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Lago di Paola, esposto alla Corte dei Conti

Il senatore Moscardelli chiede alla magistatura contabile di verificare a gestione delle acque e l'eventuale danno erariale

(09 Giugno 2019) Un esposto alla Corte dei Conti per riaprire il decennale caso della gestione del lago di Paola. L'atto è stato depositato dal senatore Claudio Moscardelli, Amedeo Bianchi, Rodolfo Carelli, Nello Ialongo e Giacomo Emilio Curatulo. Alla magistratura contabile viene chiesto di accertare «se la gestione del lago di Paola si svolga nel rispetto della legge e degli interessi finanziari pubblici e, in caso negativo, di adottare provvedimenti necessari per recuperare le somme dovute a far data dall'accertamento del danno erariale».
Prima di arrivare a questa conclusione l'esposto ripercorre la lunga e complessa vicenda giudiziaria legata alla proprietà, privata o pubblica, del lago di Sabaudia facendo riferimenti anche al problema della gestione. Ma soprattutto citando alcuni precedenti, anche recenti, relativi a casi simili affrontati in altri tribunali. Come la sentenza del Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche della Campania del 2010 con la quale il lago di Lucrino, nel comune di Pozzuoli, è stato dichiarato pubblico con la qualità di demanio idrico. O la posizione del Consorzio Irrigazioni Bellunesi: «Sulla base della legge Galli, a prescindere da precedenti diritti, tutta l'acqua, ovunque essa si trovi, è bene indisponibile dello Stato. L'unica eccezione, è rappresentata dall'acqua di pioggia direttamente raccolta nelle cisterne per scopi potabili».
Secondo l'esposto la legge «ha comportato, in definitiva, che anche le acque non contemplate negli elenchi del R.D. 1775/1933 siano diventate pubbliche, ed il loro utilizzo soggetto a specifica concessione». La Provincia di Treviso, nel 2012, su richiesta dei Comuni di Tarzo e Revine Lago, deliberò a favore della natura demaniale dei laghi di Revine.
Esempi e casi diversi che, seppur non facendo giurisprudenza in alcun modo, secondo gli autori dell'esposto meritano di essere considerati. «È fatto inoppugnabile - scrivono - che se il lago fosse stato ritenuto privato il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche avrebbe dichiarato la propria incompetenza. Va sottolineato che la sentenza del T.S.A.P. riguardava un ricorso del Comune di Sabaudia contro gli atti del Presidente dell'Ente Parco Nazionale del Circeo, che disciplinavano la navigazione nel lago. Sul punto è opportuno precisare, diversamente da quanto sostenuto da una certa tradizione orale, che avverso la sopra citata sentenza del T.S.A.P. la Comunione dei beni ereditari dell'avv. Giulo Scalfati ha proposto impugnazione conclusasi con la Sentenza della Corte di Cassazione, Sezioni Unite, n. 5992/2012, la quale non ha mai inteso escludere la demanialità idrica del Lago di Paola».
Ora sarà la Corte dei Conti a valutare il quadro complessivo per stabilire se effettivamente si possa ipotizzare un danno erariale.


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Fonte: Il Messaggero

Lago di Paola
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