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Parco Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli



Quaderni del Parco
  Centro Studi Valerio Giacomini sulle Aree Protette

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I Parchi oggi

Parlare delle aree naturali protette vuoi dire occuparsi di uno dei grandi patrimoni del nostro Paese, parlando delle opportunità, dei punti di forza e di quelli di debolezza che ad esso si legano.
Dopo gli anni trascorsi a dibattere sulle potenzialità di sviluppo legate ai processi di conservazione della natura, è possibile, oggi, trarre delle considerazioni, certamente interlocutorie ma significative, che conducono ad una efficace lettura del significato e del ruolo assolto da queste realtà sul territorio.
Alla ricorrente domanda “Che cosa è un’Area Protetta” si può rispondere affermando che essa rappresenta:
una area di terra e/o di mare dedicata in modo particolare alla protezione delle diversità biologiche e delle risorse naturali e culturali ad esse associate, gestite con leggi o altri mezzi efficaci, ove si attuano forme di sviluppo compatibili per migliorare la qualità della vita delle popolazioni locali.

Una risposta semplice ricca di concretezza che lascia intravedere gli elementi di complessità caratterizzanti queste aree.
Di fatto parchi sono il prodotto della società di oggi, rappresentano la necessaria risposta a modelli di crescita che hanno coinvolto la quasi la totalità dei territori in processi di trasformazione tesi alla loro artificializzazione.
Il superamento avviato di tale fase di uso del territorio e delle sue risorse con l’applicazione dei nuovi modelli di pianificazione che si stanno sviluppando, si giungerà, con molta probabilità, alla scomparsa delle motivazioni che sorreggono l’esigenza di avere parchi e riserve per conservare la natura.
La conservazione delle risorse ambientali e la ricerca della compatibilità dello sviluppo, così come oggi si persegue all’interno dei parchi, dovrà necessariamente essere estesa alla gran parte del territorio, nella consapevolezza della esigenza di mantenere e recuperare, ove possibile, i più alti livelli di diversità biologica per poter garantire una crescita sana e duratura del Paese.
Lo stesso direttore dell’Unione Internazionale per la conservazione della Natura (IUNC) Jeff M.C. Neeley ebbe a dire: “Quanti Parchi nazionali esisteranno nell’anno 2100? lo certamente non ci sarò, ma credo proprio di poter dire: NESSUNO”.

Quanto detto pone in evidenza, in primo luogo, la necessità di integrare le aree protette nella pianificazione e nella programmazione del territorio Infatti, si può affermare che solo se saranno considerate elemento di sviluppo e riusciranno ad integrarsi e commisurarsi con il resto del territorio, le aree protette potranno vedere crescere il consenso attorno ad esse, svolgendo così a pieno il proprio ruolo di conservare le risorse naturali e di ricercare e sperimentare modelli compatibili di crescita economica e sociale delle comunità locali.
Dal punto di vista delle dimensioni del patrimonio naturale protetto in Italia, si sono raggiunti risultati soddisfacenti interessando l’11% territorio nazionale con oltre 1000 aree protette, di cui 751 iscritte nell’Elenco Ufficiale. Dal 1991, anno di nascita della legge quadro, ad oggi la superficie di territorio protetto è stata aumentata del 53%. Aggiungendo, inoltre, territori delle aree identificate nell’ambito programma europeo Natura 2000, e cioè le 343 Zone di Protezione Speciale (ZPS) per la protezione degli uccelli selvatici e 2413 Siti di Importanza Comunitaria comunemente individuati con la sigla SIC il totale della superficie di territorio nazionale protetto raggiunge il 19%.

l risultati di tipo quantitativo dovuti al processo di crescita del sistema delle aree naturali protette richiede in parallelo un innalzamento dei livelli qualitativi delle politiche di gestione di tali aree aumentando la qualità delle politiche di conservazione e valorizzazione del territorio perseguite. In particolare si possono segnalare come punti di forza di una politica di crescita l’efficienza degli organi di gestione, l’efficacia degli strumenti e non ultima la capacità di elaborare e avviare politiche e azioni di sviluppo sostenibile che consentano di perseguire la conservazione delle risorse naturali, storiche e paesaggistiche valorizzando il patrimonio complessivo dell’area protetta.

L‘efficienza degli organi di gestione si confronta sia con una adeguata qualificazione dei suoi componenti, sia con la capacità operativa delle sue strutture.

L’efficacia delle azioni degli Enti si confronta con la loro capacità di dotarsi di strumenti di gestione, pianificazione e programmazione adeguati, congruenti con il ruolo e le peculiarità dell’area protetta che siano in grado di inserirla in un rapporto attivo con le più generali politiche territoriali.
Una prima tematica di interesse generale con cui si deve confrontare il mondo delle aree naturali nel suo insieme, riguarda la visione diffusa che di esso si ha ancora oggi, intrappolata nella dimensione dell’altro territorio, cioè di ambiti marginali al lato rispetto al corso dello sviluppo e della crescita economica e sociale del Paese.
Da cui nasce forte l’esigenza delle aree naturali protette di rivendicare il proprio ruolo nel processo complessivo di sviluppo della società doverosamente teso alla “sostenibilità” secondo le più recenti interpretazioni, ma operando per l’inversione della visione al negativo presentando come le opportunità di oggi quei limiti del recente passato all’affermazione dei propri sistemi territoriali.

La gestione di un’area protetta deve trovare un primo livello di consenso nel territorio che ne garantisca la nascita e il suo sviluppo, ma deve anche rappresentare una concreta possibilità di riconoscimento da parte degli abitanti offrendo delle ricadute sia in termini di conservazione della qualità ambientale di quei luoghi sia in termini di benefici economici conseguenti.
La valorizzazione delle attività e dei prodotti delle aree protette è certamente una parte importante del processo di affermazione di questo insieme di “unicità territoriali” distribuite in tutto il Paese, fortemente caratterizzate dalla presenza dell’uomo e dalle sue attività.
Dalle esperienze similari attuate negli altri Paesi che hanno percorso una concreta strada di tutela e valorizzazione delle risorse naturali, emerge con chiarezza un dato centrale: tutti i Parchi che hanno saputo coniugare i processi di conservazione con uno sviluppo controllato e di qualità delle attività umane (turismo, agricoltura, artigianato, ricerca, educazione e turismo terapeutico) hanno ottenuto il massimo livello di radicamento negli abitanti di quei territori.
La grande attenzione e la rinnovata sensibilità verso alcune opportunità occupazionali legate alla fruizione turistica di questi ambiti e verso la valorizzazione dei prodotti di qualità, deve costituire un elemento di stimolo alla creazione e al potenziamento di attività e di occupazione locale.
Le aree protette, potendo beneficiare di una potenzialità evocativa determinata dalla loro specificità, costituiscono uno degli ambiti nei quali sarà possibile misurare la capacità dei vari soggetti di conciliare un’azione di conservazione delle risorse naturali con l’avvio di processi di uso misurato e compatibile di sviluppo del territorio.
Nell’impegno che il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio intende attivare nei confronti di questo settore c’è la consapevolezza di tutto questo e la certezza che soltanto attraverso una politica di grande attenzione alle specificità e alle ricchezze locali, sia possibile compiere una profonda azione di valorizzazione del lavoro e delle specificità ambientali, storiche e culturali del nostro Paese.
Le aree naturali protette dovranno essere capaci di stimolare progetti che vadano dalla conservazione della natura e del paesaggio, alla manutenzione del territorio, alla valorizzazione dei prodotti e delle attività locali, in grado di generare delle ricadute non solo in termini economici diretti, ma anche sotto forma di eliminazione dei ritardi della crescita sociale, del degrado ambientale e avviando un generale recupero dei livelli di qualità in tutti i settori territoriali.

* Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio