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Inquinamento da bollino rosso nell’area del Parco Nazionale del Circeo. Servono interventi urgenti

L'opinione di Franco Brugnola

(16 Luglio 2016) Molti bagnanti si sono lamentati di recente per l'acqua del mare davanti a Sabaudia che non è proprio limpida e alcuni cittadini anche per quella del lago, ancora "sporca" e spesso maleodorante. Di recente è stato sottoscritto tra il Comune di Sabaudia, l'Ente Parco Nazionale del Circeo, il Consorzio di Bonifica, l'ARPA, la Comunione Eredi Scalfati, ecc. un Protocollo d'intesa per la gestione del lago di Paola e dei canali emissari che è un importante passo avanti rispetto al passato; ma che deve rappresentare il punto di partenza per affrontare nella sua complessità un problema molto più vasto che coinvolge tutto il bacino idrologico che dai Monti Lepini arriva al mare. Ho inviato in questi giorni al Ministero dell'ambiente e per la tutela del territorio e del mare, alle Direzioni regionali ambiente e agricoltura, alla Provincia di Latina, al Comune di Sabaudia, all'Ente Parco, al Consorzio di Bonifica, alla ASL, all'Istituto Zooprofilattico sperimentale delle regioni Lazio e Toscana, ecc. una lettera per sollecitare interventi per ridurre l'inquinamento e la presenza di pesticidi nelle acque superficiali e sotterranee dell'area del Parco nazionale del Circeo, oggetto di un recente rapporto dell'ISPRA che gli ha assegnato un bollino rosso.
Tra l'altro ho proposto che gli enti interessati (Comune, Parco, Provincia) presentino un progetto per ottenere un finanziamento europeo nell'ambito degli obiettivi "Horizon 2020" per avviare un percorso condiviso con gli agricoltori della zona per sostenere (anche economicamente) la riduzione dell'uso dei pesticidi.

L'uso di fitofarmaci, più comunemente chiamati "pesticidi" all'interno del Parco nazionale del Circeo non è solo un problema per l'eutrofizzazione del lago di Paola e per l'inquinamento in alcune zone della falda acquifera, ma può rappresentare anche un pericolo per la salute in primo luogo per gli agricoltori ma anche per le loro famiglie e gli abitanti delle aree contigue ai campi lavorati.Il Ministero dell'ambiente con il D.M. 10 marzo 2015 ha fissato le Linee guida di indirizzo per la tutela dell'ambiente acquatico e dell'acqua potabile prevedendo la riduzione dell'uso di prodotti fitosanitari e dei relativi rischi nei Siti Natura 2000 e nelle aree naturali, ma ancora non è stato fatto nulla. Raggiungere l'obiettivo di una produzione indenne da residui di pesticidi potrà portare anche all'attribuzione ai prodotti locali di un marchio di genuinità con ricadute economiche positive per l'economia e per il lavoro.


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Fonte: www.online-news.it

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