Vai alla home di Parks.it
 

Delfino spiaggiato, forse fatale il «fattore umano»

L’esemplare potrebbe essere lo stesso “soccorso” a Fondi Il biologo: «I bagnanti non devono cercare di “fare qualcosa” »

(09 Luglio 2020) Un delfino, ormai senza vita, è stato trovato spiaggiato martedì sera sull'arenile di San Felice Circeo, fra gli stabilimenti "Lisa" e "Miramare". Ieri mattina il sopralluogo della capitaneria di porto di San Felice sotto il coordinamento dell'ufficio circondariale di Terracina, dell'Arpa e della Asl e solamente ulteriori accertamenti potranno fare luce sulle cause del decesso. Tra le ipotesi, quella del contagio da morbillo e forse anche una poco "oculata" azione da parte dell'uomo. Già, perché è stato supposto (ma non c'è la certezza, non essendoci segni inequivocabili per l'identificazione) che si tratti dello stesso mammifero che era stato avvistato in località Tumulito a Fondi nei giorni scorsi. Un esemplare che nuotava con difficoltà nei pressi della riva e che era stato "aiutato" da alcuni bagnanti a raggiungere il largo. Un gesto compiuto con tutte le buone intenzioni del caso, ma che potrebbe invece produrre effetti opposti rispetto a quelli desiderati. Lo spiega chiaramente il dottor Valerio Manfrini, biologo del Centro Studi Cetacei Onlus. «L'esemplare che si è spiaggiato a San Felice Circeo è un maschio di stenella striata. Alla nascita questa specie misura in media 90 cm mentre gli adulti possono superare di poco i 2 m. Le stenelle striate formano gruppi di numerosi individui e sono pelagiche vivono cioè in alto mare. Non ho la certezza che si tratti dello stesso esemplare avvistato vivo un paio di giorni fa a Fondi. Indipendentemente da ciò, quando una specie pelagica di cetaceo si avvicina sotto costa significa che ha gravi problemi di salute e cerca le acque basse per respirare meglio. Ricordo, infatti, che i cetacei hanno i polmoni e respirano aria grazie allo sfiatatoio, il foro che si trova sull'apice della loro testa. Non si deve mai portare al largo un cetaceo in difficoltà che si avvicina alla costa, salvo rari casi e comunque solo in presenza di personale competente. Ciò che si deve fare in questi casi è avvisare immediatamente la Guardia Costiera che contatterà gli esperti. I bagnanti, anche se animati da buoni propositi, non devono cercare di "fare qualcosa" a tutti i costi come toccarlo, prenderlo e trasportarlo al largo. Sono tutte azioni che, fatte da non addetti ai lavori, aumentano lo stress dell'animale e peggiorano il suo quadro clinico oltre che essere pericolose per chi le attua. I cetacei sono animali selvatici, potrebbero essere vettori di malattie e sono anche protetti da normative nazionali e internazionali, pertanto solo le persone autorizzate e competenti possono intervenire». l



Fonte: Latinaoggi.eu

share-stampashare-mailQR Codeshare-facebookshare-twitter
© 2024 - Ente Parco Nazionale del Circeo