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Il complesso mondo dei gabbiani

La specie non è più solo marina, sono nove quelle presenti nell’area protetta

(Mantova, 01 Dic 17) Di Davide Aldi, GRAM, Gruppo Ricerche Avifauna Mantova

In inverno migliaia di gabbiani che hanno nidificato e sono nati in centro e nord Europa scendono verso sud alla ricerca di climi più miti e specchi d'acqua liberi dal ghiaccio. Tutti li conoscono superficialmente, davvero in pochi, anche tra gli addetti ai lavori, sono in grado di riconoscere i molti piumaggi che caratterizzano le diverse classi di età di questo ampio e affascinante gruppo di uccelli. Oltre 12 specie presenti regolarmente in Italia (più alcune accidentali) di cui ben 9 ad oggi segnalate nel mantovano. Nove specie con piumaggi diversi a seconda della stagione e dell'età: insomma, un vero rompicapo.

Essi presentano una plasticità comportamentale e alimentare assolutamente affascinante, che permette loro di beneficiare delle risorse messe a disposizione dall'uomo. Evolutisi come specie marine ittiofaghe li vediamo oggi cibarsi nelle discariche, rubare il pane lanciato da qualche cittadino ad anatre e cigni, seguire i trattori durante l'aratura per fare scorpacciate di insetti e lombrichi.

Il colore chiaro è un potente mezzo di comunicazione per quest specie gregarie, poichè facilita il contatto tra conspecifici.

Ammirando un gruppo di gabbiani posati su un filo o sull'arcipelago di Ocno sul lago Inferiore di Mantova,  osservate le loro zampe: potreste trovare un anello colorato che ci racconta la loro storia...

Per la maggior parte di noi sono semplicemente "banali" gabbiani. Per un occhio curioso nelle oltre 12 specie di gabbiani regolarmente presenti in Italia non vi è nulla di banale, anzi. I gabbiani rappresentano una vera sfida per ornitologi e birdwatchers. Essi presentano piumaggi differenti a seconda della stagione e della classe di età, il che rende la loro identificazione estremamente stimolante; altrettanto affascinante è la loro capacità di sfruttare le risorse messe involontariamente a disposizione dall'uomo (fonti alimentari e siti di nidificazione), tanto che il gabbiano reale è considerato in molti contesti (ad esempio a Roma) una specie "problematica" avendo occupato in gran numero i tetti delle città e i siti archeologici, e cibandosi degli avanzi abbandonati dai turisti nelle vie e piazze del centro storico. Insomma, un vero opportunista, un vicino di casa spesso piuttosto invadente.

Concentriamoci ora sui gabbiani mantovani, che sicuramente tutti noi hanno notato nel territorio del Parco del Mincio: sui laghi, lungo il Po e il Mincio, ma anche in campagna a seguito dell'aratro dei trattori, spesso in compagnia degli aironi guardabuoi.

Iniziamo dalla specie più facile da osservare, il gabbiano comune (Chroicocephalus ridibundus): in pieno inverno sono alcune migliaia i gabbiani comuni che si radunano sul Lago superiore per trascorrere la notte. Il becco e le zampe di un bel rosso corallo acceso li rendono inconfondibili nel piumaggio adulto. La testa è bianca con una macchia auricolare scura in inverno, marrone cioccolata in estate (cioè in piumaggio riproduttivo o nuziale). 

Proprio l'inverno è la stagione dei gabbiani, che da marzo lasciano in massa i nostri laghi per andare a riprodursi in centro Europa. Tale informazione deriva dalla osservazione di individui inanellati, marcati cioè da ornitologi con anelli posti alle zampe dell'animale. Questi anelli riportano impressi codici univoci che possono essere letti a distanza e grazie ad essi sappiamo che Mantova è frequentata, ad esempio, da gabbiani ungheresi, polacchi e cechi. 

Il gabbiano comune, come molti altri rappresentanti della sua famiglia, è un animale onnivoro. Se il pesce rappresenta forse la base della dieta dei gabbiani pelagici, quelli dell'entroterra mangiano assolutamente di tutto. Le discariche sono luoghi ideali per osservare i gabbiani, ma anche vermi e altri invertebrati  portati allo scoperto da un aratro costituiscono un pasto eccellente.

Il gabbiano comune è una specie fortemente gregaria, nidificando, alimentandosi e riposando in gruppi molto numerosi. Il colore chiaro del suo piumaggio (grigio chiaro e non bianco candido come può apparire) facilita il contatto e l'individuazione dei conspecifici. Quando un gabbiano identifica una fonte di cibo sarà facilmente avvistato e raggiunto da altri individui proprio grazie al suo colore, fortemente comunicativo.

Altre 8 specie sono state segnalate del mantovano: alcune sono assolute rarità, come l'enorme mugnaiaccio (Larus marinus) osservato lungo il Po nel febbraio 2017, altri migrano regolarmente attraverso la nostra provincia, ma in numeri molto esigui (gabbiano corallino, Ichthyaetus melanocephalus e gabbianello, Hydrocoloeus minutus).

 La gavina è abbastanza facile da osservare da dicembre a marzo, anche sulle piattaforme dell'arcipelago di Ocno. 

Chiudiamo questa carrellata di gabbiani con i cosidetti "large gulls": il gabbiano reale mediterraneo (Larus michahellis), il gabbiano reale pontico (Larus cachinnans), il gabbiano reale nordico (Larus argentatus) e lo zafferano (Larus fuscus). Se gli adulti sono abbastanza ben riconoscibili, gli immaturi (individui dal primo al quarto anno di vita) di queste 4 specie presentano invece piumaggi grigio marroni assolutamente simili. Questo li rende croce e delizia di ogni "gabbianologo", proprio per la complessità della loro identificazione che spesso richiede un'osservazione molto accurata sul campo e lo studio a tavolino di immagini fotografiche di buona qualità.

Se avete fotografato dei gabbiani e questo breve articolo vi ha incuriositi a saperne di più, postatele sulla pagina FB del Gruppo Ricerche Avifauna Mantovano o del Parco del Mincio; proveremo a identificare specie e età dei vostri soggetti. 

Gabbiano comune adulto in abito invernale. Ottobre 2017, Lago Superiore. Foto: D. Aldi
Gabbiano comune adulto in abito invernale. Ottobre 2017, Lago Superiore. Foto: D. Aldi
Gabbiano reale pontico immaturo. Foto: D. Aldi
Gabbiano reale pontico immaturo. Foto: D. Aldi
Una gavina spicca tra i gabbiani comuni sulle piattaforme dell'arcipelago di Ocno. Foto: D. Aldi
Una gavina spicca tra i gabbiani comuni sulle piattaforme dell'arcipelago di Ocno. Foto: D. Aldi
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