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Centro per la Tutela della Biodiversità degli Ambienti Acquatici
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Operativo ad Avigliana il Centro per la Tutela della Biodiversità degli Ambienti Acquatici

Nell'anno internazionale dedicato alla Biodiversità, il Parco Naturale dei Laghi di Avigliana ha aperto ufficialmente il Centro di Tutela della Biodiversità degli Ambienti Acquatici

Situato in un edificio comunale di frazione Bertassi il Centro, che è già al secondo anno di attività, è stato presentato ufficialmente alla cittadinanza il 19 febbraio scorso, durante una serata aperta al pubblico.
«Il Centro nasce dall'esigenza di rispondere alle richieste di una maggior conoscenza degli ecosistemi acquatici e della presenza di un organismo operativo in grado di pianificare ed eseguire interventi gestionali e conservazionistici volti a preservare la fauna e le comunità degli ambienti dulcacquicoli», spiega Gilberto Forneris, docente della Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università di Torino, Consigliere del Parco Naturale dei Laghi di Avigliana, ideatore e coordinatore del Centro.
Istituito già nel 2005 con una convenzione tra la Regione Piemonte, il Comune di Avigliana, la Provincia di Torino, il Parco naturale dei Laghi di Avigliana e il Dipartimento di Produzioni Animali, Epidemiologia ed Ecologia della Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università degli Studi di Torino, il Centro ha traslocato in questi ultimi mesi nella nuova sede i laboratori di genetica sperimentale ed applicata e il centro di calcolo e statistica applicate all'ecologia, arrivando ad essere oggi pienamente operativo.
Vi lavorano tecnici di laboratorio, veterinari e laureati in Scienze naturali e biologiche, coordinati dal Dottor Alvise Lucarda, ricercatore presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università di Torino e responsabile scientifico.
Nel centro vengono eseguite indagini sulle entità zoologiche autoctone ed endemiche legate all'ambiente acquatico nonché tutte quelle di elevato pregio naturalistico, in particolare appartenenti alla fauna ittica. Dovendo sovente trattare problematiche conservazionistiche riconducibili alla presenza di specie alloctone introdotte, anche queste ultime diventano necessariamente oggetto di studio al fine di individuarne le caratteristiche biologiche critiche che le rendano controllabili o se possibile ne consentano la rimozione. L'ambito territoriale è prevalente regionale, ma vengono svolti studi anche per altri enti di gestione territoriale, sia nazionali che internazionali.
Il Centro è costituito da un laboratorio di biologia molecolare per ricerche genetiche e da una unità per la sperimentazione controllata, consistente in vasche e strutture per la riproduzione artificiale di organismi acquatici. Associato a queste due unità vi è un centro di gestione ed elaborazione dati, analisi d'immagine e biometriche con una sezione dedicata alla progettazione di studi ed interventi applicativi sia a livello faunistico che ambientali (interventi di ingegneria naturalistica) per la gestione e la salvaguardia degli ecosistemi acquatici.
La particolarità del Centro aviglianese è quella di eseguire in loco tutte le analisi sui campioni di studio, dal prelievo degli stessi fino alla consegna dei risultati, seguendo rigorosamente tutte le fasi in successione sin dal campionamento in ambiente naturale, determinante per l'affidabilità dei risultati.
Per fare un esempio concreto, se si devono analizzare le condizioni di “salute” di una popolazione di trota marmorata, si procede prima a definire dove, come, quanti campioni prelevare in natura; quindi si programmano i censimenti per il prelievo dei campioni che portati in laboratorio vengono sottoposti ad estrazione degli acidi a cui fa seguito l'amplificazione di PCR o il clonaggio per mezzo di vettori su colonie batteriche (moltiplicazione di tratti specifici di acido nucleico in milioni di copie).
Gli acidi nucleici amplificati vengono sottoposti ad analisi elettroforetiche di mobilità di frammenti o analisi di sequenza, i cui risultati vengono utilizzati in studi di genetica di popolazione e in studi sull'ibridazione delle specie native con forme alloctone, come nel caso della trota marmorata introgressa dalla trota fario.
per poi passare agli studi successivi.
Lo staff operativo è costituito da personale specializzato nei lavori di campionamento e censimento sul campo, da personale specializzato in biometria e da personale tecnico di laboratorio specializzato in genetica molecolare.

Per tutelare la Biodiversità occorre prima conoscere: per questo è nato il Centro
Sabato 20 marzo, in occasione della giornata di conoscenza promossa dal Parco Naturale dei Laghi di Avigliana per festeggiare i 30 anni di istituzione dell'area protetta, si parlerà anche del nuovo Centro di Bertassi.
Qui di seguito, altre informazioni sulle attività svolte:

  • Studi di genetica di popolazione su DNA mitocondriale e nucleare finalizzate alla ricostruzione filogeografica della attuale distribuzione delle forme acquatiche autoctone (es.: trota marmorata, temolo, luccio), nonché finalizzati al controllo del fenomeno dell'ibridazione (es.: tra la trota fario e la trota marmorata, il luccio nativo e quello di origine danubiana introdotto) e il riconoscimento di ceppi genetici non autoctoni introdotti o traslocati (es.: temolo, luccio, trota marmorata).

  • Certificazione genetica di ceppo autoctono per salmonidi e altre specie ittiche per idoneità alla reintroduzione.

  • Studi sul benessere animale mediante marcatori genetici e ormonali. Questi studi vengono eseguiti in totale autonomia utilizzando tecnologie d'avanguardia di cui il centro si è dotato negli ultimi due anni. Consentono di monitorare e studiare il grado di stress indotto negli animali selvatici a seguito di manipolazioni quali la cattura, trasporto, contenimento in cattività, riproduzione in cattività, accrescimento in ambiente artificiale e alimentazione non naturale.

  • Studi di metodi di manipolazione, mantenimento in cattività e di riproduzione artificiale di specie autoctone e di elevato pregio naturalistico a fini di ripopolamento (trota, temolo, luccio).

  • Studi di struttura, dinamica di popolazione e ricolonizzazione delle specie autoctone legate agli ambienti acquatici e anche di quelle introdotte, mediante censimenti e campionamenti sul campo. La raccolta dei dati viene effettuata sia mediante i tradizionali metodi di campionamento (pesca elettrica, reti fisse e mobili, trappole ecc.) ma anche mediante visual census subacqueo ed immersioni tecniche in ambienti difficilmente accessibili (sifoni naturali e artificiali, opere idroelettriche, grotte sommerse)

  • Studi biometrici e morfometrici, che essendo caratterizzati da mini-invasività o assoluta non-invasività, consentono di effettuare un monitoraggio di condizione sia a livello individuale, sia a livello di popolazione anche con sistemi remoti, quindi senza procurare disturbo alle comunità animali sottoposte a studio.

  • Studi di telemetria e radiotracking, utilizzando sia strumenti attivi (radiotrasmittenti) che passivi (microchip), mediante i quali viene consentito di studiare gli spostamenti naturali degli organismi acquatici e quindi di quantificare le influenze e gli esiti delle modifiche ambientali apportate dall'uomo sul naturale dinamismo distributivo e numerico delle popolazioni animali.

  • Studi di biorecupero degli ambienti acquatici, reintroduzione di specie autoctone, rimozione di forme esotiche sia in ambienti fluviali che lacustri.

  • Studi di ripristino ambientale e progettazioni di interventi per il naturale recupero di ambienti acquatici parzialmente o pesantemente compromessi, sia sotto il profilo del comparto biotico come di quello abiotico e dei deflussi minimi vitali, principalmente mediate tecniche di ingegneria naturalistica.

  • Progettazione e pianificazione di strategie gestionali con finalità conservazionistica delle specie endemiche, autoctone e di elevato pregio naturalistico, consulenza ma anche intervento diretto.

Amnisiadi: raccolti 400 chilogrammi di rifiuti

amnisiadi educazione ambietale
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amnisiadi momento della giornata
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amnisiadi rifiuti raccolti
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Ottimo successo per la prima edizione delle olimpiadi dei rifiuti dimenticati

Comunicato stampa, 29 settembre 2009
Ottimo successo per la prima edizione delle Amnisiadi, le Olimpiadi dei rifiuti dimenticati, che si è svolta domenica 27 settembre nella zona del Lago Piccolo di Avigliana, all'interno dell'area protetta del Parco dei Laghi di Avigliana.
Una trentina di persone, tra cui ecovolontari, famiglie, singoli cittadini, e una decina di bambini, ha aderito all'appello lanciato da diversi enti ed associazioni, tra cui il Parco e l'associazione "La nuova Antichi Passi" per una singolare sfida a raccogliere i rifiuti lasciati dai gitanti e a differenziarli.
A causa del maltempo dei giorni precedenti, dei quattro percorsi previsti ne sono stati realizzati solo due, tra i due Laghi e le borgate confinanti in territorio di Trana. Un quintale di rifiuti nel primo percorso, una cinquantina di chilogrammi circa il "bottino" del secondo: tutto materiale differenziabile e quindi avviato alla corretta differenziazione.
Il personale del Parco e gli ecovolontari hanno provveduto anche ad una radicale pulizia dai materiali ingombranti (dei quali si occuperà l'azienda di raccolta locale, l'Acsel): sono stati purtroppo trovati materassi, tappeti, televisori, poltrone. In totale, 400 chilogrammi circa di rifiuti, in una zona protetta, zona Sic (sito di importanza comunitaria) e Zps (zona di protezione speciale).

«A dimostrazione di come spesso ci sia proprio una disinformazione delle persone, oltre che la cattiva volontà, abbiamo trovato sfalci e un uccellino morto racchiusi in due sacchetti di plastica - racconta Laura Grandin di Antichi Passi - Questo dimostra ancora una volta come una buona opera di sensibilizzazione, ad esempio nelle scuole, o in giornate come questa, sia indispensabile. È chiaro che una persona informata saprebbe che un uccellino morto si può degradare in modo naturale all'interno di un ambiente protetto: è il sacchetto di plastica il problema. Si tratta di processi mentali di "non conoscenza" che miriamo a sanare con attività di educazione ambientale come queste». Durante le Amnisiadi, si è spiegato ai presenti che meglio sarebbe acquistare i prodotti senza rifiuto già all'origine: ad esempio, in una confezione di tonno, si butta via, tra carta e latta, oltre il 50 per cento del peso. Occorre quindi pensare al rifiuto già al momento dell'acquisto.
Il Presidente del Parco dei Laghi Remo Tabasso aggiunge: «Per fortuna ci sono iniziative come queste, in quanto per problemi di fondi non riusciremmo da soli come Ente a togliere tutta l'immondizia che viene impropriamente buttata nel nostro territorio protetto. C'è quindi una valenza pratica-operativa della giornata, oltre all'altrettanto importante valenza educativa: il Parco vuole dare l'esempio di cosa si può fare per l'ambiente».

Ottima la sinergia tra tutti gli enti e le associazioni coinvolte nell'organizzazione.
Il momento più bello, la premiazione: tutti hanno ricevuto un riconoscimento per il prezioso lavoro svolto in una giornata di allegria e di amore per l'ambiente. I premi consistevano in prodotti legati al territorio e alle buone pratiche in campo ambientale. La Coop ha omaggiato i partecipanti con una grossa borsa per la spesa in cotone ed un vasto assortimento di prodotti ecologici.
Ricordiamo che le "Amnisiadi" rientravano all'interno delle iniziative di "Puliamo il mondo", la giornata organizzata da Legambiente che ha visto eventi simili in tutta Italia, e del laboratorio territoriale di educazione ambientale del progetto Infea "Fra laghi e colline".

Programma della giornata


Solar Challenge: la barca del Parco dei Laghi di Avigliana vince in casa

Solar Challenge 2009
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Solar Challenge 2009
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Comunicato stampa, 20 luglio 2009
Buon successo per la gara internazionale di barche solari "Solar Challenge" che si è svolta domenica 19 luglio nelle acque del Lago Grande di Avigliana.
Settima edizione, terzo memorial "Gian Mario Bertolino", la gara è stata trasmessa in diretta su internet grazie alla collaborazione di www.electricmotornews.eu, ricevendo molti contatti in particolare dall'estero.

Dieci le imbarcazioni in gara, che si sono "sfidate" in diverse prove per tutta la giornata. Al mattino la gara di resistenza, al pomeriggio le prove di velocità, manovrabilità e "stop & go".
Sette le barche con equipaggio italiano; gli altri partecipanti provenivano da Germania, Olanda e Svizzera.
La barca del Parco dei Laghi, "Gianni", dedicata a Gian Mario Bertolino che ideò la manifestazione, ha vinto nella categoria "sperimentali" (fino a 1 kWp), grazie soprattutto alla prova di velocità.
Nella classe "open", dopo lo svizzero Olivier Guisan, seconda la barca della Città di Avigliana "- CO2".
Da segnalare la presenza della barca "Gal Galleggia" dell'istituto superiore aviglianese "Galileo Galilei", con studenti coordinati dal professor Buzzichelli che hanno costruito l'imbarcazione grazie alle donazioni di alcune ditte locali, del Parco stesso e che hanno completato l'opera con fantasia ed entusiasmo.
A corredo della manifestazione sportiva, nei pressi del Centro Velico Aviglianese, sulla passeggiata che costeggia il Lago, esposizione di aziende che trattano prodotti legati al fotovoltaico, al risparmio energetico e al rispetto ambientale.
Il pubblico ha potuto effettuare giri su "Solo sole", la barca dell'associazione "Serra Morena" di Ivrea che è in dotazione al Laboratorio permanente di Educazione Ambientale Cirda.

Soddisfazione all'Ente Parco, sia per la vittoria, sia soprattutto per la "filosofia" della gara e della giornata: far conoscere un altro modo di navigare, lento, ecologico, silenzioso, rispettoso dell'ambiente, che ben si adatta all'area del Parco, che è Sic, Sito di importanza comunitaria, come definito dalla direttiva europea Habitat (Sic è un sito che contribuisce in modo significativo al mantenimento della diversità biologica), e Zps, zona protezione speciale, come definito dalla direttiva europea "Uccelli".

Il Parco ringrazia caldamente tutti gli sponsor della giornata e quanti hanno contribuito alla riuscita della manifestazione.


Alcune immagini dell'iniziativa:



Gara di barche solari Lago di Avigliana Solar Challenge

Gara di barche solari Lago di Avigliana Solar Challenge
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barca solare
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barca solare
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Il nuovo regolamento europeo recepisce la filosofia slow navigation
L'Osservatorio sulla sostenibilità propone un nuovo modello turistico

Comunicato stampa, 22 giugno 2009
E' fissata per domenica 19 luglio Solar Challenge, gara internazionale di barche solari, presso il Lago Grande di Avigliana. In questa settima edizione si utilizza un regolamento unico europeo che ha recepito la filosofia "slow navigation"*.

Un modo diverso di approcciarsi alla natura, seguendone i ritmi.
Così come proposto dall'Osservatorio sulla sostenibilità.
L'Osservatorio, costituito nel 2007 con una convenzione stipulata tra l'Ente Parco Naturale Regionale dei Laghi di Avigliana, il Comune di Avigliana e l'Istituto tecnico G. Galilei è formato da un comitato di sei esperti in varie discipline, nominati dai tre Enti, a cui si sono aggiunti nel tempo altri esperti.
La sua finalità è promuovere "pratiche sostenibili" in quattro ambiti: ambientale, sociale, economico e psico-fisico, con la sostenibilità ambientale fondamento anche delle altre. Fornisce consulenze gratuite con funzioni propositive ad enti e privati.
Tra le varie attività, nella sezione "territorio" si occupa di salvaguardia di particolari risorse ambientali ed esempi di valorizzazione sostenibile del territorio; nella sezione "alimentazione organico-biologica" del progetto "Cittàdelbio". Inoltre, di educazione ambientale con laboratori didattici scientifici.
In stretta collaborazione con il Parco Naturale dei Laghi di Avigliana, l'Osservatorio sulla sostenibilità si occupa nella sezione "pratiche" di solar slow navigation (oltre che di valutazione del risparmio domestico di Carbonio e compostaggio) e del sistema del turismo educativo.
«Gli studi per le applicazioni del fotovoltaico alle imbarcazioni, verso una filosofia della navigazione lenta, hanno importanti risvolti pratici. Tutto il sistema delle acque interne può utilizzare imbarcazioni alimentate dal sole, riducendo l'inquinamento e permettendo una diversa fruizione dell'ambiente, più rispettosa. Inoltre, gli studi su nuove tecnologie possono avere risvolti positivi anche in altri ambiti, si pensi ad esempio a creazione di possibilità di sviluppo e perché no, alla creazione di posti di lavoro», afferma il Presidente del Parco dei Laghi di Avigliana Remo Tabasso.

* La filosofia Slow navigation:
La "lentezza" non è un valore di per sé, ma quella caratteristica della mobilità sufficiente a far stabilire un rapporto stretto emozionale e riflessivo, tra il navigante e l'ambiente acquatico che sta attraversando. È la filosofia della visita conoscitiva del luogo, che privilegia il viaggio piuttosto che l'obbiettivo del raggiungimento di una meta. La navigazione solare, rispetto a quella a vela, offre in più la "relativa liberazione" dalle necessità della conduzione dell'imbarcazione, pur conservando le caratteristiche di silenziosità e di "non inquinamento".

Ricordiamo che l'equipaggio del Parco dei Laghi di Avigliana parteciperà alle manifestazioni "Solar event" il 27 e 28 giugno a Chambery e "Lago Maggiore Solar Challenge" ad Arona l'11 e 12 luglio.

La gara si potrà vedere in diretta dalle ore 14.00 alle ore 19.00 sul Sito web: www.comune.avigliana.to.it


L'irrinunciabile duplice finalità delle Aree Protette e l'Osservatorio della Sostenibilità

Salotti Gianfranco, Vicepres. Parco Naturale Regionale dei Laghi di Avigliana (TO)

Le due finalità
Le Aree protette non devono venire trattate come semplici merci o come aridi fattori di una economia che esaurisce ogni tipo di risorsa che tocca, bensì come insostituibili fondamenti di uno sviluppo più durevole, sicuro , soddisfacente e giusto, di un vero progresso. Perché ciò sia possibile occorre però riesaminare la filosofia ed i ruoli che le riguardano.

  • La conservazione
    Innanzi tutto il ruolo, ovvio, di conservazione della natura.
    Tutti ormai sappiamo,però, che gran parte delle attuali Aree protette non sono in grado di assicurare appieno la funzionalità degli ecosistemi del proprio territorio o quanto meno assicurarne la dinamicità naturale evolutiva. Questo perché, in generale, la qualità e la consistenza dei loro corpi costitutivi, terra/acqua/aria, non presentano caratteristiche adeguate.
    Come, infatti, è possibile conservare, per esempio, il sistema palustre/lacustre dei Laghi di Avigliana, se l'attività di conservazione non include tutto quanto il bacino imbrifero che lo alimenta?
    Come, infatti, è possibile conservare la funzionalità ecosistemica e la biodiversità se l'estensione del territorio di gran parte delle Aree protette non è sufficiente ad includere tutte le componenti ecologiche che tengono in vita l'ecosistema che si intende proteggere?
    Sempre nell'esempio Aviglianese, varie specie di fauna del Parco sono legate alla loro possibilità di mobilità da altre aree circostanti ma non protette allo scopo.
    Come, infine, è possibile svolgere con successo il ruolo di conservazione, se il corpo atmosferico di molte delle Aree protette è profondamente inquinato e turbato da illuminazioni notturne, sorvoli, ecc.?
    E' evidente da ciò che le Aree protette attuali non assicurano a sufficienza la riproducibilità e sicurezza delle varie risorse ritenute tali e questo, va a scapito sia della finalità protezionistia, sia della la eventuale utilizzazione economica soostenibile.
    Il Parco Aviglianese, per affrontare tale vitale problema, si è dotato di un Piano di Completamento del proprio territorio, prevedendo varie forme di protezione per aree essenziali fuori Parco. Per esempio l'inserimento nel PTA (Piano Territoriale delle Acque) di tutte le aree del proprio bacino imbrifero, ora escluse. Operando in tal senso i Parchi attuali divengono, inoltre, un po' i "neuroni" di una rete ecologica interconnessa che irrobustisce l'attuale debole struttura a macchia di leopardo.

  • Motore di progresso
    A questo punto, solo cioè quando si possa contare su Aree protette completate secondo i concetti appena espressi, solo a questo punto si pone la questione del contributo all'economia, un contributo fondamentale e inevitabile vista anche l'estensione ancora più rilevante dell'attuale che verrebbero ad avere le Aree protette nel contesto territoriale italiano.
    E immediatamente si pone la questione della Sostenibilità ambientale dell'utilizzo di tali aree e perciò di una sua corretta definizione. Progredire dovendo utilizzare le risorse di un territorio protetto senza comprometterne le sue peculiarità naturalistiche, implica l'adozione di un Principio di sostenibilità che non è semplicemente quello del minimo impatto.
    Infatti questo "minimo" è o diviene nel tempo sempre troppo grande, sia perché se ne giustificano innalzamenti "congiunturali", sia la mai esaustiva conoscenza scientifica, la scienza infatti procede per piccoli passi, della vitalità di sistemi così complessi come quelli naturali. Proponiamo invece, come nel nostro contesto abbiamo elaborato e cominciato a diffondere, un Principio detto di Riscattabilità, secondo il quale appunto si cerca di riscattare totalmente dal consumo esaustivo il sistema naturale che viene utilizzato per soddisfare fabbisogni economici. Questo significa ricorrere a strategie e progetti di utilizzo a consumo potenziale "zero", pronti a prospettare soluzioni diverse, spesso innovative e portatrici di nuove attività, ma disposti a rinunciarvi quando non sia possibile evitare l'eventuale consumo distruttivo.
    In altre parole, si può fare ciò che è riscattabile, ma non si deve fare ciò che non lo è. Vari metodi pratici, che qui non è possibile esporre,consentono di rendere concretamente operativa la dichiarazione del Principio di Riscatto (in proposito vengono tenuti seminari e corsi).

L'Osservatorio della Sostenibilità
Il Parco Regionale Naturale dei Laghi di Avigliana, unitamente all'Amministrazione del proprio Comune di appartenenza ed alle Scuole, ha costituito in coerenza con la seconda finalità, l'Osservatorio della Sostenibilità. Già da due anni sta producendo i suoi frutti in svariati campi, per via dell'apporto di un Comitato di "volontari", esperti in varie discipline:
  • risparmio energetico e introduzione di energie "veramente" rinnovabili
  • compostaggio di qualità agraria
  • navigazione su acque interne con barche elettriche solarizzate
  • progettazione di un sistema a più vie per l'introduzione di cibo a 4 sostenibilità, psico-fisica, ambientale, sociale ed economica
  • protezione di specie vegetali ed animali autoctone
  • turismo educativo ad elevato contenuto innovativo rispetto alla tradizionale educazione ambientale.

Su quest'ultimo tema, forse il più delicato e fondamentale, che ha come obiettivo primario quello di educare il cittadino verso un tipo di vita sostenibile, il Parco in collaborazione con esterni sta già da anni attivamente. Come si può, infatti, anche solo immaginare, che la Sostenibilità, portatrice di innovazioni anche profonde o comunque critica verso abitudini consumistiche e irrispettose della natura, possa venire praticata se i cittadini stessi non l'hanno compresa e sperimentata in una misura almeno emblematica?
Il Parco Aviglianese già da anni, come certamente fanno molti altri Parchi, alimenta un sistema di educazione ambientale di tipo "tradizionale", ma recentemente ne ha favorito l'evoluzione verso un tipo di educazione basata su un nuovo metodo etico-pratico descritto in un Manuale didattico.
Tale metodo, adottato e praticato già con notevole successo dalla neonata Scuolapervia si fonda sull'insegnamento del Principio di sostenibilità in due modi:

  • per induzione, attraverso speciali esperienze relative alle cosiddette Pratiche unitarie (Pratiche archetipiche e ad elevato grado di sostenibilità che soddisfano i fabbisogni primari)
  • per deduzione da osservazioni condotte "a pedi" lungo una rete di percorsi nei quali vengono individuati tre tipi di Osservatori, quello naturalistico, quello antropico e quello del deserto.

Il Museo del "Dinamitificio Nobel"

Dinamitificio Nobel
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La costruzione ha ospitato per ben novant'anni (dal 1872 al 1965) la fabbrica di esplosivi più importante d'Europa.
Il Museo, inaugurato nel settembre del 2002, è stato allestito dall'Associazione Amici di Avigliana che collabora ancora con le visite guidate all'interno del Museo.
Oltre a pannelli esplicativi e audiovisivi che, con filmati d'epoca, documentano le varie fasi della lavorazione degli esplosivi si possono visitare i vari cunicoli e le camere di scoppio, riportati alla luce durante i lavori di ristrutturazione.
Il Museo è aperto a tutti la domenica dalle 14.00 alle 18.00 (per informazioni telefonare al numero 011/9327447) e, solo per gruppi o scolaresche (min 17- max 25 persone), dal lunedì al venerdì su prenotazione telefonando al Parco Naturale, 011/9313000/9341405, dalle 9.00 alle 12.00 (Sig.ra Bazzan)

Costo del biglietto d'ingresso
La domenica:
Euro 4,00 per ogni singolo visitatore
Euro 2,00 pro capite per i ragazzi di età inferiore ad anni 14
Euro 2,00 pro capite quando trattasi di gruppi organizzati di almeno sei unità
Euro 1,00 pro capite per i gruppi scolastici

Dal lunedì al venerdì:
Euro 3,00 (1,00 + 2,00 per servizio visita guidata) solo per gruppi o scolaresche (min 17- max 25 persone) e solo su prenotazione telefonica al Parco Naturale 011/9313000/9341405, dalle 9.00 alle 12.00 (Sig.ra Bazzan).


Come si arriva
Percorrendo la SS. 25 (provenienza da Torino) appena superato l'abitato di Avigliana superare il cavalcaferrovia e al semaforo svoltare a sinistra verso la zona industriale. Alla prima rotonda girare a sinistra (percorrendola per i suoi tre quarti) alla successiva rotonda girare a destra (percorrendola per un quarto) e subito a sinistra.
Da Corso Laghi incrocio con la Strada Provinciale di Giaveno (direz. Giaveno) imboccare via Monginevro (verso la fraz. Bertassi) e poco prima di entrare nella frazione svoltare a destra in via Prole (verso la zona industriale) svoltare a sinistra in Viale dei Mareschi, arrivati alla rotonda (dopo aver percorso tutto il viale) svoltare alla prima a destra (percorrendola per un quarto), alla successiva rotonda svoltare nuovamente alla prima a destra (percorrendola per un quarto) e subito a sinistra dove si trova un posteggio e il museo.