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L’asciutta estiva di Punte Alberete

(Comacchio, 14 Lug 22) Quasi tutte le nostre zone umide sono relitte di complessi palustri più estesi e da sole non riescono a mantenere gli equilibri naturali.

Il mantenimento degli aspetti naturalistici e paesaggistici di pregio è legato a operazioni gestionali ben precise e attentamente valutate, anche in base alle caratteristiche e alla vocazione delle diverse aree.

Punte Alberete era una palude perifluviale del fiume Lamone ed ancora ne presenta le caratteristiche. Prima che fosse inalveato, il Lamone disperdeva le proprie acque invernali e primaverili in una vasta area tra Via Sant'Alberto e la Romea. Al ritirarsi estivo del fiume, si asciugavano prima le zone più elevate e più tardi (o mai fino al riapparire delle piogge autunnali) quelle più profonde (come Valle Mandriole, a nord di Punte Alberete e del Lamone).

Nelle aree più elevate, come Punte Alberete, crescono foreste di alberi igrofili, che sono sì, amanti dell'acqua, ma che non sopravvivono ad un allagamento superiore a 8/9 mesi all'anno.

Per mantenere l'incantevole bosco allagato di Punte Alberete, quindi, occorre necessariamente asciugare progressivamente il biotopo da giugno ad agosto, per poi allagarlo di nuovo, simulando l'ingresso delle piene autunnali, un ciclo che, appunto, mantiene gli equilibri necessari alla sua conservazione.

Bosco allagato di frassini di Punte Alberete
Bosco allagato di frassini di Punte Alberete
Coppia di Morette tabaccata
Coppia di Morette tabaccata
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