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Il Parco Nazionale dell'Aspromonte ufficializza la nomina del neo direttore Putortì e predispone nuovi piani progettuali

Il primo settembre, nell'ambito della presentazione del progetto "Pastori Custodi", si è parlato di alcune urgenti problematiche ambientali

(Santo Stefano Aspromonte, 08 Set 22) La presentazione di giovedì scorso del progetto "Pastori Custodi", fortemente voluto dall'Ente Parco dell'Aspromonte in sinergia con la Regione Calabria e l'Associazione Allevatori per la salvaguardia e la conservazione dell'ecosistema del massiccio calabrese, non è stata importante solo dal punto di vista politico-amministrativo, ma anche perché si è rivelata l'occasione per ufficializzare la nomina del neo direttore dell'Ente, Giuseppe Putortì, accolto dal caloroso applauso di tutti i convenuti alla conferenza stampa tenutasi a Gambarie d'Aspromonte (Rc): "Vi ringrazio per l'applauso - ha esordito Putortì, visibilmente emozionato - ma, andando subito al sodo, come nuovo direttore ritengo che ascoltare il territorio sia fondamentale, perché è solo comunicando con esso (e con chi lo custodisce) abbiamo la facoltà di coglierne le linee di sviluppo; anzi, a mio avviso ci sono due poli con cui dobbiamo fare i conti: la Natura e la Cultura. Guai a chi contrappone queste due realtà! Stiamo assistendo, anche in questi giorni, ad una guerra contro la Natura, costantemente deturpata, e a scontarne le conseguenze è appunto la Cultura, intesa come la nostra vita, il nostro modo di pensare e di lavorare; quindi conservare la Natura significa anche proteggere la nostra esistenza e garantirla alle nostre famiglie, ma un buon equilibrio tra i due poli richiede regole concertate, condivise ed intelligenti: questa è la grande sfida che si cela dietro le importanti iniziative che stiamo andando a porre in essere. Senza regole certe e concrete è impossibile pianificare qualcosa. 
D'altronde - ha poi chiosato - io mi chiedo: in altre regioni d'Italia l'ente parco è considerato una preziosa ed onesta fonte di ricchezza per tutti, non vedo perché non debba esserlo anche da noi, nonostante le difficoltà. Ma tutto dipende dalla nostra personale volontà e buona fede, dobbiamo sentirci davvero parte della comunità del Parco, il quale merita la nostra fiducia".
Dello stesso avviso è stato ovviamente il presidente dell'ente Leo Autelitano, il quale ha posto l'accento anche su alcune problematiche faunistiche ed ambientali, che ancora di più hanno bisogno di essere affrontate e risolte tramite la collaborazione e l'unione tra i diversi settori per la preservazione dei nostri boschi: "E' un'iniziativa sulla quale abbiamo lavorato molto - ha dichiarato - abbiamo voluto realizzarla per istituzionalizzare il rapporto tra i pastori e l'Ente Parco dell'Aspromonte. Essi sono i veri custodi del nostro territorio, inseriti a pieno titolo anche nei piani antincendio boschivi da diverso tempo: un ruolo fondamentale che svolgono di fatto tutto l'anno, perché sono sempre presenti conducendo un controllo costante della montagna. Consolideremo un progetto innovativo, basato sulla tutela dei boschi e del massiccio, per esempio, stiamo riscontrando da molti mesi un notevole numero di danni causati dai cinghiali, o meglio, da quella razza generata dagli incroci tra i cinghiali e i maiali (il cinghiale puro è sempre meno diffuso dalle nostre parti) che sta letteralmente distruggendo i boschi aspromontani. Per far fronte a questo grave fenomeno, ci siamo adoperati come ente per definire un piano d'abbattimento selettivo, che è ormai quasi pronto ed entro poco tempo sarà inviato al Ministero per ottenere l'autorizzazione. Un altro problema di non poco conto è quello rappresentato dai lupi, che causano notevoli danni. Abbiamo organizzato numerosi incontri con associazioni ed istituzioni per trattare efficacemente l'indennizzo dei danni da lupo: facciamo parte di un gruppo di monitoraggio, comprendente tutti i parchi nazionali d'Italia interessati. Monitoriamo la presenza della specie, attenti a rilevare casi di ibridazione tra il lupo ed il cane che si intravedono e che automaticamente portano ad un accentuazione del danno.
Fra non molto dovremmo riuscire a circoscrivere con maggiore precisone il fenomeno ibridazione, da questi risultati definire nuove strategie per stabilire arginamento e puntualità nel risarcimento dei danni.
Pertanto - ha aggiunto - auspichiamo una maggiore sinergia tra le parti: un lavoro a stretto contatto che significhi anche un'informazione più appropriata su tutto ciò che concerne il nostro territorio e chi lo vive, ma soprattutto una rigorosa collaborazione per inquadrare meglio il fenomeno e prendere gli appropriati provvedimenti".

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