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Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni

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Viaggio delle meraviglie in settantasette tappe

Nel catalogo delle bellezze naturali protette dall’Onu entrano due geoparchi italiani. Ma la lista dei paesaggi da salvare è ancora sterminata: perché si fa così poco per la memoria della Terra?

(14 Ottobre 2010) Erano una settantina, gioielli naturali unici dal punto di vista estetico, ma anche da quello scientifico-geologico, educativo e turistico. Per questo le 66 aree
protette del «Global network of national geoparks» dell'Unesco sono state recentemente incrementate con 11 nuovi arrivi, che le portano a 77. La lista è
stata aggiornata pochi giorni fa, al termine della Nona Conferenza dei Geoparchi svoltasi nell'isola di Lesbo, in Grecia.
I Geoparchi rappresentano una sorta di élite mondiale delle aree protette «ecosostenibili» dal punto di vista geologico e turistico: molti sono in Cina (oltre
20), una mezza dozzina in Gran Bretagna e finora ce n'erano cinque in Italia, le Madonie, il Parco del Beigua in Liguria, il Parco geominerario storico e
ambientale della Sardegna, l'Adamello-Brenta e quello di Rocca di Cerere, in Sicilia.
Il Parco del Beigua, ad esempio, è una prodigiosa balconata sul mare, misura quasi 9 mila ettari e si trova fra le province di Genova e di Savona (fra i 10
Comuni che comprende ci sono anche Arenzano, Cogoleto, Genova, Sassello e Varazze). E' il più vasto parco naturale della Liguria (comprende tre
comunità montane, Argentea, Del Giovo e Valli Stura e Orba), vanta 500 chilometri di sentieri e il Monte Beigua, massiccio che sovrasta la costa con cime
che superano i mille metri di altezza.
Ai 66 geoparchi e ai cinque italiani si aggiungono ora il Parco del Cilento e Vallo del Diano, sulle montagne dell'Appennino in provincia di Salerno, e il
Parco minerario toscano, che anche grazie alle Colline metallifere è il più importante sito minerario dell'Italia centrale, con i suoi famosi panorami e
importanti località turistiche marine.
Per quanto riguarda l'Europa sono stati aggiunti il parco di Vikos-Aoos in Grecia (con caratteristiche gole e un'eccezionale varietà di habitat naturali,
pianeggianti e alpini), quello finlandese di Rokua, vicino al Circolo polare artico (vanta una combinazione unica di paesaggi, modellata dall'era glaciale) e la
Costa basca, nel Nord della Spagna, dalle spettacolari scogliere.
In Asia sono stati inclusi ad esempio nel Vietnam del Nord il Dong Van Karst Plateau, con il suo paesaggio calcareo e il ricco patrimonio culturale, l'isola
Jeiju in Corea, un'isola vulcanica con un'economia basata sul turismo. In Cina non mancano i ponti naturali, le grotte, le rocce carsiche e i fiumi sotterranei
a Leye-Fengshan, nella regione dello Guangxi Zhuang, mentre Ningde, nel Fujian, esibisce le mille figure modellate dall'incontro delle rocce con l'acqua.
In Canada è stato premiato il sito di Stonehammer, luogo che vede la nascita della ricerca geologica nel Paese (e offre diverse attività turistiche) e in
Giappone il San'in Kaigan National Park, splendida area costiera che ha saputo coniugare le bellezze geologiche con lo sviluppo turistico.
Una condizione importante per entrare nella lista è quella di avere confini definiti e una struttura di gestione e un'area sufficientemente grande per
consentire un potenziale sviluppo turistico sostenibile.
Entrare nel novero dei geoparchi è un'occasione, com'è successo nell'area delle Colline metallifere toscane, per valorizzare un patrimonio: in Toscana la
nascita è stata promossa dal basso, cioè voluta fortemente dagli abitanti di un territorio che non voleva disperdere e cancellare la propria memoria storica e
socio-culturale, il proprio passato fatto di dolore e sacrifici (in questi giorni ne abbiamo un esempio, per quanto riguarda i minatori), ma anche da orgoglio e
solidarietà.

CARLO GRANDE



Fonte: La Stampa

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