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Sabaudia, blitz dei carabinieri: "Abusi edilizi anche nel lido gestito dall'Esercito"

La Procura indaga su un ristorante costruito sulla duna protetta. Nel mirino anche altre strutture realizzate fuori dal tratto di spiaggia storicamente occupato dai militari

(22 Agosto 2018) Nella stagione balneare in corso, a Sabaudia, le indagini sui lidi non si fermano davanti a niente e nessuno. Questa mattina, su ordine della Procura della Repubblica di Latina, un blitz è stato così compiuto anche nello stabilimento dell'Esercito. Nella città delle dune quella dei militari dell'artiglieria è una presenza storica e da anni gli stessi godono di un tratto di spiaggia.

Una porzione di arenile nella zona centrale del lungomare, che grazie a un decreto del presidente del Consiglio dei ministri è inquadrata come zona militare e consente agli artiglieri di gestirla senza dover chiedere le varie autorizzazioni come i comuni concessionari. Dopo aver preso in affitto un terreno sovrastante la spiaggia, dunque una parte di duna, i militari hanno però installato anche lì varie strutture, tra cui un ristorante, e realizzato un'area parcheggio.

Interventi compiuti nel cuore del Parco Nazionale del Circeo e che gli investigatori sospettano essere stati eseguiti a suon di abusi. Questa mattina nel lido militare si sono così presentati i carabinieri forestali di Sabaudia, quelli del Nipaf di Latina, i militari dell'Arma del comando interno alla stessa Artiglieria e i tecnici del Comune, che hanno eseguito un sopralluogo e compiuto diverse misurazioni, per appurare che anche in riva al mare gli artiglieri non abbiano occupato un tratto di arenile superiore a quello dato loro in concessione. Un intervento effettuato su delega del sostituto procuratore Giuseppe Miliano, che anche sullo stabilimento dell'Esercito ha avviato un'indagine.

Altri controlli sono inoltre stati compiuti in questi giorni da parte dei carabinieri forestali di Sabaudia in altre strutture balneari e, in base ad alcune indiscrezioni, dopo quelli compiuti al "Bounty" e a "Le Vele", due attività di noleggio attrezzature balneari che secondo gli inquirenti sarebbero state illecitamente trasformate in stabilimenti, sarebbero in arrivo altri sequestri.

In assenza di un nuovo piano di utilizzo degli arenili, molte sono le attività balneari all'ombra del promontorio del Circeo che hanno iniziato a offrire una serie di servizi e a compiere vari ampliamenti in un modo che oggi gli investigatori bollano come abusivo. Le stesse che per anni hanno goduto di tolleranza, dove particolari contestazioni e controlli non sono stati compiuti. Poi quest'anno, dopo un esposto contro il "Bounty", in cui si stavano riversando migliaia di vacanzieri, e il blitz, il padre del gestore dello stesso "Bounty" ha presentato a sua volta una serie di esposti e continuare a ignorare lo stato delle diverse attività balneari non è più stato possibile. Ma come ipotizzato da tempo Ferragosto è passato senza altri sequestri e anche se ora scatteranno i sigilli ai più non faranno ormai troppo male.

 

 


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Fonte: La Repubblica

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