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Lo stato di salute del pino marittimo nella Macchia lucchese sempre monitorato dal Parco

(Pisa, 18 Set 14) Con riferimento alle dichiarazioni del sig. Massimo Ghilarducci riportate dal quotidiano "La Nazione", l'Ente Parco ricorda brevemente l'ampia serie di attività e di iniziative intraprese al riguardo, da un lato, per affrontare le criticità che emergono, e dall'altro per informare la cittadinanza.

 Lo stato di salute del pino marittimo – quindi, non tutta la pineta, ma solo gli esemplari di tale specie – è monitorato dall'Ente Parco sin dal 2004, quando nelle pinete di Tombolo, appartenenti al Comune di Pisa e ricadenti sotto il vincolo ambientale del Parco, fu individuato per la prima volta il parassita "cocciniglia corticale del Pino Marittimo" (Matsucoccus feytaudi) in una trappola posizionata dalla Regione Toscana nell'ambito di un apposito progetto.

Nella Macchia Lucchese le pinete di pino marittimo sono abbastanza giovani e fitte e la presenza del Matsucoccus, inizialmente molto bassa, si è negli anni mantenuta tale grazie gli interventi di lotta biotecnica, avvenuta quindi ogni anno fin dal 2006 con trappole per la cattura degli insetti, senza l'utilizzo di pesticidi. In previsione dell'aumento della popolazione dell'insetto, che come altre infestazioni causate da parassiti alloctoni non è comunque possibile arrestare – sono ingenti i danni che ha causato alle pinete di pino marittimo in tutta la Toscana e non solo – il Piano di gestione forestale del Comune di Viareggio per il decennio 2008-2017, approvato dal Parco, ha previsto, come buona pratica selvicolturale, appositi diradamenti nelle pinete. Inoltre il Comune ha provveduto, negli anni scorsi, ad avviare sottopiantagioni di leccio all'ombra dei pini, specialmente nella fascia più prossima al mare, così da permettere un arricchimento della pineta e da poter disporre in futuro di un bosco "pronto all'uso".

Nel mese di maggio 2013 l'Ente Parco ha presentato pubblicamente, agli organi di informazione, gli interventi in corso di realizzazione e programmati nella Pineta di Levante grazie al progetto sviluppato in collaborazione tra l'Unione dei comuni Alta Versilia, il Comune di Viareggio e l'Ente Parco. A tale incontro è stata data particolare enfasi dalle testate locali, e non solo.
La tipologia di azioni messe in atto è stata concertata non solo con le istituzioni, ma anche col mondo dell'associazionismo ambientale a seguito di riunioni a cui hanno partecipato, anche con proprie proposte, poi effettivamente recepite, le sezioni locali di Legambiente e Italia Nostra.
Hanno fatto inoltre seguito, tra il 2013 e il 2014, alcuni incontri, organizzati dal Centro visite del Parco di Villa Borbone, nei quali l'Ente Parco ha ulteriormente informato i cittadini interessati ad approfondire il tema circa le strategie messe in campo dall'Ente Parco per contrastare la diffusione di questo temibile insetto, mostrando dal vivo i luoghi nei quali sono stati eseguiti gli interventi selvicolturali e dove sono state posizionate le trappole per catturare gli esemplari maschi della specie.

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