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Nave Astrea nell'AMP delle Cinque Terre

Campagna di studio dell’Habitat dell’Area Marina Protetta condotta dall’ISPRA per conto del Ministero dell’Ambiente

(Manarola - Sede, 25 Ago 16)  

Nell'ambito delle attività connesse alla Direttiva Quadro europea per la Strategia Marina (marine strategy), sono in corso attività di studio del coralligeno nelle aree marine costiere di maggiore rilievo, condotte da ISPRA per ARPA Liguria, per conto del Ministero dell'Ambiente. Le attività di studio previste quest'anno per le acque della Liguria hanno avuto inizio nell'AMP delle Cinque Terre.

I rilevamenti prevedono la raccolta di dati cartografici (mediante l'impiego di multibeam) e di immagine (mediante ROV), per aree superficiali e profonde, caratterizzate da presenza di habitat a coralligeno sufficientemente esteso, dalla profondità di 30 metri sino a quella massima di 100m, al fine di ottenere informazioni su presenza ed estensione dell'habitat coralligeno, nonché della sua condizione di salute.

"Il rilevamento della morfobatimetria sarà condotto, in Liguria, su 4 aree di circa 25 km quadrati complessivi ognuna, la prima delle quali è incentrata proprio sui fondali antistanti e limitrofi alla AMP delle Cinque Terre - spiega il dott. Tunesi Dirigente di Ricerca dell'ISPRA -  Le attività di rilevamento con multibeam sono condotte mediante l'impiego della N/O "Astrea" dell'ISPRA, dotata anche di ROV allestito con sonar e diverse videocamere ad alta definizione.

Dalle preliminari informazioni acquisite abbiamo riscontrato una situazione generale di ottima salute, caratterizzata dalla presenza di zone con coralligeno riconducibili alle zone di riserva integrale dell'AMP. In prima analisi sono stati riconosciuti segni di strascico causati da attrezzi da pesca (motopescherecci) al largo, su fondale fangoso oltre la profondità di 50 m. Da una prima analisi delle immagini acquisite non si evidenziano danni recenti alle biocenosi di pregio o tracce di intrusioni in aree sottocosta, mentre è stata rilevata la presenza di attrezzi da pesca persi (reti, nasse e lenze), probabilmente riconducibili a periodi antecedenti l'istituzione dell'AMP."

"I dati acquisiti saranno di notevole importanza per la nostra Area – dicono i tecnici dell'AMP delle Cinque Terre Massimo Andreoli e Claudio Valerani, a bordo dell'imbarcazione Astrea nel corso dei rilevamenti- perché raccolti con un metodo standardizzato a livello nazionale che consentirà all'AMP delle Cinque Terre di disporre di ulteriori informazioni aggiornate su di un habitat di particolare valenza conservazionistica".

La campagna proseguirà nei prossimi giorni nelle acque del levante genovese, dove sarà studiata anche l'AMP di Portofino, nel savonese e nell'imperiese, sino al confine di Stato

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