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Parco Nazionale Arcipelago Toscano

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Percorso delle spiagge selvagge

Percorso facile

  • Percorribilità: A piedi
  • Interesse: Flora, Fauna, Panorama
  • Partenza: Procchio
  • Arrivo: Procchio
  • Tempo di percorrenza: 2 ore e 45 min
  • Difficoltà: Facile
  • Lunghezza: 5 km
  • Dislivello: in salita 237 m

Questo itinerario consente di unire ad una piacevole camminata la scoperta di due graziose spiaggette poco frequentate: Porticciolo e Lamaia. All'estremità orientale della spiaggia di Procchio si imbocca il sentiero n. 245. Il percorso attraversa alcune proprietà private, ove è garantito il diritto di passo. Dopo poco l'itinerario si immette in una strada carrabile, Via della Cicala. Il sentiero segue la costa attraversando una lecceta che ben rappresenta un tipico bosco ceduo, originato cioè dall'utilizzo da parte dell'uomo di una tecnica di taglio che sfrutta la capacità di alcune piante di ributtare se tagliate.
Si noterà che dalla base del tronco tagliato si sono infatti sviluppati nuovi fusti ravvicinati che consentono al bosco di crescere nuovamente nonostante lo sfruttamento. Sul tracciato vi sono inoltre degli spazi circolari dove, fino ad alcune decine di anni fa, venivano costruite le carbonaie, che consentivano, utilizzando un'antica tecnica, di trasformare il legno in carbone. Al termine del bosco di leccio la via, dopo aver incrociato il sentiero n. 245A, scende sulla piccola spiaggia del Porticciolo. Se siamo fortunati qui è possibile osservare le acrobazie del marangone dal ciuffo. Questo uccello marino, abbastanza diffuso sulle scogliere elbane, si avvicina a riva, dove può più facilmente catturare piccoli pesci utilizzando le ali per nuotare. Proseguendo il cammino lungo la costa arriviamo in pochi minuti alla più ampia spiaggia della Lamaia. L'impluvio che termina nella baia, crea una piccola zona umida dove vegeta rigoglioso un canneto. Nelle immediate vicinanze si trovano alcune piante tipiche delle spiagge, la calcatreppola che forma bassi cespugli dalle foglie molto coriacee e spinose, la nappola, vistosa specie ben riconoscibile dalle infruttescenze ovali spinose e uncinate, ed il ravastrello dai piccoli fiori rosei. Quest'ultima pianta pioniera, capace di vivere nella parte di spiaggia più vicino al mare, produce frutti galleggianti che, racchiudendo i semi per lungo tempo, riescono a propagarsi via mare, a grandi distanze. Da qui chi non ama i dislivelli può ritornare sui propri passi. Altrimenti si prosegue seguendo una salita piuttosto ripida e non troppo agevole che termina sul sentiero n. 245A. Questo tracciato, carrabile nel primo tratto, si inoltra poi in discesa nella vegetazione, disegnando un percorso ad anello con il sentiero n. 245, attraverso il quale è possibile ritornare a Procchio.

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