Delfini di fronte Numana
Foto Luca Amico
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ADRIA WATCH
Osservatorio dei grandi
vertebrati dell'alto
Adriatico
Il nostro mare risulta, nell’immaginario collettivo, un mare
per le vacanze: un mare votato al turismo. Pochissime persone sono
consapevoli della sua ricchezza biologica. Una gran parte della popolazione
lo vede come un mare sporco (inquinato) e povero. Pochissimi sanno
che in Adriatico vivono popolazioni di delfini, tartarughe e squali.
Non c’è dubbio che rendere fruibili tali informazioni
non possa che giovare anche alla vocazione turistica dell’area.
Dal punto di vista strettamente scientifico lo studio della presenza
e/o degli esemplari spiaggiati di questi grandi vertebrati marini,
in quanto vertici della catena alimentare a cui appartengono, consente
di avere un quadro di insieme della situazione dell’ambiente
in cui essi vivono. Esistono nelle due sponde di questo mare diversi
Enti e Associazioni che svolgono ricerche scientifiche, monitoraggio
e segnalazioni di avvistamenti e/o spiaggiamenti. Il lavoro di queste
diverse entità attualmente non è coordinato e non ci
sono standard comuni di raccolta dati, elaborazione, etc. Risulta pertanto
difficile comporre un quadro d’insieme della situazione eco-biologica
di quest’area.
Da queste premesse, i partners, hanno lavorato per la realizzazione
di un progetto ambizioso.
Il rientrare fra i progetti finanziati dalla Comunità Europea è per
tutti loro un sogno che si realizza.
ADRIA-WATCH è un osservatorio scientifico sui grandi vertebrati
marini (Cetacei, Tartarughe e Squali) e, di rimando, un network di
informazione e divulgazione sull’ecosistema Adriatico.
Il progetto, al quale ha aderito il Parco del Conero, si propone
di creare una rete di centri (con il Coordinamento della Fondazione
Cetacea) in cui si utilizzino tecniche di ricerca standardizzate, e
in cui ci siano momenti di confronto e condivisione delle conoscenze.
Lo scopo principale è quello di identificare i parametri di
popolazione e di alimentazione delle specie coinvolte tramite interventi
su animali spiaggiati (esclusi squali) con rilievi morfologici ed ecologici,
analisi delle cause di morte, monitoraggio del livello di inquinanti
(metalli pesanti e inquinanti organici) e analisi dei contenuti stomacali.
Per gli squali è previsto un monitoraggio dei mercati ittici
con rilevazione delle quantità e della qualità (specie)
del pescato.
La fase di raccolta dei dati sarà preceduta dall’acquisizione
e dall’analisi dei dati pregressi inerenti alla presenza e alle
caratteristiche delle popolazioni dei grandi vertebrati marini (Cetacei,
Tartarughe e Squali) nell’area del Medio ed Alto Adriatico. Verranno
svolte ricerche documentali di carattere scientifico ed ambientale.
La raccolta dei dati vera e propria si svolgerà su un periodo
di 18 mesi. Saranno distribuite schede di segnalazione a tutti gli
operatori del mare (pescatori, autorità, centri velici, diportisti,
etc.) e 300 macchine fotografiche usa e getta ai pescatori professionisti.
Ogni centro disporrà di un numero telefonico di riferimento
per la raccolta delle segnalazioni. Saranno organizzati incontri preliminari
con le autorità allo scopo di fare conoscere il progetto e rafforzare,
in qualche caso, iniziare, una fattiva collaborazione.
Un momento fondamentale del progetto sarà l’applicazione
di 5 trasmettitori satellitari sul carapace di altrettante tartarughe,
per studiarne le rotte migratorie (questi animali sono grandi viaggiatori;
esemplari rinvenuti in alto Adriatico provenivano dalle aree di deposizione
della Grecia peloponnesica) e il comportamento di immersione in fase
di migrazione. I cinque esemplari saranno rilasciati in punti diversi
(Marche, Emilia-Romagna, Veneto, Slovenia e Croazia).
Un punto focale del Progetto è poi la disseminazione dei dati
e delle informazioni raccolte, a vari livelli. Saranno organizzate
due conferenze aperte al pubblico alla presentazione e alla chiusura
del progetto. Verrà creato un apposito sito web. Saranno prodotti
materiale divulgativo e pubblicazioni scientifiche; infine sarà organizzato
un convegno scientifico sui grandi vertebrati dell’Adriatico.
Esaminando poi i risultati ottenuti, si valuterà la possibilità di
proseguire il progetto oltre il termine del periodo previsto, affinché il
network possa continuare a operare e non vada disperso il patrimonio
di dati raccolti.
Un documento finale, alla luce dei risultati ottenuti, proporrà strategie
di conservazione delle popolazioni a rischio, e azioni di conservazione
dell’ambiente naturale dell’alto Adriatico.
Luca Amico |