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Sport in natura e gli stili di vita tra sobrietà e necessità

Il Parco Nazionale all’assemblea nazionale di Lega UISP

(Sassalbo, 05 Dic 12) Il Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano, nella persona del presidente Fausto Giovanelli, è stato ospite dell'assemblea annuale della Lega Uisp Sportpertutti a Chianciano Terme. 'Le aree protette e l'attività sportiva: un patto per la salvaguardia ambientale e lo sviluppo' è il titolo dell'intervento di Giovanelli che ha riportato le tante esperienze in quest'ambito su cui il Parco ha fortemente investito: 'Neve Natura', 'Autunno d'Appennino', 'Parco bike', 'Col Cuore nel Parco', Appennino Reale e l'Alta Via dei Parchi'.

«La nostra presenza oggi – sottolinea il presidente del Parco nazionale - qui è per rinnovare il legame con la Uisp e rafforzare quel patto tra Aree Protette e l'associazionismo consapevole utile a promuovere lo sport in natura e gli stili di vita tra sobrietà e necessità: una delle migliori risposte alla crisi. Ciò che è necessario è proporre non un consumo del tempo libero, ma attività fisica e stili vita che, con meno risorse e meno depauperamento del territorio, restituiscono equilibro tra uomo e natura producendo un arricchimento individuale e per l'ambiente».    

Il rafforzamento del rapporto tra la Uisp e i Parchi è un tema caro anche a Santino Cannavò, presidente nazionale della UISP, che di fronte alla platea di Chianciano Terme affronta un tema di assoluto rilievo: "Le attività sportive all'aria aperta: uno strumento di conoscenza, salvaguardia ambientale e sviluppo del territorio". Riflettendo sui cambiamenti che stanno caratterizzando la nostra società e i comportamenti individuali, Cannavò analizza come anche lo sport acquisti una nuova dimensione che impone un'attenzione particolare all'educazione, alla formazione, alla produzione e il consumo di beni e servizi, al governo del territorio, della cultura e della politica. Il suo intervento riprende temi centrali della filosofia e delle azioni del Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano e apre a sicure collaborazioni in continuità con quanto già fatto in questi anni.

«L'approccio allo sport sta cambiando - afferma il presidente UISP - Sempre di più avanza una richiesta d'interdisciplinarietà e di attenzione alle pratiche sostenibili. Ormai usiamo con disinvoltura i termini "Palestre a cielo aperto" nell'indicare le innumerevoli attività sportive in ambiente naturale, e "Urban Sports" riferendoci alle attività sportive urbane come il parkour. Tutte pratiche all'aria aperta. Aspetti che oltre a contrassegnare un affrancamento dal modello classico di sport, sono carichi di significati culturali, di critica, di ricerca di pratiche più coerenti e sostenibili. Perché lo sport in ambiente e l'urban sports sono inimmaginabili senza tutto il loro spessore ideologico rappresentato da una carica di contestazione, di scelta e di visione sociale e culturale. Un vero è proprio stile di vita».

Studi condotti dal Dipartimento Nazionale della Lega Sportpertutti dimostrerebbero che correre, camminare, nuotare, andare in bicicletta, vivere l'ambiente naturale è diventato l'interesse principale degli sportivi occasionali che oggi in Europa rappresentano i tre quarti dei praticanti. Oltre 3 milioni d'italiani si avvicinano al running. Si susseguono nuove discipline, come skyrunning, snackline, kitesurf. Cresce di quasi il 30% il numero dei praticanti che svolgono attività di escursione invernale con le ciaspole; del 10% di scialpinismo e aumentano i nuotatori in acque libere. Nel 2011, forse anche a causa della crisi, si registra un dato storico: in Italia la vendita delle biciclette supera quella delle auto. Il cicloturismo cresce e traina interi settori turistici.

«Questi dati - afferma Cannavò - sono segnali importanti che evidenziano scelte di quantità. Una vera e propria esuberante richiesta di attività sportive all'aria aperta e di pratica libera. Indubbiamente questa tendenza esprime un disagio verso schemi rigidi, strutture, regolamenti, e impianti sportivi e la richiesta di tali attività denuncia il bisogno di maggiore natura, ambienti puliti, ritmi lenti, sostenibilità».

L'attività motoria ritorna ad avere un ruolo primario che segna le politiche nazionali e internazionali in materia di processi di conoscenza, educativi e formativi, progettazione degli spazi, salvaguardia ambientale, sviluppo economico e di prevenzione e tutela sanitaria. Il camminare e l'andare in bicicletta diventano politiche per una mobilità sostenibile. I soggetti che promuovono stili di vita attiva diventano i propulsori di una città a misura d'uomo. Il turismo sportivo sostenibile e le vacanze all'insegna del movimento rappresentano un elemento insostituibile per favorire le microeconomie, rimettono al centro territori scartati dal turismo di massa, così come sottolinea lo stesso Cannavò.

«Si va in vacanza in bicicletta, si partecipa ai grandi tour a piedi, si sviluppa la nautica sostenibile, crescono gli appassionati di discipline di acqua dolce e salata. Nell'ambito naturale queste attività rappresentano strumenti di conoscenza e salvaguardia dell'ecosistema e a pieno titolo possono essere considerate volano per le economie locali e lo sviluppo del territorio. In questi ultimi anni siamo stati attenti a questi fenomeni e abbiamo attivato una rete di collaborazione con le aree protette terrestri e marine per mezzo di protocolli d'intesa. Viviamo in una nazione ricca di biodiversità (la più significativa in Europa), dove il territorio è formato dal 55% di montagne, é circondato dal mare per quasi 8000 Km e dove quasi il 20% del territorio è protetto tra parchi nazionali, regionali, aree marine, SIC e ZPS. Territori che rappresentano avamposti di sostenibilità, luoghi dove si genera energia pulita, serbatoi di Co2, scrigno di saperi antichi, risorse naturali e paesaggistiche. Nonostante ciò le Aree protette sono in gravi difficoltà economiche e gestionali. Un capitale naturale abbandonato. Inoltre nel nostro ragionamento è da tenere presente che in Italia sono presenti tanti piccoli comuni con meno di 5000 abitanti con unicità territoriali, diversità culturali e con stratificazioni storiche importanti. Piccole comunità sostenibili. Un tessuto fortemente caratterizzato da un capitale naturale, artistico, culturale e sociale unico al mondo dove lo sport può essere un importante strumento per il benessere e il rilancio economico di quelle popolazioni e dell'intero sistema Italia».

Cannavò ha concluso il suo intervento spronando l'assemblea «Possiamo e dobbiamo spostare la nostra attenzione dall'attività al territorio; misurare la nostra pressione ambientale e ridurla; favorire la conoscenza dell'ecosistema e salvaguardare la biodiversità; favorire lo sviluppo delle economie locali (incentivando la creazione di cooperative di servizi, favorendo la creazione di posti di lavoro); fare proprie le linee guida del turismo sostenibile, promuovendo una rete di rapporti con strutture confacenti sul territorio; partecipare ai processi di progettazione partecipata delle città; pianificare un'azione di formazione politica dei quadri dirigenti e degli operatori sportivi; diventare attori di green economy».

Il Parco Nazionale non può che plaudire a queste scelte programmatiche e rendersi disponibile per realizzare insieme progetti capaci di soddisfare il diritto di ciascuno a svolgere una sana attività fisica nell'ambiente migliore e nel modo più sostenibile.

Silvia Baglioni Ufficio Stampa Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano ufficiostampa@parcoappennino.it

 

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