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Vegetano nel Parco delle Madonie gli unici 30 esemplari di alberi esistenti al mondo

(Petralia Sottana, 20 Set 17) Tra i tanti endemismi vegetali che popolano le Madonie, l'Abies nebrodensis è certamente il più celebrato. A dispetto del nome scientifico, i pochi abeti (30 in tutto) non vegetano sui Monti Nebrodi ma nel territorio di Polizzi Generosa ed in piena zona A del Parco delle Madonie. A lungo considerato una sottospecie del più comune Abete bianco (Abies alba), è in realtà un'entità tassonomica differente, presente in Sicilia almeno dal Terziario. L'Abete delle Madonie era un tempo abbastanza diffuso sulle nostre montagne, tanto che il suo legname è stato sfruttato sia per la costruzione dei tetti di diverse chiese di Petralia Sottana e Polizzi Generosa, sia come legna da ardere. Ad oggi, a causa anche di questo sfruttamento eccessivo, sopravvivono soltanto 30 esemplari, che vegetano in un'area di circa 100 ettari, tra il Vallone Madonna degli Angeli, Monte Scalone, Monte Cavallo e Monte Pene, e ad un'altitudine compresa tra 1450 e 1650 m s.l.m.. Quattro esemplari possono essere ammirati al di fuori delle stazioni in quota, ed in particolare presso Villa Casale (Polizzi Generosa) ed a Villa Lanza (Gibilmanna).  

L'albero non supera i 15 metri di altezza, ha un portamento eretto o leggermente incurvato, con corteccia leggermente fessurata a scaglie marrone, la chioma è larga, di colore verde scuro che, da piramidale, diventa poi rotondeggiante, asimmetrica e irregolare e i palchi basali, in alcuni casi, rasentano il suolo. I rametti a spirale, sono grigio/verdi oppure giallastri, ricoperti da aghi, corti, rigidi e appuntiti, con pagina superiore verde lucido e pagina inferiore bianco/verdognola, caratteristiche che, permettono alla pianta, di distinguersi dall'Abies alba, di cui un tempo era considerata una sottospecie. La fioritura avviene con coni maschili, fitti e laterali, giallo/verdi, formati da squame purpuree, e da coni femminili, eretti con breve peduncolo, verdi/giallastri che, dopo la fecondazione e a maturità avvenuta, diventano bruno/verdi, le pigne sono lunghe sino a 20 cm.

L'Abete delle Madonie è stato considerato dallo IUCN una specie in pericolo critico d'estinzione, ed è stato inserito nella lista delle 50 specie botaniche più minacciate dell'area mediterranea. La specie è inserita nell'Appendice 1 della Convenzione di Berna. Tra il 2001 ed il 2005 è stato avviato un progetto LIFE con l'immediato obiettivo di stabilizzare la popolazione relitta e di testare il tasso di sopravvivenza di nuove piantine con programmi ex-situ (in vivaio o in altri luoghi). Un obiettivo più ampio avrebbe previsto l'eliminazione di specie di abete non indigene e il ripristino dell'ecosistema naturale. Durante questo progetto sono stati raggiunti importanti risultati: il numero degli alberi è cresciuto dai 24 agli attuali 30, mentre il numero di giovani piante è cresciuto dai 30 agli 80 individui. I progetti ex-situ hanno previsto la piantumazione di abeti al di fuori dell'areale naturale di vegetazione, anche in questo caso con interessanti risultati: tramite la produzione di strobili e di semi fertili di alcune piante, l'Azienda Foreste Demaniali ha potuto ottenere circa 3000 piante che rafforzano ulteriormente la popolazione esistente e le speranze di sopravvivenza della specie intera.

Per ammirare in natura questi splendidi esemplari di abete, bisogna raggiungere il km 8.2 della SP119 (Polizzi Generosa-Portella Colla) e percorrere una comoda carrozzabile (chiusa al transito) che si addentra nel Vallone Madonna degli Angeli. Bisogna seguire il sentiero che si porta sulla sinistra idrografica del Vallone e risalire il crinale fino a raggiungere gli esemplari di Abete delle Madonie. A seguire, vi proponiamo una mappa realizzata dall'Ente Parco che mostra la posizione delle piante e i sentieri della zona.

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