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Cefalù rivive la leggenda nella città del cinema

(Petralia Sottana, 06 Lug 17) C'è il vecchio proiettore del cinema Di Francesca e il vaso di terracotta che Giuseppe Tornatore usò per molti ciak di Nuovo Cinema Paradiso. Le foto dell'archivio Varzi di Lucia Bosé, Walter Chiari e Domenico Modugno giovanissimi sul set di Vacanze d'amore. Foto, cimeli e locandine del film A ciascuno il suo con Gian Maria Volonté e Irene Papas.
Sono simboli e ricordi di una stagione felice quando Cefalù era affollata da registi e attori perché era diventata una delle "città del cinema" tanto per usare l'etichetta data a un interessante ciclo di incontri negli anni Novanta. Questi ricordi possono essere rivissuti o semplicemente esplorati nella mostra ospitata dalla chiesa dell'Annunziata "Un ciak per le vie di Cefalù", promossa dall'ufficio turistico, che ripropone l'ambiente, i personaggi, le storie di cinque film girati o ambientati a Cefalù. La città viene rivisitata attraverso le foto in bianco e nero e le preziosa locandine ma soprattutto attraverso il filtro del cinema e lo sguardo di grandi registi e di grandi interpreti. Una città che il cinema ha restituito, notava l'attrice e saggista Giulia Boschi, "in una visione suggestiva e temporale che coniuga la memoria del passato con l'immaginazione proiettata nel futuro".
È una storia che comincia nel 1955 con Vacanze d'amore ambientato al Villaggio Magique, il primo antesignano del Club Med che tra gli anni Cinquanta e Sessanta aprì la strada al turismo internazionale.
Il film fu quasi interamente girato a Santa Lucia con qualche piccola incursione a piazza Duomo. Poi venne A ciascuno il suo, che Elio Petri trasse dal romanzo di Leonardo Sciascia. Era il 1967. E quest'anno ricorre quindi il cinquantenario. Quel film rivelò al grande pubblico il fascino di una città che Petri scelse per ambientarvi una storia di trame, delitti, intrecci di potere con un povero professor Laurana che cercava una verità inquietante e ne rimase soffocato perché, come annotava un esponente di quel sistema, era solo un "cretino". Ma il grande rilancio arrivò per Cefalù da Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore, premio Oscar nel 1990.
Tra i pannelli della mostra è poi raccontato un film girato tra le stradine del centro storico che non è mai uscito nelle sale italiane: "Mario e il Mago" di Klaus Maria Brandauer, tratto da un romanzo di Thomas Mann.
E, infine, Il regista di matrimoni di Marco Bellocchio con Sergio Castellitto e Donatella Finocchiaro.
La mostra utilizza il materiale di altre mostre e quello che proviene da Franco Turdo e dal cinema Di Francesca, una delle più antiche sale ancora in via in Sicilia, che custodisce la memoria, l'archivio e le reliquie di una famiglia di "cinematografari".
La mostra è aperta dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 20,00 e sabato e domenica dalle 8,30 alle 21,30.

Cefalù rivive la leggenda nella città del cinema
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