Logo Parco del Delta del Po

Parco del Delta del Po



Ravenna

Ravenna Nasce come città lagunare forse già in epoca etrusca. Nel I sec. a.C. divenne municipio romano per passare poi sotto il diretto dominio di Roma. Nelle vicinanze, Augusto fece costruire Classe, importantissimo porto militare e commerciale.

Ravenna raggiunse il periodo di massimo splendore nel V-VI secolo. Nel 402 Onorio vi trasferì la sede dell'impero e ne fece un baluardo a difesa delle invasioni barbariche.

Fu poi sotto il potere dei re goti Odoacre e Teodorico e, nel 540, conquistata da Bisanzio, divenne la capitale dell'Esarcato.

Sono di questo periodo i più importanti monumenti della città: il Mausoleo di Galla Placidia ornato di mosaici di pure forme classiche, la Chiesa di S. Giovanni Battista con il gotico portale marmoreo, il Battistero Neoniano, detto anche degli Ortodossi, il Battistero degli Ariani, l'imponente Mausoleo di Teodorico, le Basiliche di S.Apollinare Nuovo, S.Vitale, e S. Apollinare in Classe, con gli splendidi mosaici che hanno resa famosa Ravenna in tutto il mondo, la Chiesa di S. Francesco, con a fianco il sepolcro di Dante Alighieri. Passò poi ai Longobardi, ai Franchi e allo Stato Pontificio per divenire comune nel 1200. Dopo la signoria dei Polentani e il dominio di Venezia, fu nuovamente amministrata dalla Chiesa sino all'Unità d'Italia.

Risale all'epoca della dominazione veneta (14491500) la sistemazione della Piazza del Popolo. Della seconda metà del l500 è la chiesa di S..Ilaria in Porto con la facciata settecentesca di stile palladiano. Attigue sono l'Accademia di Belle Arti e la Pinacoteca Comunale che ospita dipinti di scuola romagnola, toscana e veneta dei secoli XIV-XVII e la famosa statua funeraria di Guidarello Guidarelli. Non lontano è l'importantissima Biblioteca Classense, nell'ex monastero cinquecentesco dei monaci camaldolesi.

Ravenna è ora uno dei porti più attivi dell'Adriatico cui è collegata con il canale Candiano, e centro industriale noto per gli insediamenti nel settore della chimica e della petrolchimica.

E' città turistica tra le prime in Italia, oltre che per l'enorme rilevanza delle sue opere d'arte, anche per le sue Marine: Casalborsetti, Marina Romea, Porto Corsini, Marina di Ravenna, Punta Marina, Lido Adriano, Lido di Dante, Lido di Classe e Lido di Savio, tutte località balneari ormai affermate a livello europeo.

A 15 chilometri a Nord di Ravenna, ai margini delle valli di Comacchio, si trova S. Alberto.

Il paese prende il nome dalla chiesa fatta erigere dall'imperatore germanico Ottone III in onore di Adalberto, arcivescovo di Praga martirizzato nel 997. Sino all'inizio del 1600, S. Alberto era a sinistra del Po di Primaro, che sino a non molto tempo prima era navigabile. In tempi più recenti il Po perse l'originaria denominazione per assumere quello del fiume Reno che vi fu inalveato. Merita una visita il panorama godibile dagli argini. La Biblioteca è ospitata nella casa che fu del poeta Olindo Guerrini, più noto come Lorenzo Stocchetti . Nelle vicinanze, verso il mare, è la frazione di Mandriole, che prese il nome dalle mandrie che qui pascolavano prima delle grandi bonifiche. Nel paese si può rileggere una pagina di storia segnata da Giuseppe Garibaldi e dalla moglie Anita visitando l'ex Fattoria Guiccioli dove è situata la stanza in cui Anita spirò e il cippo marmoreo innalzato in via Corriera Antica, nel punto dove fu sepolta la notte del 4 agosto 1849; la stele nel Cimitero fu posta nel 1959 nel centenario della traslazione della salma.

Interessante è la Ghiesa Parrocchiale di stile rinascimentale, eretta nel XVII sec., si pensa come oratorio dei Conti Guiccioli; conserva un interessante dipinto della scuola del pittore ravennate Luca Longhi, dedicato a San Clemente, e un sacello dove nel 1859 riposò la salma di Anita.


Sant'Apollinare in Classe

Sant'Apollinare in Classe S. Apollinare in Classe è una chiesa cimiteriale, l'unica rimasta quasi intatta per tanti secoli a vegliare e a testimoniare la città sepolta che le giace accanto e la necropoli cristiana che si estende nel suo sottosuolo.

Costruita in epoca bizantina, sotto Giustiniano, finanziata da Giuliano Argentario, la basilica fu consacrata nel 549 dal vescovo di Ravenna Massimiano, appena due anni dopo la celeberrima basilica di S. Vitale.

Fu dedicata a S. Apollinare, primo vescovo e patrono di Ravenna, che,venuto forse da Antiochia verso la fine del II secolo, organizzò in Classe la comunità cristiana. Egli morì lapidato e le sue spoglie furono sepolte fuori dalla città, nel luogo ove sorge la basilica.

L'esterno della chiesa è molto semplice, edificato in mattoni lunghi e stretti, alternati con spessi strati di calce, che creano l'effetto cromatico di strisce bianche e rosse. Il campanile, costruito probabilmente nel X secolo, a forma cilindrica, è snellito da diversi ordini verticali di monofore, bifore e trifore.

All'interno, la basilica è formata da tre navate separate fra loro da due file di 24 colonne di marmo greco, venato trasversalmente, e sormontate da capitelli bizantini.

Ma l'opera d'arte che impreziosisce maggiormente la chiesa è la decorazione a mosaico dell'abside.

La composizione musiva, realizzata nella seconda metà del Vl secolo, si struttura in due parti: in alto la trasfigurazione di Cristo sul monte Tabor, rappresentata entro un grande disco stellato; nella zona sottostante, la figura di S. Apollinare orante è collocata entro un paesaggio verdeggiante e fiorito, denso di piante che richiamano la vicina pineta. Negli spazi fra le finestre sono raffigurati quattro vescovi fondatori delle principali basiliche ravennati: Ecclesio, Severo, Orso e Ursicino. Completano la decorazione altri due quadri musivi del VII secolo. 


Basilica di S. Vitale

Basilica di S. Vitale Fu eretta dopo il 525 per volere di Giustiniano e Teodora, imperatori d'Oriente, e consacrata dall'Arcivescovo Massimiano nel 547.

E una delle più belle realizzazioni dell'arte paleocristiana in Italia: ha pianta ottagonale ed è cinta da un doppio loggiato.

L'interno è di irripetibile bellezza per la ricchezza delle decorazioni musive e dei rivestimenti marmorei. Il vano centrale è coperto dalla cupola, pure ottagonale, su alte arcate.

Il presbiterio ha le pareti ricoperte di preziosi mosaici di forme classiche, rappresentanti al centro il Cristo redentore fra S. Vitale e il Vescovo Ecclesio e, ai lati, scene del Vecchio Testamento, Profeti ed Evangelisti. La mensa dell'altare è formata da una lastra di alabastro.

Nell'abside, in due riquadri in basso, sono rappresentati Giustiniano e Teodora con i loro cortei, nelle stilizzazioni tipiche dell'arte bizantina. Attigui alla Basilica si trovano il Museo Nazionale (reperti di età romana e paleocristiana), che ha sede in un antico monastero benedettino e il Mausoleo di Galla Placidia, tempietto a croce latina con mosaici e sarcofagi, eretto alla metà del V secolo. 


Mausoleo di Teodorico

Mausoleo di Teodorico E' a meno di due chilometri dal centro, oltre la Rocca Brancaleone. Fu fatto erigere nel 520 da Teodorico.

L'edificio, a due piani e a base decagonale, fu realizzato con grandi blocchi di pietra d'Istria; è sormontato da una cupola di undici metri di diametro ricavata da un monolito calcareo . Il vano inferiore ha forma di croce; quello superiore è circolare con al centro una vasca di porfido in cui trovò sepoltura il re barbaro. 


Zona Archeologica di Classe

Zona Archeologica di Classe Uscendo da Ravenna in direzione Sud, poco dopo aver varcato il ponte sui Fiumi Uniti (Ronco e Montone), ecco profilarsi, sulla via Romea, la sagoma imponente di una delle più famose basiliche ravennati, S.Apollinare in Classe, caratterizzata dell'inconfondibile campanile cilindrico.

Dalla base del ponte sino alle immediate vicinanze della chiesa, la strada fiancheggia una vasta zona archeologica che ha rivelato la grandiosa configurazione dell'antico porto di Ravenna e dell'insediamento urbano che si sviluppò intorno ad esso in epoca romana, romano-barbarica e bizantina, dal I al VII secolo: una vera e propria città, abitata prevalentemente da orientali, che si arricchì di monumenti insigni, come attestano i ritrovamenti e i mosaici che adornano la chiesa di S. Apollinare Nuovo.

Dal porto romano che ospitava la più grande flotta (in latino, Classis) militare dell'Impero, la città prese il nome che ancora oggi designa la località. Gli scavi hanno messo in luce strade e mura, case e opifici e, nel settore Sud, una grande necropoli con molte chiese. 


Palazzone di S. Alberto

Palazzone di S. Alberto Tipico edificio della fine del 1500 (con aggiunte e modifiche secentesche) con una sensibile scarpata perimetrale. Fu fatto costruire probabilmente dagli Estensi come sede di un presidio militare e appartenne in seguito a nobili famiglie ravennati. Sono pochi i dati relativi al Palazzone, certo che la mole e la struttura che ancora lo distinguono dagli altri edifici pubblici e privati del paese, fanno pensare che in passato abbia avuto un ruolo sociale importante.

Oggi è in corso di ristrutturazione per divenire il principale Centro Informazioni del Parco per la parte Ravennate. Sempre a S. Alberto rilevante è Gasa Guerrini, piccolo Centro culturale del Parco.