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Parco Nazionale del Gargano



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  Notiziario Ufficiale del Parco Nazionale del Gargano
Anno V - Numero 2 - Febbraio 2003

Notizie dall’Osservatorio

A cura di Maurizio Gioiosa e Matteo Caldarella dell’Osservatorio Naturalistico del Parco

uccelli svernanti

Censimenti degli uccelli svernanti: i primi dati

Con l’inizio del nuovo anno fra le consuete attività svolte dall’osservatorio naturalistico, i censimenti degli uccelli acquatici svernanti, mettono in risalto l’importanza che il Parco riveste a livello internazionale per la presenza di zone umide che ospitano migliaia di uccelli, riportiamo solo alcuni dei dati come i circa 1.500 cormorani conteggiati sui dormitori della laguna di Varano e le oltre 6.000 folaghe della laguna di Lesina. Inoltre nel comprensorio “Lago Salso - Palude di Frattarolo”, oltre a fischioni, folaghe e alzavole sono state osservate anche specie meno frequenti e rare come: sette mignattai, un fistione turco e due nordiche pesciaiole. Nei prati umidi e negli acquitrini formatisi accanto a queste paludi chiurli e pavoncelle, alzavole e germani, aironi bianchi maggiori e cenerini si affollano alla ricerca di cibo per la gioia dei birdwatchers e degli amanti della natura come i bambini e i ragazzi di numerose scuole che possono osservare numerosi questi bellissimi uccelli.

foto inverno

Calamità naturale o artificiale? I paradossi del problema idrico

Le piogge, mai così abbondanti, hanno caratterizzato il clima del mese di gennaio con le inondazioni venute alla ribalta delle cronache. A causa della rottura degli argini del torrente Cervaro sono state allagate le campagne da Foggia alle porte del Parco, è bene però riflettere seriamente sulle vere cause di queste catastrofi che comportano tanti danni materiali e tanto disagio alle popolazioni (oltre a costi notevoli per la collettività). Allora la colpa è degli alberi cresciuti lungo l’alveo o dell’immondizia buttata nei torrenti?. Ancora: i corsi d’acqua hanno la possibilità di espandersi in sicurezza in caso di piena o sono costretti in argini stretti e alti che non fanno altro che accelerare la velocità e la forza dell’acqua?. In quei giorni difficili, sui vari mezzi di comunicazione, a queste semplici domande hanno fatto eco risposte a volte anche assurde e ci auguriamo dettate solo dall’emergenza. Ma allora la più semplice delle risposte non è forse quella di restituire ai torrenti un aspetto più naturale, più simile a quello originario, allargando gli argini in modo da ricostituire le aree di espansione che un malgoverno (o abbandono) del territorio ha distrutto in favore di pochi e di un agricoltura di rapina mettendo in ginocchio poi, in occasioni come questa, centinaia di famiglie di agricoltori e allevatori?

Abbondanza d’acqua: gli Anfibi ringraziano!

Anche i boschi hanno beneficiato di questa abbondanza idrica, la vegetazione la prossima primavera sarà ancora più rigogliosa mentre i cutini e le piscine, pieni d’acqua, offriranno agli anfibi aree sicure per la riproduzione dopo due lunghi anni di siccità. Così, nonostante il freddo e le prime nevicate, in quei pochi decimetri d’acqua i tritoni italici cominciano le parate finalizzate alla fecondazione delle uova.

Fauna

Lotta contro il bracconaggio

Come testimonia l’immagine della traccia di un cinghiale ferito sulla neve di febbraio, nonostante l’impegno dell’Ente con gli sforzi e i recenti encomiabili successi del CTA per eliminare la piaga del bracconaggio, purtroppo si continuano a registrare questi illeciti con numerose segnalazioni che ci pervengono da turisti, agricoltori, allevatori ed altri onesti cittadini del parco. Molti si augurano che le indispensabili azioni di controllo del territorio e di repressione degli illeciti siano sempre più sostenute e confortate da altrettanto forti azioni di tutela degli interessi del Parco a livello giudiziario per evitare di vanificare ogni sforzo e far si che ogni reato sia seriamente punito. Un’altra considerazione da fare è che sicuramente persone che sparano ad un cinghiale a febbraio non hanno nessun interesse a migliorare né la propria terra né se stessi; a proposito: in questo periodo le femmine di cinghiale sono tutte con i piccoli in allattamento o gravide. Speriamo che questa immagine serva a far comprendere soprattutto ai cacciatori onesti (e chissà forse a qualche bracconiere non convinto), come sia importante anche il loro impegno per la conservazione della fauna come patrimonio di un territorio che, se governato con delle buone regole e difeso dagli abusi, può essere migliore per tutti. Due esempi: un maggiore controllo del “loro” territorio e forti pressioni per giungere ad una gestione seria delle aree contigue, come succede in altri parchi, sono semplici azioni che potrebbero trasformare il cinghiale da specie potenzialmente problematica in una reale risorsa per il territorio.

I primi "ospiti" del Centro Fauna Selvatica

Il Centro Fauna Selvatica, in corso di completamento, sta già offrendo i suoi servizi per l’avifauna, così alcuni uccelli selvatici hanno cominciato a frequentare le aree faunistiche. Il primo ospite è sicuramente una femmina di fagiano che quasi giornalmente è avvistabile lungo la recinzione, ma anche martin pescatori, aironi cenerini e per ultimo uno stupendo esemplare di tarabuso hanno fatto mostra di sé all’interno del recinto più grande. Ci auguriamo che tali presenze siano di buon auspicio per questo centro il cui ruolo sarà fondamentale per la conservazione della fauna nel Parco.