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Parco del Conero



Nel Parco c'è
  Notiziario Ufficiale del Parco del Conero
Anno XI - Numero 5/6 - Dicembre 2005

NUOVE SFIDE

Il Parco e la sua area umida

Da molti anni il Consorzio del Parco del Conero ha avviato una fase di sperimentazione per la gestione di un’area umida nel contesto ambientale e geomorfologico della piana alluvionale costiera alla foce del fiume Musone. Come noto le aree umide costiere sono rarissime su tutto il tratto del litorale adriatico a sud della foce del fiume Reno sino agli stagni di Lesina e Varano nel Parco Nazionale del Gargano e la loro importanza per le rotte migratorie è altrettanto acclarata.
Nel Parco del Conero ne esistono due, rappresentate dal lago Profondo (o calcagno) e dal lago Grande in loc. Portonovo nel Comune di Ancona, ma costituiscono due biotopi di modeste dimensioni, circondati inoltre da fattori di disturbo che ne ostacolano l’uso da parte dell’avifauna migratrice.
Vista quindi l’importanza biologica e naturalistica delle zone umide, il Consorzio del parco del Conero, ha deciso di avviare un nuovo progetto in questo senso.
Una prima sperimentazione è stata fatta anni fa in collaborazione con le Opere Laiche di Loreto, per la gestione in affitto di una delle aree allagabili di origine artificiale site nella piana in destra idrografica del fiume Musone, in prossimità del confine del Parco del Conero, con l’obbiettivo primario di svolgere azioni di tutela e divulgazione scientifica.
Tempo dopo questa scelta è stata riconsiderata, decidendo di intraprendere una diversa strada: quella della creazione di una vera e propria zona umida all’interno dei confini dell’area protetta nella piana del Musone, una volta costellata da acquitrini e stagni retrodunali.
Un progetto la cui realizzazione con tecniche di bio-ingegneria, prevede l’acquisizione in gestione da parte del Consorzio per un certo periodo di un’appezzamento di terreno, un luogo che diventi nel futuro, oltre ad un sito di sosta per tutti quegli animali selvatici ed in particolare gli uccelli migratori, che frequentano le aree umide, anche un luogo di educazione naturalistica per le nuove generazioni, affinché possano prendere contatto con ambienti naturali in via di scomparsa.
Particolare importanza riveste altresì la componente botanica dato che in tali microambienti si insediano specie vegetali degne di nota, come evidenziato dalle indagini condotte dal Prof. E. Biondi del Dipartimento di biotecnologie dell’Università di Ancona in occasione della redazione del Piano naturalistico del parco. Lo stesso Piano naturalistico (pag. 195) cita: le ricerche condotte nel parco hanno portato alla individuazione di un’area planiziale di particolare interesse ambientale. Si tratta di un settore occupato da vegetazione igrofila; in questa area si prevede il recupero delle condizioni di naturalità e la creazione di un ambiente umido capace di ospitare specie faunistiche di particolare interesse. Sul versante dello studio della vegetazione litoranea va rilevato come le specie igrofile richiamate da questi siti siano ormai scomparse dal contesto locale a causa della gestione agricola delle pianure litorali. A tal proposito la gestione pubblica della piccola area umida verrà utilizzata, oltre che per l’osservazione faunistica, per lo studio ed il miglioramento delle conoscenze botaniche dell’area a sud del promontorio del Conero

Diego Mancinelli

Un video per conoscere il parco

I ritmi lenti e gli scorci antichi del viaggio senza motore, i rumori ed i profumi di un territorio attraversato a cavallo, in bici o a piedi, l’incontro con le persone che lo vivono quotidianamente; la scoperta di vere e proprie meraviglie avviene spesso ‘dietro l’angolo’ lasciando l’auto e le sue direttrici standardizzate. La prima serie de ‘Le vie dei Parchi’ è un invito alla visita rallentando la velocità; il solo modo per assaporare a fondo un Paese avvertito immediatamente come diverso, più autentico e più vicino all’uomo, che per secoli l’ha percorso e plasmato a misura delle proprie forze e di quelle degli animali al suo servizio, primo fra tutti il suo cavallo. Luoghi privilegiati degli itinerari sono i Parchi e le Riserve italiane con il loro immenso patrimonio naturale, ma anche archeologico e culturale. Oasi che tendono sempre più a favorire le modalità eco-sostenibili di fruizione del territorio e che, anno dopo anno, vanno riscoprendo il gusto di offrire percorsi antichi a misura d’uomo e di animale. Il miglior modo, per il ‘turista’ che si inerpica su un sentiero o che su due ruote entra in un borgo silenzioso o, infine, che si lancia al galoppo su una spiaggia deserta, per viaggiare un po’ dentro di sé. E ritrovarsi’’.
La cassetta è disponibile presso il Centro visite del Consorzio del parco naturale del Conero.