amministratori, a differenza di Genova punta nel lungo periodo a riconvertire le sue caratteristiche da centro minerario ed agricolo, a polo attivo di uno sviluppo basato su due risorse trainanti: l’ambiente e la cultura. A questo scopo è nata una struttura consortile che raccoglie i quaranta comuni della Grande Lille, sostanzialmente per volontà del presidente della Comunità urbana Lille Metropole (LMCU), Pierre Mauroy, già primo ministro del governo francese, che presiede anche il consorzio misto Spazio naturale Lille Metropole che ogni anno riesce ad investire una cifra che per noi è da capogiro (35 milioni di Euro) per raggiungere l’obbiettivo metropoli verde, a partire dai parchi oggi esistenti, a partire dal Parco della Deule. Grazie a questa scelta politica assunta con forte convinzione dalle istituzioni locali a partire dal 2002, l’area di Lille, che nel 1994 aveva un rapporto tra verde pubblico ed area urbanizzata pari a 15 metri quadrati per abitanti, uno dei più bassi d’Europa (a fronte dei 26 di Bruxelles, dei 44 di Essen, dei 60 di Amsterdam, dei 70 di Colonia e dei 79 dell’Aia), già nel 2000 poteva deliberare un piano volto a realizzare una metropoli verde e blu (il blu essendo rappresentato dai suoi fiumi e soprattutto dal ripristino della navigabilità dei suoi vecchi canali), acquistando terreni, modificando il piatto paesaggio fiammingo, le zone dismesse dall’industria estrattiva e dalle ricadute dell’industrializzazione in declino (depositi di copertoni usati, e cose del genere) in paesaggi ricostruiti di sana pianta, e riconvertiti in aree naturali che già oggi, a soli due anni dall’avvio del progetto, possono essere visitate rappresentando nei fatti la più grande svolta che questi territori abbiano conosciuto dal dopoguerra ad oggi.
Sta prendendo forma, in un territorio di 865 chilometri quadrati nel quale vivono un milione e 108 mila abitanti, a cavallo tra la Francia ed il Belgio, un nuovo modo di sviluppare l’economia, attraverso la cultura dell’incontro, ed il recupero e la ricostruzione dei valori naturali, non solo fiamminghi, ma anche di molti popoli che hanno contribuito come immigranti al precedente sviluppo industriale di Lille, e che oggi hanno il diritto di considerarsi cittadini di quel territorio senza troncare i legami con le proprie radici, ma, al contrario, mettendo le proprie radici culturali a disposizione della nuova identità della regione nella quale hanno deciso di vivere. Sicché all’interno dello spazio naturale Lille Metropole esiste già un luogo, chiamato Mosaico, nel quale è possibile visitare il giardino delle culture con gli animali e le strutture più caratteristiche dei vari popoli immigrati, dai nord africani, all’Europa orientale, dal Mediterraneo all’oriente estremo.
A questa offerta di anello verde, fatto di molte altre cose (i battelli sui canali navigabili, le ex fabbriche trasformate in maison follies, case di ricreazione, dove è possibile trovare giardini pensili naturali e molte altre meraviglie), si aggiunge lo sforzo di Lille di offrire teatri, sale di concerti, musei permanenti e grandi mostre, con il terziario che si sta adattando a vivere di turismo culturale e ambientalista.

Il seminario internazionale
Stando così le cose, è molto comprensibile la scelta dell’organizzazione europea Fedenatur, che raccoglie i principali parchi vicini alle aree urbane e con esigenze di interrelazioni positive con territori fortemente antropizzati, di tenere la sua assemblea annuale, ed una delle sue periodiche giornate tecniche di confronto e di studio precisamente a Lille. Come è noto il parco del Conero è stato accolto in Fedenatur ed è membro permanente effettivo di quella organizzazione (in internet, si chiama www.fedenatur.org, ed io consiglio a tutti i navigatori su internet di sfogliare le pagine di quel sito, sia per ritrovare a livello europeo il nostro parco del Conero, sia per vedere in che compagnia selezionata ci troviamo, per confrontare temi che sono più simili di quanto non si immagini…). Da quando siamo in Fedenatur abbiamo imparato a confrontarci molto con il polo milanese e con quello ligure, ma anche con gli anelli verdi spagnoli e francesi, nella convinzione di avere più punti di contatto con quelle realtà di aree protette che con i parchi dell’alto Montefeltro o dei monti Sibillini, o del fabrianese, pure essenziali per una complessiva rete marchigiana, e per definire una politica provinciale e regionale che vorremmo simile a quella di Lione o di Barcellona.
Meno noto è il ruolo di chi scrive questi appunti all’interno di Fedenatur.
Oltre che rappresentare gli interessi del parco del Conero, chi scrive ha cercato di dare un contributo nel settore della comunicazione, ed è stato inserito nel comitato tecnico ristretto (cinque tecnici) che sta seguendo lo studio il ruolo degli spazi naturali periurbani (ANP) per una città sostenibile che sta per essere sottoposto alla DG ENV, cioè alla direzione generale per l’Ambiente della Commissione europea.
Già alla riunione di Barcellona del marzo 2003 l’assemblea di Fedenatur aveva accolto la mia richiesta di svolgere in Ancona una delle periodiche giornate tecniche, dopo l’appuntamento di Lille, dedicandola a come i parchi riescono a comunicare la loro realtà, e come il mondo della comunicazione si occupa dei parchi.
A Lille ho ritenuto opportuno chiedere di far slittare l’appuntamento, che era stato previsto per l’ottobre di quest’anno, motivando il rinvio con la sovrapposizione con un convegno sullo stesso tema che si terrà nel parco ligure del Beigua, e con l’incontro di ottobre a Lione centrato sul lancio della Carta della governance degli spazi naturali periurbani al quale appuntamento Fedenatur sta cercando di far partecipare il maggior numero possibile di personalità europee, oltre che di amministratori e tecnici dei parchi, affinché la carta (alla quale abbiamo lavorato anche in una delle giornate tecniche di Lille) sia un fatto politico di rilievo europeo.
Tuttavia l’opzione Ancona resta in piedi per l’anno prossimo, sempre che chi amministrerà il parco e gli amministratori della Provincia e dei Comuni vorranno cogliere questa opportunità, poco costosa e molto prestigiosa a livello europeo.

Due sessioni di lavoro
A Lille, ovviamente, non si è parlato solo di Ancona e del parco del Conero. I lavori, divisi in due differenti sessioni, si sono concentrati sul progetto Metropole nature (anche esso rintracciabile nella sua articolata complessità in un sito internet: www.metropolenature.org) che, tra il 2002 ed il 2004, con uno specifico finanziamento dell’Unione europea, si propone di affrontare in modo nuovo il rapporto tra spazi naturali periurbani e città sostenibili, superando le antiche ed anacronistiche opposizioni rurale/urbano e città/campagna che hanno alimentato per anni la retorica dell’assetto del territorio e che non sono più di attualità. Il gruppo di lavoro internazionale ritiene che quel tipo di rappresentazione dicotomica mascherasse, in realtà, la necessità di ben altra integrazione degli spazi naturali periurbani, fragili e minacciati, ma che sono preziosi per la popolazione in generale e per quella urbana in particolare. Muovendo da questa convinzione i gruppi di lavoro hanno riesaminato le prassi dell’assetto del territorio attuate dalle pubbliche amministrazioni nei diversi paesi d’Europa, con l’obbiettivo di passare da una politica che troppo spesso si limita alla ricerca di sovvenzioni, ad una politica basata su progetti di area vasta, rafforzando i poteri locali, la gestione collettiva e la democrazia partecipativa a livello locale. Il lavoro svolto anche nelle giornate di Lille porta alla necessità di cambiare la scala dei progetti elaborati nei singoli parchi, ammettendo che lo sviluppo dei territori va considerato non più secondo le dimensioni dei singoli comuni, ma secondo quelle degli agglomerati, dei grandi complessi interregionali e dell’Europa intera. A questo scopo si è cercato di individuare nuovi modi di agire e di favorire la collaborazione, il funzionamento in rete e la produzione collettiva di progetti integrati, utilizzabili in aree molto più vaste di quella di stretta competenza dei singoli parchi. Vale la pena di ricordare, come non ho mancato di fare a Lille, che il piano di sviluppo economico e sociale predisposto e deliberato dall’area protetta del Conero contiene già valenze di area vasta, e non a caso nella metodologia ed in alcuni contenuti viene già oggi utilizzato nel contesto dei progetti europei per l’area del mediterraneo orientale (MEDOR), ma può tranquillamente entrare in sinergia e confrontarsi anche con gli INTERREG dell’altra parte del Mediterraneo (MEDOC) affinché siano raggiunti gli obbiettivi che metropole nature persegue con evidenti vantaggi di tutti gli europei. Su questo punto occorrerà tornare anche in sede locale, marchigiana, per armonizzare maggiormente quanto viene lodevolmente prodotto in sede di Agende 21, e in sede di Forum delle città adriatico-joniche. Esiste un patrimonio di progetti e di risorse culturali che dialogano poco tra loro, che andrebbe raccordato ed utilizzato meglio, e non è detto che non si possa fare anche a breve.

L’assemblea vera e propria
La seconda parte dei lavori è stata l’assemblea annuale di Fedenatur vera e propria, che ha fatto il punto sul lavoro svolto nell’anno passato ed ha definito il piano di lavoro per il 2004. Ho già detto del rinvio della giornata tecnica di Ancona. Per restare nello spazio che è stato previsto, non posso neppure citare per capitoli di attenzione le molte decisioni prese.
Su Parchi, dove lo spazio è maggiore, chi vorrà potrà trovare maggiori dettagli. In questa sede, e limitandomi all’essenziale dell’essenziale, dirò che la prossima assemblea è convocata a Bruxelles, anche per prendere contatto con la nuova realtà amministrativa europea, mentre dopo il lancio della carta di Lione sono previsti appuntamenti sulla organizzazione di un tavolo di confronto mediterraneo, che soprattutto Federparchi vuole istituire dopo i buoni risultati della manifestazione di Otranto Mediterre.
Il parco del Conero non è solo un valore aggiunto per le economie turistiche della riviera omonima, né un momento indispensabile di tutela e di valorizzazione della natura e del paesaggio. È conosciuto e stimato a livello europeo per la sua capacità di non rinchiudersi nei confini provinciali e locali. Sono certo che questa caratteristica continuerà a manifestarsi, già dall’imminente appuntamento di Lione, e che i semi già abbondantemente gettati diano in un futuro non troppo remoto frutti copiosi, e soprattutto visibili ed apprezzabili da tutti.
Mariano Guzzini