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I Frati, il convento, il colera, la peste. Questa sera alle 21.15 presso il Convento dei Frati Cappuccini di Monterosso un viaggio fra le paure per le più grandi epidemie della storia ligure.

L'appuntamento è compreso all’interno della rassegna “Monterosso un mare di libri”

(Monterosso al Mare, 16 Ago 18) UNA SERATA DI ATMOSFERA, SORPRESE E LUCI DI CANDELA AL CONVENTO DEI CAPPUCCINI CON TESTIMONIANZE STORICHE, RIEVOCAZIONI E ACCOMPAGNAMENTO MUSICALE

Intervengono

Roberto Palumbo, autore del romanzo storico "1657. L'anno della peste"

Alberto Scaramuccia, autore di "La Spezia ai tempi del colera"

Danilo Francescano, storico

Partecipa Padre Vittorio Casalino, Direttore del Museo Beni Culturali Cappuccini di Genova

Accompagna la serata il M° Vincenzo Magnano, mandolino


A metà Seicento la peste irrompe nel territorio della Repubblica di Genova. Dapprima devasta la capitale uccidendo i due terzi della sua popolazione, poi raggiunge anche tutto il Levante fino a La Spezia. Il morbo getta tutti nel panico, non ci sono rimedi e il suo effetto è devastante. Due secoli dopo le epidemie di colera interessarono nuovamente il territorio in anni diversi causando di nuovo mortalità. Da sempre i Frati Cappuccini, anche di manzoniana memoria, sono stati vicini sia agli appestati che ai colerosi portando non solo sollievo spirituale, ma anche aiuti concreti.  

ROBERTO PALUMBO

Laureato con lode in storia presso l'Università di Genova si è dedicato allo studio dei sistemi di comunicazione e della viabilità nella Repubblica di Genova pubblicando una serie di saggi sulla via Aurelia sulla strada dei Giovi, della Bocchetta e di Cento Croci. In seguito, si è concentrato sullo studio del sistema sanitario nella Repubblica di Genova nel Seicento pubblicando un lavoro sulla propagazione dell'epidemia di peste del 1656/ 57 nella Riviera di Levante. In narrativa ha esordito con "Fango cronache di un'alluvione" e il romanzo storico "1657 l'anno della peste ", opera con la quale ha conseguito il prestigioso premio internazionale Pegasus 2018. 

 

ALBERTO SCARAMUCCIA

E' un pensionato settantunenne che s'interessa alla storia del territorio che abita su cui compie indagini e ricerche che contribuiscono a colmare qualcuno dei tanti buchi neri esistenti nella conoscenza del passato della Spezia. Nel prossimo autunno è prevista l'uscita nelle librerie di "Spezia 1918 - la città nella vittoria", ultimo atto della pentalogia che lo ha impegnato negli ultimi anni allo scopo di scattare una fotografia che ancora mancava nell'album della memoria locale: la ricostruzione particolareggiata del territorio spezzino negli anni della Grande Guerra. Collabora stabilmente con il giornale "Città della Spezia"; ha tenuto una rubrica su "Il Secolo XIX" su cui sono comparsi oltre cento articoli; è intervenuto in più occasioni su "Gazzetta della Spezia & Provincia". Nel 1884-86 quando il territorio spezzino venne funestato da epidemie di colera: il suo libro "La Spezia ai tempi del colera" contiene i risultati di un'indagine condotta sull'analisi dei documenti dell'epoca.

DANILO FRANCESCANO

Laureato in storia con una tesi sui giochi olimpici antichi, ha recentemente contribuito alla cura dell'importante convegno "Monterosso: la riscoperta dell'antico" che ha visto la partecipazione di alcuni tra i massimi archeologi italiani. Autore di svariati articoli e saggi, si è anche dedicato allo studio della storia locale

I Frati, il convento, il colera, la peste. Questa sera alle 21.15 presso il Convento dei Frati Cappuccini di Monterosso un viaggio fra le paure per le più grandi epidemie della storia ligure.
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