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Area marina protetta, no alle imposizioni!
Dall'uscita dell'ultimo numero del giornale alcune vicende
si sono affacciate alla nostra attenzione, tra le altre quelle dei centri
commerciali, dell'area marina protetta, dell'erosione della
falesia. Alcuni argomenti ci vedono interessati in via marginale, come
ad esempio quello dei centri commerciali, ma una questione mi è balzata
agli occhi ed ho voluto farla rilevare: si può chiamare un centro
commerciale, al di fuori del perimetro del Parco, inserendo nel suo appellativo
il Conero? Amio modo di vedere questo nome andrebbe salvaguardato ed usato
solo in casi particolari; per questo ho avviato tramite gli uffici una
ricerca ed una verifica sulla possibilità del suo utilizzo.
Il Parco spende da anni risorse di tutti i cittadini per valorizzare quest'area.
Il Conero è divenuto sempre più sinonimo di qualità, aria
pulita, mare pulito. Non può quindi essere usato senza che chi lo voglia
dimostri di averne le caratteristiche e sia su standard di qualità alti,
legati ad una corretta gestione dell'ambiente e delle risorse del territorio.
In questo senso credo che vada interpretata anche l'ipotesi del Ministero
di realizzare un'area marina protetta sulla nostra costa, concertandola
con le Amministrazioni interessate: una volontà di migliorare e non di
peggiorare la situazione esistente.
Nella riunione svoltasi a Roma in marzo sono state evidenziate le peculiarità turistiche
della nostra costa, il valore dell'intero nostro sistema socioeconomico,
legato ad una corretta gestione dell'ambiente ed in particolare del mare.
Aldilà di alcune bordate verbali, la presenza a Roma dei sindaci di Sirolo,
Numana ed Ancona, della Regione, della Provincia e del Presidente del Parco significano
una volontà di non accettare imposizioni, ma concertare e concordare una
possibile azione per la realizzazione di tale area, che non può essere
imposta dall'alto, ma che emerge da una esigenza del territorio. Un'idea
che, nel convegno organizzato dal Parco nel dicembre scorso, era stata largamente
condivisa.
Dobbiamo, aldilà delle legittime perplessità di ognuno dei soggetti
partecipanti, essere protagonisti in positivo per migliorare la qualità della
vita ed il sistema socio-economico del Conero. In questo quadro si inserisce
il problema dell'erosione, sulla quale il Parco ha predisposto una relazione
che invierà a tutti gli organi competenti. Le questioni riguardanti il
nostro tratto di costa non si risolvono con una soluzione legata a 200 o 500
metri di scogliere, ma con un intervento complessivo sul territorio costiero
della Provincia di Ancona e delle Marche dove l'azione dell'uomo
ha provocato guasti di cui paghiamo le conseguenze per i quali non abbiamo i
mezzi per rimediare. In questo caso è necessario un progetto di mantenimento
della costa redatto e finanziato dalla Regione Marche, l'unica che ha la
competenza e la possibilità di intervenire su un ampio tratto, in modo
da garantire un intervento capace di dare risposte efficaci al problema, nel
rispetto dell'ambiente.
Giancarlo Sagramola |