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Parco nazionale del Circeo, daini a rischio abbattimento. "Sono troppi, tolgono il pascolo alle lepri"

(24 Novembre 2020) Daini contro lepri. All'interno del Parco Nazionale del Circeo c'è in atto un vero e proprio scontro per la sopravvivenza e l'ente che gestisce l'area protetta, chiamato a fare da arbitro, difende la "squadra di casa".

Gli ungulati sono stati introdotti negli anni '50 nella foresta demaniale nota come Selva di Circe, uno dei rari esempi meglio conservati e più estesi di foresta di pianura esistente in Italia, dove da sempre invece vivono lepri italiche, istrici, moscardini e testuggini. I daini, in base all'ultima stima fatta quest'anno dal Parco Nazionale del Circeo, sono ormai ben 1.767, il 39% in più nell'arco di cinque anni.

Troppi nei 3.300 ettari di foresta, dove divorano tutte le piante a portata di muso. E nel frattempo proprio le lepri, una specie endemica dell'Italia centro-meridionale e della Sicilia presente nell'area protetta con una piccola popolazione, dagli ultimi monitoraggi sono in "preoccupante declino". L'Ente Parco ha deciso di correre ai ripari, sostenendo che "la biodiversità della foresta demaniale è in pericolo".

Via dunque con le catture e se non dovesse bastare largo alle doppiette. Quando nei mesi scorsi è stato avviato il piano per ridurre il numero di ungulati ci sono state diverse proteste da parte di cittadini che si sono schierati contro gli abbattimenti. In molti non hanno accettato che quegli animali così simili a Bambi finissero sulla brace.

Ora però, per il Parco, non c'è più tempo da perdere. "L'elevato pascolo e l'alta pressione di brucatura determinano una riduzione nella ricchezza delle comunità biologiche ed una perdita della qualità dell'habitat che può portare anche a diffuse estinzioni a scala locale di specie vegetali di pregio", precisa l'Ente gestore.

Il Parco precisa quindi che "darà priorità alle soluzioni non cruente", partendo dal trasferimento dei capi sterilizzati in recinti a scopo ornamentale o in recinti in aziende agri-turistico-venatorie, ma aggiunge che "se ciò non dovesse essere sufficiente a raggiungere gli obiettivi condivisi anche con il Ministero dell'Ambiente, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e la Regione Lazio", verranno messe in atto anche altre soluzioni che, "seppure sembrino più drastiche, sono già messe in campo in altre aree protette per la gestione degli squilibri ecologici causati da elevate densità di alcune specie". E a breve verranno pubblicati i bandi per ridurre il numero di ungulati dalla foresta


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Fonte: La Repubblica

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