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A Isnello nel Parco delle Madonie La 41°Sagra delle Fave di San Pietro

(Petralia Sottana, 25 Giu 18) La Sagra delle Fave di San Pietro si svolge durante i festeggiamenti in onore di San Pietro, distribuzione di fave cipolle e patate bollite accompagnate da abbondante vino locale.Questa sagra continua un'antica tradizione secondo la quale in passato, dopo la pesatura delle fave e in segno di ringraziamento per il buon raccolto, nei vari quartieri del paese, il giorno della Festa di San Pietro, gli isnellesi erano soliti mettere a cuocere le fave in grossi recipienti, denominati "quadare". Il programma di questa 41 °edizione è molto ricco di eventi alle 16,00 I Cavalieri della Valbemone sfileranno lungo il percorso dei 4 ponti.Alle 18.00 il corteo entrerà in paese e visiterà le postazioni delle quadare.Alle 20.00 inizio della degustazione,la serata sarà allietata dal gruppo popolare Sicilia Canta e Cunta.

Isnello è un bellissimo borgo del Parco delle Madonie,oggi conosciuto anche per il suo Parco Astronomico Gal Hassin . Molti i monumenti da visitare

La Chiesa Madre
Di impianto quattrocentesco, è a tre navate. È intitolata a San Nicola, il patrono, effigiato in una magnifica statua lignea del Quattrocento. Vi si ammirano stucchi secenteschi di Giuseppe Li Volsi (nel presbiterio), affreschi di Antonino Ferrara, un coro ligneo del 1601 (le opere barocche in legno intagliato sono caratteristiche di Isnello), un tabernacolo marmoreo attribuito a Domenico Gagini, l'organo del 1615, anche questo in legno intagliato e dorato, la bella cappella dell'Addolorata, decorata di affreschi nel Cinquecento, in cui si custodisce una tela dello Zoppo di Gangi,"La Deposizione".

La Chiesa di San Michele
Venne edificata presumibilmente tra il XIV e il XV secolo. Notevole il soffitto ligneo a cassettoni, minuziosamente dipinto, risalente al Seicento. La cantoria è un ennesimo esempio dell'arte barocca dell'intaglio del legno particolarmente ben rappresentata a Isnello. Da vedere inoltre il Crocifisso di Fra' Umile da Petralia, l'affresco di San Leonardo e la tela secentesca raffigurante i Quaranta Martiri.

La Chiesa di Santa Maria Maggiore 
Della fine del Trecento, custodisce anch'essa pregevoli opere lignee: un crocifisso del Cinquecento (bifacciale: da una parte vi è raffigurata la Crocifissione, dall'altra la Resurrezione) e un organo del 1754 dalla cassa intagliata e scolpita. Inoltre una statua in marmo della Vergine risalente al 1547, di scuola siciliana. Notevoli gli stucchi barocchi.

La Chiesa dell'Annunziata
Venne fondata nel Medioevo ma ristrutturata nel corso del XVIII secolo. La statua in marmo della Vergine titolare è tra le opere più interessanti custodite all'interno, così come quella dell'Arcangelo Gabriele, di scuola gaginiana, l'organo settecentesco e il quadro della Natività dello Zoppo di Gangi.

La Chiesa del Rosario, 
già dei frati domenicani, fu annesso nel Cinquecento al palazzo dei principi di Isnello che la utilizzavano come propria cappella. Fu proprio uno dei principi, Pietro Santacolomba Denti, a commissionare il magnifico paliotto ancora esposto nella chiesa. Da vedere, inoltre, la paia d'altare, un bellissimo olio su tavola dell'artista fiammingo Simone di Wobrek, raffigurante la Madonna del Rosario e, ai bordi, i quindici misteri. Al Seicento risale infine la "pianeta completa di Isnello", un ricco paramento sacro ricamato in oro, seta e corallo.

Fra le emergenze va ancora segnalata l'opera in bronzo dello scultore locale Pietro Giambelluca, del 1987, raffigurante la Madre Madonita, e l'Eremo di San Leonardo, ormai ridotto a rudere, risalente al XII secolo.

Particolarmente ben conservato, a Isnello, l'impianto urbanistico medievale caratterizzato da piccole piazze di forme diverse, da percorrere a piedi dirigendosi verso l'alto: nella parte sommitale del paese, su un poggio, scarsi ruderi testimoniano della presenza di un antico castello.

Il territorio di Isnello è particolarmente conosciuto dagli speleologi per via della presenza di alcune importanti grotte. La più nota è il cosiddetto Abisso del Vento, una cavità carsica che si spinge fino all'incredibile profondità di 230 metri. In gran parte la grotta, costituita da un vasto reticolo di pozzi e gallerie, è ancora inesplorata. Vi sono in gran numero stalattiti e stalagmiti, di varie fogge e dimensioni, le quali, a tratti, formano una selva impenetrabile di bianchissime colonne o danno vita a candide cascate oltre a delimitare conche e laghetti d'acqua gelata e limpidissima. Meno note sono la Grotta del Fico e la Grotta Balatelle, dove in passato gli archeologi hanno rinvenuto necropoli neolitiche e armi in pietra.

Le grotte erano usate anche quali sepolture. Eremo di San Leonardo, oggi rudere, di incerta datazione, se ne hanno le prime notizie dalla Bolla di Papa Lucio III "Religiosam vitam" del 11 82 che assegnava la chiesa, l'eremo e tutte le sue terre e pertinenze ai frati premonstratensi della vicina Abazia di San Giorgio di Gratteri, a seguito dell'abbandono del luogo da parte dei religiosi (con ogni probabilità monaci basiliani) che vi dimoravano in precedenza

A Isnello nel Parco delle Madonie La 41°Sagra delle Fave di San Pietro
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