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Giovani voci raccontano le Giudicarie Esteriori

Lo “Storytelling dei locals” è giunto alla sua terza edizione, rivelandosi una formula vincente.

(Tione di Trento, 23 Ott 21) di Viola Ducati


Nicola ha 21 anni, vive a Ponte Arche e studia ingegneria a Trento. È uno degli animatori dell'associazione Giovane Judicaria, nata nel 2009 per promuovere la conoscenza del territorio giudicariese fra i suoi abitanti più giovani. Ho incontrato Nicola per la prima volta a Larido, nel comune di Bleggio Superiore, in una piovosa serata di fine maggio. Con lui c'erano Eric, Monica, Martina e una decina di altri ragazzi e ragazze del posto. Sono loro i "locals" che per tutta l'estate hanno accompagnato curiosi e turisti alla scoperta della storia, della cultura e della natura delle Giudicarie Esteriori.

Lo "Storytelling dei locals" è giunto nel 2021 alla sua terza edizione. La formula sperimentata nel 2019 si è rivelata vincente: tra maggio e giugno i giovani vengono formati sul territorio, attraverso incontri e visite a molte realtà locali d'eccellenza; da luglio a fine settembre si incontrano una sera a settimana all'Infopoint Villaggino di Ponte Arche, per restituire ai visitatori un racconto personale e genuino della loro terra. Le ragazze e i ragazzi coinvolti, infatti, non sono guide turistiche, ma "storytellers": narrano aneddoti e antiche storie locali per dare una voce e un volto ai comuni, alle associazioni, alle pievi di campagna e ai molti siti dell'Ecomuseo della Judicaria.

I turisti che partecipano alle passeggiate serali sono soddisfatti e grati. Seguendo i ragazzi in giro per il paese, ascoltando la storia della cooperazione trentina o del fiume Sarca, possono toccare con mano un po' della ricchezza immateriale del territorio: oltre alla bellezza dei paesaggi, ai prodotti tipici, ai sapori della cucina tradizionale, ai castelli e ai borghi medievali, nelle Giudicarie Esteriori c'è un patrimonio culturale e sociale molto vivace e dinamico, che ha valso alla Judicaria il riconoscimento UNESCO di "Riserva di Biosfera". I racconti dei giovani, infatti, parlano in primo luogo di comunità, e dalle loro parole traspare un fiero senso di appartenenza alla valle.

E i "locals"? Chi partecipa a questa iniziativa ha la possibilità di mettersi in gioco, di scoprire le peculiarità del proprio territorio e soprattutto di conoscere sé stesso. In fondo, sono proprio i giovani i veri destinatari dello storytelling: incontrandosi, scambiando conoscenze e proponendosi come gruppo ai visitatori, le ragazze e i ragazzi coinvolti costruiscono e comunicano la loro identità personale e collettiva. «Qui non vai a buttare rifiuti nei boschi», racconta Nicola, «perché i boschi sono anche tuoi. Ogni paese ha degli antichissimi diritti d'uso sui terreni circostanti, che le ASUC [gli enti che si occupano della gestione del patrimonio collettivo appartenente a una comunità, n.d.r.] regolano e difendono tutt'oggi». Raccontarsi, scoprirsi, ritrovarsi: lo "Storytelling dei locals" è molto più di un'offerta turistica.

Un gruppo di visitatori al Parco delle Terme di Comano (foto di Nicola Cherubini)
Un gruppo di visitatori al Parco delle Terme di Comano (foto di Nicola Cherubini)
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