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Sabrina Bulleri

  • Percorribilità: A piedi
  • Interesse: Flora, Fauna, Bird watching, Fotografia
    • Tipologia di visita: libera

    Il percorso, realizzato in un'area che racchiude le principali caratteristiche naturalistiche della Tenuta di San Rossore, è dedicato alla memoria di Sabrina Bulleri dipendente dell'Ente Parco precocemente scomparsa nel 2000.

    Nonostante la sua disabilità raggiunse importanti risultati sportivi a livello nazionale e mondiale. Più volte premiata alle Olimpiadi di Los Angeles (1984) e alle Olimpiadi di Seoul (1988), stabilì nel 1986 il record mondiale sui 100 m.

    Percorso Sabrina Bulleri
    Percorso Sabrina Bulleri

    L'itinerario si svolge su un terreno la cui morfologia evidenzia rilievi dunali e aree depresse, come la Buca delle Ghiande, e consente l'insediarsi di microambienti diversificati nelle componenti viventi e non viventi. Qui sono presenti le specie arboree predominanti in San Rossore: il bosco di specie igrofile, il bosco misto di specie mesofite e il bosco tipico delle dune.

    L'ecosistema, così variegato e ricco di biodiversità, si presta a valutare l'evoluzione storica dell'area specifica (come ad esempio la dinamica di formazione delle dune e della loro evoluzione, le modifiche apportate dall'antropizzazione e quelle conseguenti alle variazioni climatiche di lontane aree geologiche, che rendono l'insieme del parco un ambiente unico nel Mediterraneo) e ad individuare i rapporti con gli ecosistemi circostanti in modo da consentire l'esplorazione di San Rossore in dimensioni più ampie.

    Il percorso è stato realizzato in modo da non avere un impatto invasivo sull'ambiente naturale e richiede pertanto una manutenzione continua per evitare che la natura se ne riappropri.

    Si può accedere liberamente al percorso la domenica e i festivi, negli altri giorni (ad eccezione del lunedì, in cui la Tenuta rimane chiusa al pubblico per consentire i lavori di manutenzione) occorre munirsi di biglietto d'ingresso giornaliero o di abbonamento mensile in vendita presso il Centro Visite San Rossore (050/530101), presso il quale si può prenotare una visita guidata all'interno del percorso.

    Lungo il percorso "Sabrina Bulleri" ci sono delle aree tematiche per un diverso e ragionato approccio alla natura attraverso alcuni dei nostri sensi, che sono "stimolati" con delle strutture apposite.

    L'osservatorio faunistico
    Verso la fine del percorso si arriva all'osservatorio faunistico: da questa piccola e discreta capanna costruita con materiali naturali si può osservare, senza disturbarla, la fauna che frequenta la riserva naturale del Paduletto.

    Segnaletica
    Lungo il percorso sono stati dislocati alcuni ceppi in legno che riportano le distanze di percorrenza.

    Il tatto - Foglie morbide e foglie rigide
    Il tratto iniziale del percorso divide due zone boscate diverse: a destra il bosco mesofilo (più umido), dominato da maestose farnie; a sinistra il bosco xerofilo (più secco), dominato da solidi lecci.
    Entrambi sono querce, ma ben differenti:

    • il leccio è sempreverde: un ingegnoso adattamento al clima mediterraneo. Può trarre profitto delle piogge invernali e, nelle secche estati, le foglie coriacee (cuticola cerosa) limitano la forte evaporazione.
    • la farnia perde le foglie in inverno, mostrandosi più adatta a climi umidi con inverni freddi. Le foglie sono più morbide, non rivestite dalla cuticola cerosa, quindi traspirano più acqua in estate.

    Anche le ghiande sono diverse: la ghianda della farnia è in genere più allungata ed attaccata al ramo tramite un lungo picciolo, mentre la ghianda del leccio è più arrotondata ed il picciolo è corto.

    L'udito: un suono per ogni stagione
    Stagioni

    Nelle varie stagioni si sentono suoni in parte diversi perché molti animali migrano ma in generale perché nei climi temperati, diversamente da quelli tropicali, le funzioni riproduttive, a cui sono legate molte manifestazioni sonore, sono stagionali.
    Naturalmente parlando di suoni nel mondo animale pensiamo in particolare agli uccelli. Tuttavia anche gli insetti (come gli ortotteri – cavallette, grilli e simili) e gli anfibi anuri (rospi, raganelle, rane verdi, rospi smeraldini ecc.) usano nella bella stagione i loro canti principalmente con funzioni riproduttive.
    A cosa servono i suoni

    Tra le chiome degli alberi, così come tra le fronde della macchia mediterranea è il suono che costituisce il segnale più efficace per contattare il vicino di casa così come per far sapere ad un estraneo che sta invadendo una "proprietà".
    Ma la proprietà, segnalata per esempio da un piccolo uccello canoro serve se è in grado anche, sempre tramite il canto, di attirare una compagna; dimostrandole di possedere e difendere sufficienti risorse per la riproduzione. Ecco così le due funzioni principali comunicare e delimitare la presenza del proprio territorio ed attirare la compagna (o le compagne se poligamo).
    La struttura installata presso l'area del suono serve ad ascoltare i rumori tra i rami alti degli alberi non udibili in terra.

    La vista: il significato dei colori
    Per nascondersi o per spaventare...
    I colori sono fatti per essere visti da vicino. Quindi hanno un significato di comunicazione diurna ed a breve distanza.
    Come sono fatti i colori delle penne degli uccelli

    I colori sono costituiti da pigmenti chimici o da fenomeni ottici dovuti alle strutture di cheratina delle penne. Così il bianco, il grigio ed il nero dei gabbiani sono dovuti alla presenza di quantità progressivamente maggiori di melanina. Mentre il rosso ai pigmenti di carotenina assunti con la dieta; nel caso del fenicottero assunta con la dieta tramite crostacei. Infine, l'azzurro di una ghiandaia marina, è il risultato di complessi giochi di rifrazione e riflessione della struttura fisica delle penne.
    La struttura installata presso l'area dei colori permette di sperimentare le particolarità della percezione visiva.

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