Logo Parco Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli

Parco Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli



Quaderni del Parco
  Centro Studi Valerio Giacomini sulle Aree Protette

riccio

Le aree protette ed il ruolo di Federparchi in Toscana

Le aree protette negli anni 2000

Non c’è dubbio che, mai come in questi ultimi anni, il dibattito sul ruolo delle aree protette in Italia si sia esteso ad un pubblico sempre più vasto, superando il ristretto ambito degli “addetti ai lavori”. Questo fatto, ha determinato il risultato positivo di avere molte persone interessate alla problematica, che intervenivano nel merito sulla costituzione e gestione delle aree protette. Per contro, spesso le idee sulle finalità e le modalità di gestione di Parchi e Riserve Naturali, hanno deviato da quelle condivise a livello internazionale e presenti nella legge quadro 394/91. Qualche elemento di poca chiarezza è stato alimentato, anche dalla denominazione di aree che poco o nulla avevano a che vedere con quelle protette, ma che potevano con esse essere confuse. Questo in alcuni casi è avvenuto in buona fede, senza aver alcuna intenzione di giocare sull’equivoco che in altri casi, al contrario, era furbescamente cercato. Sono così nati i parchi archeologici, minerari, letterari, gastronomici, della poesia che possono anche avere tutta la legittimità di esistere, ma che niente hanno a che vedere con le aree protette. Ed è quindi non superfluo ricordare che il motivo dell’istituzione di un’area protetta è la conservazione di valori ambientali particolari. Oggi forse di questo ci si dimentica e ci sono varie deviazioni sul tema. Da una parte c’è chi, mosso da spontanei sentimenti ambientalisti, ritiene che l’obbiettivo fondamentale è far diventare tutto il nostro paese, tutta l’Europa, tutto il mondo un parco, cioè estendere le normative di salvaguardia e di tutela proprie di un’area protetta a tutto il territorio. Questo ragionamento, oltre ad essere a mio giudizio utopistico, è proprio la negazione del concetto di area protetta e frutto della confusione con quello dello sviluppo sostenibile. Infatti, non c’è dubbio che, nell’ottica di una gestione oculata e duratura delle risorse naturali, sia possibile individuare spazi per urbanizzazioni che comprendano industrie ed insediamenti produttivi, abitazioni, attività estrattive, infrastrutture, impianti di smaltimento di rifiuti, depuratori etc. È chiaro che nell’ottica di una pianificazione territoriale corretta, tutto questo va indirizzato verso le aree a minor pregio ambientale impedendone la realizzazione nelle aree, al contrario, più importanti per i valori ambientali presenti. Quando detti valori sono particolarmente rilevanti possono comportare l’istituzione di un’area protetta, che, attraverso una normativa speciale tutela ulteriormente un territorio, sottraendolo alla programmazione ordinaria. Per questo il concetto del ”facciamo tutto un parco”, seppure fatto in buona fede, è pericoloso perché non facendo distinzione tra aree in base ai valori ambientali, produrrebbe il risultato non di tutelare tutto, ma più realisticamente di non tutelare niente. Del resto qui siamo in una regione, la Toscana, che sullo sviluppo sostenibile, sull’utilizzo razionale delle risorse naturali con la legge 5 del 1995 ha impostato tutta la pianificazione regionale. I risultati mi sembrano sotto gli occhi di tutti e non è certo necessario estendere la normativa delle aree protette, magari “annacquandola”, per pianificare nell’ottica dello sviluppo sostenibile.
Un’altra linea di pensiero tende invece ad introdurre all’interno delle aree protette, al fine di massimizzarne l’effetto richiamo, elementi che possono compromettere la conservazione dei valori ambientali per i quali l’area protetta è stata istituita. In quest’ottica, si sentono proposte che vanno alla costruzione di residence, di discoteche, piste da sci fino a quelle di trasformare le aree protette in una sorta di parchi dei divertimenti, sulla falsariga di alcune fortunate iniziative economiche che, ovviamente e giustamente, sono collocate in territori che niente hanno a che vedere con le aree protette.
Questa tendenza è stata alimentata di recente con alcune valutazioni fatte sulla gestione economica dei Parchi anche da parte del Ministero dell’Ambiente e che hanno trovato un momento importante nel corso dalla conferenza nazionale delle aree protette di Torino nell’Ottobre 2002. In quella sede diversi interventi hanno ipotizzato la necessità di raggiungere un’autosufficienza economica nella gestione dei Parchi. Questa posizione, va discussa in modo molto serio, senza rischiare di rispondere sotto forma di slogan. Da un punto di vista di economia tradizionale, l’autosufficienza dei Parchi è una cosa impossibile, infatti le spese per la gestione e la conservazione di un’area protetta non possono essere compensate dagli introiti che essa determina. Sarebbe come dire che la gestione di un ente locale, potesse vivere solo di finanza propria o che un corpo di polizia si autofinanziasse con le sanzioni ai cittadini.
La tutela ed il controllo non producono un reddito inteso nel senso tradizionale.
Cosa diversa è se si quantifica il valore di un territorio più o meno conservato, come hanno cercato di fare alcuni economisti e si assume questo come reddito prodotto. La posizione sull’autosufficienza parte però a mio giudizio da un problema reale, che non riguarda solo i parchi, ma la gestione degli enti pubblici in generale. Infatti, è solo negli ultimi 10 anni che si è cominciato a lavorare intensamente e diffusamente sul territorio nazionale ad una gestione economica basata su criteri di efficienza ed efficacia e l’introduzione di una nuova managerialità è andata sempre più diffondendosi. Credo che sia giusto riconoscere che, su questo punto, i parchi hanno avuto dei ritardi e che non tutto il sistema ha saputo adeguarsi al cambiamento con la velocità che ha invece caratterizzato altri enti. Però credo che si siano fatti notevoli miglioramenti e, le esperienze Toscane legate al Turismo ed all’Agricoltura, che potremo approfondire meglio nella seconda giornata di questa conferenza, lo dimostreranno.
Per Federparchi Toscana in sintesi, fatto salvo il fatto che la missione fondamentale di un’area protetta è quella di conservare rigorosamente i valori ambientali è altrettanto importante farlo con il massimo dell’efficienza, migliorando la gestione economica e massimizzando le entrate proprie. E non è vero che la tutela delle emergenze ambientali è una limitazione dello sviluppo, al contrario è il motore per uno modello diverso che proprio da detti valori parte. Turismo, agricoltura di qualità, didattica ambientale, ricerca scientifica, artigianato e commercio collegati sono attività che vengono esaltate dalla peculiarità dei valori ambientali presenti in un’area protetta.

L’area protetta come area a normativa speciale
Recentemente in Toscana, in previsione di un adeguamento della legge 5/95 si è aperto un dibattito sulla titolarità della programmazione territoriale anche nella aree a normativa speciale quali parchi e riserve naturali. In varie situazioni vengono avanti prese di posizione di esponenti di enti locali che ritengono province e comuni “espropriati” del loro ruolo di programmazione territoriale per la presenza di aree protette nel loro territorio. Onestamente bisogna riconoscere che questi ragionamenti sono tutt’altro che diffusi su tutto il territorio regionale, ma comunque sono presenti e meritano un approfondimento. È curioso che questo avvenga proprio in Toscana, dove la legge regionale sulle aree protette, la 49/95, conferisce un ruolo decisivo e, sotto certi aspetti, esclusivo agli enti locali per l’Istituzione delle aree protette. Infatti il Piano regionale parte dalle proposte delle amministrazioni provinciali che devono sentire i comuni interessati territorialmente prima di trasmetterle alla regione Toscana. Per quanto è a mia conoscenza nessuna area protetta regionale è stata istituita senza il parere favorevole del comune nel quale è ubicata, figuriamoci della provincia che l’ha proposta. E quindi Regione, Provincia e comune hanno deciso di conferire un regime speciale ad un determinato territorio, stabilendo anche le modalità gestionali. Tra l’altro per le ANPIL il comune le propone e le gestisce, per le Riserve Naturali la provincia le propone e le gestisce, mentre per i Parchi regionali il Presidente ed il consiglio sono nominati esclusivamente da Comuni, Province e Regione. Quindi in pratica la decisione di conferire un ruolo speciale ha un territorio parte proprio da chi ha la competenza e il gestore è chiamato comunque ad interloquire costantemente con chi ’ha nominato anche attraverso momenti formali decisivi, come il passaggio obbligatorio nella comunità del Parco di tutti gli strumenti fondamentali di gestione (Piano del Parco, Regolamenti, Bilanci preventivi e consuntivi) mentre il Piano di sviluppo economico e sociale è addirittura redatto dalla comunità del Parco.

Il coordinamento Toscano di Federparchi
Il coordinamento regionale di Federparchi, articolazione prevista dallo statuto nazionale, ha un proprio regolamento e lavora dal 2000. È composto dai rappresentanti di tutti Parchi Nazionali (3) e regionali (3) presenti in Toscana, di 4 delle 10 Province e delle articolazioni regionali delle 5 associazioni ambientaliste presenti in Federparchi (cfr. Tabella 1).
È in arrivo anche l’iscrizione di una quinta provincia, quella di Grosseto, e ci auguriamo che anche le altre che gestiscono aree protette si associno quanto prima, per poter essere totalmente rappresentativi di tutto l’insieme di soggetti gestori.
Il coordinamento, per regolamento, è anche arricchito da tre persone particolarmente qualificate nel campo della conservazione della natura e nella gestione delle aree protette, che attualmente sono Fabrizio Bianchi, che svolge le funzioni di segretario, Renzo Moschini ed Antonello Nuzzo.

Tabella 1 Enti ed associazioni toscani aderenti a Federparchi

  • Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna
  • Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano
  • Parco Nazionale dell’Appennino Tosco/Emiliano
  • Parco Regionale della Maremma
  • Parco Regionale delle Alpi Apuane
  • Parco Regionale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli
  • Amministrazione Provinciale di Arezzo
  • Amministrazione Provinciale di Siena
  • Amministrazione Provinciale di Firenze
  • Amministrazione Provinciale di Massa Carrara
  • WWF Toscana
  • Legambiente Toscana
  • Italia Nostra Toscana
  • L.I.P.U. Toscana
  • Pro Natura Toscana

Iniziative recenti del coordinamento
Vorrei ricordare come un momento importante la partecipazione a Milano, alla Borsa internazionale del Turismo nel 2002 nello spazio della Regione Toscana. Due parchi Nazionali (Foreste Casentinesi ed Arcipelago Toscano) ed i tre regionali (Apaune, Maremma e Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli) hanno gestito uno stand di settanta metri quadrati riservato a Federparchi con il proprio personale impegnato nelle iniziative di promozione. Per l’occasione, grazie al fondamentale contributo dei servizio comunicazione ed ambiente della Regione Toscana, abbiamo anche realizzato un video sui 5 Parchi. In più abbiamo organizzato presso lo stand una degustazione dei prodotti tipici dei parchi. Crediamo con la nostra presenza di aver in parte contribuito alla buona immagine in campo turistico della Toscana. Sinceramente non abbiamo capito perché quest’anno ci abbiano fatto passare da 70 mq a 70 cm di desk, pensando che era un vantaggio complessivo per la nostra regione dare visibilità alla natura protetta in Toscana. E del resto questo atteggiamento è in controtendenza con il comportamento dell’assessorato al Turismo che, è bene ricordarlo, non ha gestito in prima persona gli spazi dello stand e che, al contrario, ci coinvolge sempre in numerose iniziative come, solo per citare l’ultima, quella della prossima settimana nel convegno “Turismo e Toscana”.
E poi molto importante il periodico Toscanaparchi nato per garantire agli addetti ai lavori notizie di prima mano, per fornire uno strumento che raccordi le esigenze comuni alle aree protette della nostra regione. Realizzato con il contributo economico fondamentale della Regione Toscana e degli associati Toscani. Resto convinto, infatti, che il primo, fondamentale, servizio da offrire, in un momento di transizione e rinnovamento come questo, è l’informazione. Informare non solo per far conoscere, ma anche per consentire a tutti di partecipare attivamente ai dibattiti,. Vogliamo creare opinioni, esprimere giudizi, fare proposte e quindi collaborare in prima persona al cambiamento. Ecco, dunque, il valore e il ruolo di ToscanaParchi. Un mezzo di informazione – ripeto – che consenta di dialogare con gli amministratori e le Università, con le associazioni, con chi vive ed opera all’interno delle aree protette.
Altre iniziative importanti del coordinamento sono stati Parchinpiazza del 2002 e la partecipazione a Mediterre la fiera dei Parchi del Mediterraneo a Bari lo scorso marzo, dove, anche qui con il contributo indispensabile dell’assessorato all’ambiente della Regione Toscana, abbiamo gestito lo stand con risultati veramente interessanti.

I rapporti istituzionali
Per Federparchi i rapporti istituzionali sono fondamentali, in quanto uno dei ruoli basilari è quello di rappresentare gli associati, sforzandosi di portare a sintesi le diverse posizioni. Questo crediamo che sia un vantaggio anche per gli enti che con noi si rapportano, perché il lavoro preparatorio determina una posizione unitaria e condivisa che semplifica i rapporti Istituzionali. Questo è vero sia al livello nazionale, sia a quello regionale data la rappresentanza che ha il coordinamento. Crediamo che, come abbiamo chiesto a Torino un tavolo permanente nazionale di confronto tra Ministero dell’ambiente e Federparchi sulle tematiche che riguardano le aree protette, sia giusto chiedere un analogo tavolo di livello regionale. Non che confronto non ci sia stato in questi anni, tutt’altro, ma riteniamo istituzionalizzare un percorso sia un fatto importante.
Problemi sul tappeto
Parchi nazionali commissariati
In Toscana ci sono due Parchi Nazionali commissariati, Arcipelago Toscano ed Appennino Tosco-emiliano. Questa è una situazione che permane da troppo tempo, il commissariamento come si sa è “straordinario”, ma nei due casi suddetti si rischia di scivolare nell’ordinario. Naturalmente questo prescinde da una valutazione sulle persone che in questo momento stanno assolvendo a questo importante incarico, ma un Parco, per funzionare a pieno ha bisogno di un Presidente e di un consiglio, rappresentativi delle diverse sensibilità presenti su un territorio, e il commissariamento, seppure in taluni casi inevitabile, deve avere una durata breve, che nei due casi citati è stata ampiamente superata. Per questo chiediamo al Ministero dell’ambiente ed alla Regione Toscana di concordare un percorso che faccia uscire due aree protette così importanti dall’attuale situazione.

Aree protette Marine
Recentemente, un bando del Ministero dell’Ambiente per finanziamenti per aree protette marine istituite ed istituende, ha riportato l’attenzione su aree di reperimento inserite nella L 394/91 quali l’area prospiciente i Monti dell’Uccellina e le secche della Meloria. Al di là dell’esito dell’erogazione dei finanziamenti, crediamo che ci siano le condizioni per elaborare come minimo uno studio di fattibilità per l’istituzione di queste aree. Tenendo conto di importanti affermazioni delle associazioni della pesca professionale e di altri soggetti presenti sul territorio, si può ragionare seriamente di perimetrazioni e regole, in modo trasparente e partecipato, raggiungendo un risultato di grande valore ambientale con il massimo del consenso. Chiediamo quindi al Ministero dell’Ambiente di coordinare lo studio di fattibilità con il coinvolgimento della regione Toscana e dei Parchi terrestri prospicienti le aree di reperimento, per raggiungere il massimo dell’integrazione terra mare.

Accordo di Programma tra Regione Toscana e Ministero Ambiente “Parchi e riserve naturali”
Nel novembre 2001 è stato stipulato tra Ministero dell’ambiente e Regione Toscana un accordo di programma denominato “Parchi e riserve naturali” che doveva attivare 7.520.645 euro di finanziamenti così ripartiti: 3.282.135 - Ministero dell’Ambiente; 2.904.350 - Regione Toscana; 1.334.059 - Enti gestori di aree protette e Privati. Ad oggi il Ministero dell’Ambiente, non ha ancora liquidato alla Regione Toscana la sua quota parte e questo non solo impedisce di realizzare 7,5 milioni di investimenti nelle aree protette, ma blocca anche risorse regionali, di enti gestori e di privati che potevano essere destinate ad altri interventi ed invece sono ferme da oltre un anno e mezzo. Chiediamo quindi al Ministro dell’ambiente di chiudere la vicenda con una decisione. Nel caso, per noi non auspicabile, che la quota parte del Ministero non fosse più disponibile, si potrebbe come minimo sbloccare le risorse di Regione Toscana, Enti gestori e privati che complessivamente ammontano a circa 4,2 milioni e che consentirebbero, seppur con un notevole ridimensionamento, di realizzare interventi

Progetto APE
L’importantissimo progetto APE – Appennino Parco d’Europa si trova praticamente nella situazione esposta nel punto precedente. Gli interventi nelle regioni Emilia, Liguria e Toscana, coordinati da Parco delle Apuane prevedevano un cofinanziamento di circa 2,2 milioni di euro su fondi CIPE a sostegno dei circa 2,6 milioni di regioni ed enti Parco. I lavori sono già iniziati, ma l’erogazione del primo 20%, pari a circa 450.000 euro, prevista per Gennaio ancora non è avvenuta, mentre da parte degli enti è già stata richiesta l’erogazione del successivo 40%. In questo caso chiediamo al Ministero che i fondi vengano sbloccati, per non lasciare gli enti nell’incertezza e con ovvi problemi di scoperto di cassa.

Finanziamenti ordinari ai Parchi
Siamo estremamente preoccupati della situazione che si sta prospettando per i Parchi Nazionali Toscani, Foreste Casentinesi ed Arcipelago Toscano per i quali si parla di tagli del 30% che oltretutto sopraggiungerebbero a bilancio approvato e si aggiungono al taglio del 10% operato nel 2002. Abbiamo detto in apertura che è fondamentale migliorare l’efficienza economica delle aree protette, anche attraverso l’incremento delle entrate proprie, ma non crediamo che questo si possa forzare con i tagli.
Alla Regione Toscana diamo atto dell’aumento complessivo e costante di questi ultimi anni del finanziamento ordinario per i parchi regionali. Dobbiamo però rilevare che, quest’anno, giunti ai primi di Giugno non è stata erogata alcuna somma. Questo mette in grande difficoltà di cassa i parchi, visto che il trasferimento regionale, come è ovvio che sia, rappresenta una larga parte delle entrate. Sappiamo che questo ritardo deriva anche da valutazioni diverse dei parchi sui criteri di ripartizione del finanziamento e su questo tema Federparchi negli anni scorsi, in accordo con l’Assessorato all’ambiente, aveva svolto un lavoro di mediazione, consegnando alla Regione una proposta scritta, che poi aveva trovato puntuale recepimento. Quest’anno la Regione ha ritenuto, legittimamente, di decidere senza una proposta di Federparchi, ma questo ad oggi non è ancora avvenuto e, spesso, una non decisione è peggio di una decisione che divide. Per questo sollecitiamo una scelta che, verosimilmente, si presterà a valutazioni diverse da parte dei Parchi, ma che sarà comunque molto meglio del trovarsi tutti a Giugno senza trasferimenti.
Il futuro delle Aree Naturali Protette di Interesse Locale
Le Aree Naturali Protette di Interesse Locale (ANPIL), rappresentano una particolarità Toscana, prevista dalla L.R. 49/95. Sin dall’inserimento nella legge questa tipologia di area ha suscitato pareri molto diversi, che con le prime istituzioni hanno determinato anche azioni forti come ricorsi al T.A.R. di enti ed associazioni verso piani triennali della Regione Toscana. Anche all’interno della nostra associazione, oggi, ci sono valutazioni diverse sul ruolo delle ANPIL, ma su un punto almeno siamo tutti d’accordo. Sin dai primi atti di programmazione della Regione Toscana nel settore, si è ribadito che l’ANPIL poteva rappresentare il primo stadio di protezio0ne di un area e che poteva successivamente evolvere in qualcosa di più importante e strutturato come una riserva naturale. Ad oggi però, nessuna ANPIL si è “evoluta”, nonostante alcune abbiano tutte le caratteristiche per poterlo fare. Certamente, questo dipende anche dal fatto che, in taluni casi, sono pochi anni che l’ANPIL è stata istituita, ma crediamo che il tema dell’evoluzione delle ANPIL vada ripreso con forza nel prossimo programma triennale della Regione Toscana.

Conclusioni
In conclusione il coordinamento Toscano di Federparchi cercherà di dare un contributo a questa conferenza esprimendo valutazioni, evidenziando problemi ma anche suggerendo soluzioni. L’ho fatto io in questa relazione generale, oggi pomeriggio e domani lo faranno altri entrando più nel merito delle singole questioni. Nel pieno rispetto di un corretto rapporto istituzionale, siamo pronti a continuare il confronto con tutti i soggetti interessati e in primo luogo con la Regione Toscana, con la quale il rapporto di collaborazione instaurato ha dato, come ricordato, in questi anni significativi risultati.

* Presidente del coordinamento regionale di Federparchi