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Parco Nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena

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Squalo elefante impigliato nella rete: pronto in tempi brevi il prototipo del Parco

Comunicato stampa del 17.04.2014

(La Maddalena, 17 Apr 14) È stato ritrovato nella giornata di ieri, impigliato nella rete di un pescatore nelle acque di Santa Teresa Gallura, un esemplare di giovane femmina di squalo elefante, lungo oltre due metri e mezzo e del peso di 62 Kg,  rimasto impigliato accidentalmente in una rete da imbrocco, a quindici metri di profondità: quando il pescatore l'ha recuperato, alle 7.30 del mattino, era ormai già morto. Questo è il periodo dell'anno in cui la zona settentrionale della Sardegna è interessata dalle migrazioni di tali animali, che molto spesso finiscono per essere catturati accidentalmente dalle reti dei pescatori.

Per contribuire ad arginare simili eventi l'Ente Parco Nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena partecipa da un paio di anni al progetto Progetto Sharklife (LIFE10 NAT/IT/000271), dedicato alla conservazione degli squali e dei pesci cartilaginei, con il quale si intendono realizzare azioni concrete per la loro salvaguardia di attraverso la riduzione della mortalità causata dalla pesca professionale e sportiva.

In particolare l'Ente Parco si sta occupando, insieme all'Università della Calabria, dello sviluppo di un sistema innovativo per la riduzione del numero di catture accidentali di squalo elefante e altri grandi pelagici, in collaborazione con i pescatori della marineria di Porto Torres e La Maddalena. Un dispositivo segnalerà ai pescatori la cattura di un animale di grandi dimensioni.

La fase di progettazione si avvia verso la conclusione: grazie agli incontri con i pescatori, organizzati dall'Ente Parco negli ultimi mesi, si è riusciti a valutare, ad esempio, quale fosse il migliore posizionamento del dispositivo nelle reti, così da poter iniziare la sperimentazione dal mese di giugno. «La salvaguardia e la conservazione degli squali elefante e delle grandi specie che popolano il nostro mare – spiega il Presidente Giuseppe Bonanno – rientra tra le priorità che il Parco si è dato in questi anni; ecco perché speriamo che la messa a punto di prototipo di questo genere permetta di ridurre il tasso di mortalità dovuto alle catture accidentali. Con "SharkLife" andiamo fieri di sperimentare azioni concrete che potranno contribuire a proteggere e a rendere ancora più sicuro il nostro mare».

Il progetto – che comprende anche l'elaborazione di linee guide nazionali per la conservazione dei pesci cartilaginei ed altre iniziative che si possono consultare al seguente link http://www.sharklife.it – è finanziato con fondi europei del programma Life+ e all'impegno economico di altri cofinanziatori, quali il Ministero dell'Ambiente, il Parco Nazionale dell'Asinara e la Provincia di Reggio Calabria, vede, accanto a CTS, i seguenti partner: Agci-Agrital, Area Marina Protetta delle Isole Pelagie, Cibm di Livorno (Consorzio per il Centro Interuniversitario di Biologia Marina), Fipsas (Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività subacquee), Fondazione Cetacea, Parco Nazionale dell'Arcipelago di La Maddalen e Università della Calabria.

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