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Parco Nazionale Arcipelago Toscano

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Percorso del Santuario delle Farfalle

Percorso facile

  • Percorribilità: A piedi
  • Interesse: Flora, Fauna, Panorama
  • Partenza: Monte Perone
  • Arrivo: Monte Perone
  • Tempo di percorrenza: 2 ore e 20 min
  • Difficoltà: Facile
  • Lunghezza: 5 km
  • Dislivello: in salita 279 m

Il Santuario delle Farfalle è dedicato ad Ornella Casnati, un'appassionata naturalista elbana scomparsa alcuni anni fa. E' situato sul Monte Perone, la zona più interna del massiccio del Monte Capanne, raggiungibile con l'auto imboccando la strada provinciale n. 37. Se si sale da est, partendo da Marina di Campo, si passa da Sant'Ilario (12 km); se si arriva da nord si percorrono 4 km partendo da Poggio. Il sentiero inizia dall'area pic-nic e si snoda lungo il tratto della GTE da cui, nei pressi di Monte Maolo, si stacca il sentiero n. 107 per San Piero, ove è presente un'altra area di interesse per le farfalle.
Grazie al contributo del Parco, i lepidotteri vengono monitorati, cercando di favorire in particolare lo sviluppo di piante del genere Aristolochia, di cui si nutre il bruco di una rara farfalla, la zerinzia. Il tracciato prosegue sulle pendici settentrionali de Le Calanche, dove incrocia due volte il sentiero per escursionisti esperti con attrezzatura n. 100. Subito prima dell'ultimo bivio, arrivati sul fianco nord orientale della vetta del Monte Capanne, la GTE si divide in due rami (nord e sud). Gli ambienti che si incontrano nel Santuario delle Farfalle sono essenzialmente tre. Il primo tratto di sentiero passa all'interno di una pineta. Qui, nonostante ci si trovi in un bosco a impianto artificiale, molte specie di farfalle trovano un ambiente fresco, luminoso e ricco di fiori dove, soprattutto nei mesi estivi, possono rifugiarsi e nutrirsi al riparo dal caldo. In questo luogo troviamo tre specie praticamente assenti sulle isole minori italiane: la zerinzia, la pieride di Mann e la pironia. Al termine della salita nella pineta, subito dopo il bivio con il sentiero n. 107, la via si fa più stretta prima di arrivare ai cosiddetti "pratelli di crinale" dove il bosco e la macchia sono sostituiti da radure ed affioramenti di roccia occupate da piante erbacee, ginestre ed elicriso localmente noto come "giuderba". Del nettare di queste si nutrono la maggior parte delle specie endemiche. Grazie a questo particolare mosaico ambientale le farfalle che si trovano nel Santuario riescono a raggiungere un'altissima densità. Dopo un breve tratto in quota, il sentiero si inoltra in un bosco di macchia mediterranea. Quest'ultimo ambiente è più povero di farfalle, ma è possibile vedere la famosa giasone in quanto la larva di questo lepidottero si nutre di corbezzolo, qui molto diffuso. Invece, nascoste nelle piccole radure, si possono trovare specie amanti del nettare degli alberi e del fresco dei boschi come la tecla della quercia. Giunti alla biforcazione della GTE si ritorna sui propri passi per raggiungere il punto di partenza.

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