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A proposito di muri a secco, nel Parco delle Cinque Terre

di Vittorio Alessandro, presidente del Parco nazionale delle Cinque Terre

(Manarola - Sede-, 20 Lug 17) Nell'ambito della 41a sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale appena conclusosi a Cracovia, è stato approvato l'aggiornamento della dichiarazione di eccezionale valore universale (S'OUV) per il sito Cinque Terre, Porto Venere e le Isole.

Recentemente, inoltre, l'UNESCO ha approvato, con raccomandazioni, il nostro Piano di Gestione, ben venti anni dopo l'iscrizione del Sito tra i beni che costituiscono Patrimonio dell'Umanità.
Questa è la partita e la stiamo vincendo, benché si tratti di un percorso difficile.

Per questo non possono adottarsi scorciatoie, come quella - di cui parla il presidente Grillo - delle "terre armate" al posto dei muretti a secco, che costituiscono voce fondamentale di quel patrimonio.
Il Piano di gestione del Parco potrà, certamente, valutare se particolari punti critici impongono il rafforzamento dei muri, purché ciò non pregiudichi l'assetto del territorio sotto il profilo geologico e paesaggistico, ma una soluzione generalizzata e non condivisa con gli Enti preposti alla materia non è assolutamente pensabile.

Scorciatoie non ce ne sono, nemmeno sulla regolamentazione del turismo che, nel 1982, non fu affatto presa in considerazione, e nemmeno negli anni a seguire, fino a qualche mese fa, con tutte le critiche che inevitabilmente si alzano nei confronti di chi parla per primo di questioni scottanti e non più rinviabili.

A proposito di muri a secco, nel Parco delle Cinque Terre
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