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Parco Naturale Regionale Monti Simbruini

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Grotta Mora Cavorso: valorizzazione del sito archeologico - naturalistico

Incontro per piano d'azione

(Jenne, 03 Mag 17) Nei giorni scorsi, presso i locali del Parco, si è tenuto un incontro tra il Direttore del Parco Dott. Carlo di Cosmo e il Prof. Mario F. Rolfo docente di Paleontologia presso l'Università di "Tor Vergata" Roma, per poter elaborare insieme un percorso rivolto alla fruizione e promozione turistica della grotta "Cavorso" situata nel Comune di Jenne (Rm).

Il Prof. Rolfo, responsabile degli scavi, ha illustrato i ritrovamenti antropici e archeologici a dir poco eccezionali che sono stati rinvenuti nel sito dal 2006 ad oggi, evidenziando l'importanza della scoperta della grotta nella nostra zona, sia dal punto di vista archeologico sia naturalistico. Nella riunione si è analizzata la possibilità di rendere la grotta raggiungibile e quindi accessibile all'utenza che frequenta il Parco, siano essi escursionisti oppure esperti in materia, nonché quella di intraprendere un percorso didattico verso l'esterno, coinvolgendo gli istituti scolastici e Università. Partendo dal ripristino dei vecchi sentieri, si mirerebbe a valorizzare il sito posizionando pannelli informativi lungo il percorso e, per l'interno della grotta, illustrare le scoperte collocando delle copie esatte dei reperti rinvenuti (calchi) nello stesso punto in cui sono stati riportati alla luce.

Il Direttore del Parco, condividendo con il Prof. Rolfo il progetto, si è reso disponibile ad effettuare un sopralluogo nella grotta nei prossimi giorni allo scopo di individuare soluzioni e strategie da mettere in campo. A tal fine si richiederà la preziosa collaborazione del Comune di Jenne che, oltre ad aver dimostrato di essere sensibile all'argomento negli anni passati, potrebbe diventare partner del progetto considerato che il sito insiste interamente nel suo territorio.

La grotta "Cavorso" situata nel Comune di Jenne a circa 715 metri s.l.m., venne segnalata dall'associazione "Shaka Zulu" di Subiaco nel 2003 che, aprendo un passaggio che immetteva in un reticolo carsico, aveva rinvenuto materiale antropico e archeologico sparso all'interno del sito. A seguito della segnalazione, nel 2006 l'Università di Tor Vergata, in collaborazione con la soprintendenza archeologica del Lazio, ha dato inizio agli scavi e alle indagini stratigrafiche all'interno del sito, riportando alla luce moltissimi reperti umani e archeologici attribuibili ad un momento avanzato del neolitico antico.

La cavità è costituita da una prima sala di dimensioni piuttosto ampie dalla quale si dirama un diverticolo che immette in un reticolo lungo circa 30 metri, alla fine del quale insistono 2 anfratti denominati "sala inferiore" e "sala superiore".  Tra le numerose ceramiche preistoriche, collane, punte di frecce risalenti all'età del bronzo e ancora, resti umani e sepolture, possiamo trovare anche resti di fauna di vario tipo (lupo, cervo, stambecco, gatto selvatico, maiale, cervo, chirotteri, micro fauna, ecc.) che, oltre ad avere un importanza molto rilevante a livello archeologico, ci consegna anche un patrimonio faunistico ormai perduto con ritrovamenti di animali estinti nel nostro territorio. La grotta, oggetto di molte pubblicazioni scientifiche, è tuttora in fase di studio e monitoraggio da parte della Soprintendenza archeologica in quanto gli scavi non sono ancora terminati.  

Reperto animale
Reperto animale
Alcuni momenti dello scavo
Alcuni momenti dello scavo
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