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Parco Naturale Regionale Monti Simbruini

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Rocca dei Borgia

Costruita tra il 1073 e il 1077 dall'abate di S. Scolastica, Giovanni V, che la rese un munitissimo castello feudale, con una possente torre e carceri, fu arricchita di stanze ed appartamenti e di una piccola chiesa dedicata a S. Tommaso apostolo. Divenne così, il simbolo del potere dell'abbazia e la residenza abituale di Giovanni e dei suoi successori fino a quando, il terremoto del 1349 e la ribellione del popolo sublacense al regime dell' abate Angelo Monreale, costrinsero il suo successore, il francese Ademaro, a ritirarsi a Jenne.

Restauri radicali furono compiuti nel 1476 dal cardinale spagnolo Rodrigo Borgia che la fortificò militarmente e vi dimorò con la famiglia. E qui videro la luce i famigerati Cesare e Lucrezia, avuti da Vannozza De Captaneis sua amante. Nel 1492, Rodrigo venne eletto papa con il nome di Alessandro VI, la Rocca e commenda passarono al cardinale Giovanni Colonna, quale compenso del voto datogli in conclave a lui e famiglia, il cui dominio si prolungò per 116 anni. Nel 1556 la Rocca venne completamente smantellata dai soldati di Paolo IV, durante le lotte tra colonnesi e papato, venne catturato il commendatario Francesco, il quale rimesso in libertà, provvide a restaurare la Rocca, tra i quali un suntuoso appartamento detto, appunto, dei "Colonna". Nel 1633 la commenda fu affidata da Urbano VIII dei Barberini ai suoi nipoti, così per 105 anni rimase sotto il loro governo autoritario e severo. I Barberini, però non fecero nulla per ingrandirla e fortificarla.

Nuovo lustro le donarono, nel 1778, i lavori commissionati da Pio VI, all'arch. Pietro Camporese che costruì la carrabile, il portale, l'androne per le carrozze, l'orologio pubblico apposto sulle mura occidentali, dimezzò la Rocca borgiana e decorò gli appartamenti con pregevoli affreschi. Rese la Rocca, degna dimora per l'abate commendatario, cancellandone, però, le originarie caratteristiche di fortezza medievale. Infine, l'occupazione napoleonica del 1799 la depauperò di ogni prezioso suppellettile così che, attualmente, i saloni sono adornati solo di notevoli affreschi della seconda metà del settecento di Liborio Coccetti e dei fratelli Zuccari.

Nel 1915 la commenda venne soppressa per volere di papa Benedetto XV e la Rocca restituita definitivamente all'abate di S. Scolastica.

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