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L'Area Marina Cinque Terre difende la biodiversità: un progetto per il monitoraggio dei fondali

Alle Cinque Terre si è concluso positivamente un primo progetto di studio che ha come obiettivo la tutela della biodiversità, e la promozione della pesca sostenibile.

(16 Lug 08) Il progetto " Studi dei popolamenti bentonici lungo i fondali dell'Area Marina: valutazione dell'effetto delle attività subacquee e di pesca".
Tutelare i fondali e le numerose specie presenti promuovendo le attività di economia sostenibile. L' Area marina Cinque Terre, con il supporto dell'Università di Genova attiva un piano d'azione per studiare e arrestare la perdita di biodiversità, adottando così i provvedimenti e le campagne informative condotte dalla Comunità Europea che ha dato il via ad un'iniziativa  programmata per arrestare la perdita di biodiversità entro il 2010. Questo progetto europeo che specifica azioni concrete, ed enuncia le responsabilità delle istituzioni europee e degli Stati membri in merito a ciascun settore, ha dato un ulteriore spinta alle Cinque Terre che, già impegnate da anni in questa battaglia, hanno attivato il progetto " Studi dei popolamenti bentonici lungo i fondali dell'Area marina: valutazione dell'effetto delle attività subacquee e di pesca", condotto nel biennio 2007 – 2008 in collaborazione con il Dip.Te.Ris dell'Università di Genova e e diretto dal Prof. Roberto Pronzato.

Il progetto che ha visto la conclusione della prima parte registrando buoni risultati, si proponeva di chiarire l'eventuale impatto delle attività di immersione nelle due zone di riserva integrale A  e di pesca nelle due zone di riserva  generale B. Lo studio è stato condotto per verificare lo stato di salute dei fondali e delle specie presenti e per supportare e potenziare le attività economiche sostenibili.

Il monitoraggio per lo stato dell'ecosistema marino
A causare danni all'ecosistema marino durante le attività subacquee possono essere gli impatti accidentali di oggetti o dell'uomo sul fondo, sopratutto in quelle zone dove siano presenti gorgonie, posidonia o briozoi, mentre gli effetti negativi della pesca, benchè regolamentata nelle Aree Marine Protette, comprendono sia il prelievo che il danneggiamento di organismi dovuto all'abbandono degli attrezzi da pesca, oltre all'effetto meccanico operato dagli stessi attrezzi su specie fragili e vulnerabili. Operativamente il monitoraggio si è svolto a Punta Mesco e Capo Montenero, individuando 8 siti nei quali a partire dalla profondità di 20 – 30 metri fino alla superficie, gli operatori subacquei hanno eseguito i rilevamenti stilando una lista delle presenze e delle assenze degli organismi animali e vegetali, per verificare così lo stato di salute della biodiversità alle Cinque Terre dal momento che la vita nella riserva è in continua evoluzione.

Lo studio ha fornito dati soddisfacenti e incoraggianti, in primo luogo perchè non sono stati rilevati impatti evidenti  attribuibili all'attività subacquea e alla pesca all'interno dell'Area marina, che è invece risultata essere  notevolmente ricca di Posidonia cceanica, Padina pavonica,  Pinna nobilis, Rodofita corallina elongata, Leptogorgia sarmentosa, Cladocora caespitosa, Parazoanthus axinellae, e poi polpi, murene, aragoste e gronghi. La ricerca ha dato quindi buoni risultati, un successo ottenuto soprattutto grazie al fatto che il numero di visitatori che si immergono è  estremamente  esiguo, e che i fondali privi di grotte, tunnel e pareti aggettanti favoriscono una fruizione responsabile da parte di subacquei.

 
"La perdita di biodiversità  è preoccupante non solo per il notevole valore della natura, - spiega Sabrina Rolla, direttrice Area Marina Cinque Terre – ma anche e sopratutto perchè interrompe l'equilibrio dell'intero ecosistema. L'estinzione di piante e animali comporta una perdita irreversibile per l'umanità è quindi fondamentale avvalersi del supporto del mondo accademico per rafforzare le nostre conoscenze sulla biodiversità e sull'ecosistema se vogliamo trovare nuove risposte politiche. E' inoltre essenziale investire nella conservazione delle diverse forme di vita e della salute degli ecosistemi che sono la base della nostra sopravvivenza. Per tutte queste ragioni proseguiremo nell'attivazione di altri progetti di studio, intensificheremo i controlli, promuoveremo campagne informative e cooperazione con gli operatori commerciali locali"
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