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  Notiziario Ufficiale del Parco del Conero
Anno XI - Numero 1 - Marzo 2005

"L'Adriatico non è frontiera"

Bruno Bravetti

Ad un anno dall'uscita del suo "Conosci il mondo e lo spirito che lo abita..." Bruno Bravetti sta per tornare in libreria con "L'Adriatico non è frontiera" per i tipi dell'editore affinità elettive che conterrà, anche, la traduzione in inglese. La prefazione è della professoressa Ljerka ©imunkoviÊ docente presso l'Università di Spalato e Presidente della locale sezione della Dante Alighieri. Una studiosa che da quaranta anni si occupa e studia i rapporti fra le due coste con particolare attenzione all'uso della lingua italiana.
È un lavoro di divulgazione dell'adriaticità fino ad oggi al centro della riflessione e della ricerca degli addetti ai lavori: storici, archeologi, antropologi ma poco nota al grande pubblico.
In attesa della pubblicazione ecco in anteprima per i nostri lettori ciò che ha scritto la professoressa Ljerka ©imunkoviÊ.
"L'ultima fatica letteraria di Bruno Bravetti, ultima di una lunga serie intitolata "L'Adriatico non è frontiera", articolata in tredici capitoli è dedicata ai mari Adriatico e Ionico.
A questo accertato Homo Adriaticus, per citare precedenti illustri, l'autore si è avvicinato con una operazione che va in profondità ma contemporaneamente sorvola con una visione dall'alto l'interezza dei problemi: a volo di gabbiano, come recita il titolo di uno dei più stimolanti capitoli del libro.
Mi sia consentito spiegare: il libro di Bravetti cerca la leggerezza, l'operazione di sintesi e quindi si presenta non troppo voluminoso, ma è ugualmente capace di mostrare al lettore, nei brevi ma esaurienti capitoli, la storia di un mare, o meglio la sua civiltà - per meglio dire la storia dell'adriaticità - passando in rassegna vicende che vanno dall'antichità fino alle recentissime, pragmatiche risoluzioni del "Forum delle città dell'Adriatico e dello Ionio" di cui lo stesso autore svolge il ruolo di segretario generale.
Consapevole di una scelta stilistica che vuole arrivare ad una scrittura veloce, sintetica ed asciutta, l'autore indica i luoghi di eventuali approfondimenti sulle pagine di Internet nelle quali reperire dati che non siano presenti nella sua opera o la conferma di quelli di cui viene fatta menzione.
Ma non per questo si rischia la povertà del contenuto perché il testo è davvero ricchissimo: non c'è dimensione, situazione, segmenti della adriaticità che non trovi accoglienza, che non sia rievocato, che non sia oggetto di riflessione e di profonda elaborazione.
Più che il letterato o lo storico è il giornalista che si impegna nella rievocazione, per cui non troveremo il testo appesantito dalle note a piè pagina come nella maggior parte delle rievocazioni storiche, ma avremo sempre una documentazione attendibile come viene appunto dimostrato dall'ampia ed aggiornata bibliografia.
Se c'è un precedente a cui il testo rimanda esso è in questo caso quel Breviario Mediterraneo di Predrag MatvejeviÊ che chiede soprattutto al lettore un atto di fiducia sul suo rigore di storico ed evita per questo ogni nota bibliografica.
Ma Bruno Bravetti non è soltanto homo adriaticus, egli infatti si fa premura di collocare le diversità adriatiche e le loro storie nell'ambito del contesto europeo, e per questo scrive: "l'Europa delle diversità farà l'unità dell'Europa, perché le diversità, vivendo insieme, fanno più forte la nostra unità".
Bruno Bravetti insiste proprio su questa immensa ricchezza delle differenze e sottolinea il ruolo che esse hanno sul piano dei microlivelli: "Slovenia, Croazia, Montenegro, Albania, Italia e Grecia sono i sei stati che si affacciano sulla costa est. Non esistono differenze radicali nella cucina, ma, come in Italia ogni territorio ha la propria specialità perché, ad esempio, il brodetto di pesce all'anconitana è diverso da quello di Porto Recanati che, a sua volta è differente da quello di San Benedetto del Tronto e... siamo sempre nelle Marche".
Perciò cari lettori, se non sapete quale differenza corra tra il baccalà alla veneta e lo stoccafisso all'anconitana, se vi interessa sapere quale storia c'è e qual è il senso della frase "i nostri pesi impediscono l'ingannare e l'essere ingannati e Dio mi pesa quando peso le merci" leggete questo piccolo ma elegante e preziosissimo libro.
Pur nella sua compiutezza strutturale la ricchezza del contenuto de "L'Adriatico non è frontiera" vi permette agevolmente di iniziare la lettura da un qualsiasi capitolo e soprattutto la quantità di informazioni è tale che potrete verificare il vostro grado di preparazione sui mille svariati argomenti che abitano in queste pagine.
Se siete convinti, ad esempio, di sapere tutto sulle barche potete farne la verifica, ma sono convinta che fuori di ogni dubbio apprenderete sempre qualcosa di nuovo.
Una volta bastavano due lettere B.B. per farmi evocare qualcosa di famoso e di importante (che esula totalmente dall'argomento trattato in questo libro), oggi per me occorrono tre B e corrispondono alle mie felicitazioni dopo la lettura di un libro come questo: bravo Bruno Bravetti".