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Parco Nazionale del Gargano



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  Notiziario Ufficiale del Parco Nazionale del Gargano
Anno V - Numero 3 - Marzo 2003








Dai Comuni del Parco

Mattinata
Una passeggiata tra i panorami incantevoli guidati da Filippo Mantuano

Chi l’ha detto che fare escursioni su e giù per le valli e le montagne del Gargano è solo roba praticabile d’estate? Può andar bene anche ogni giorno, ogni mese dell’anno perché “... qui ogni stagione ha il suo fascino e il suo suggestivo gioco di colori: Mattinata è bellissima dodici mesi all’anno“. Non è un caso che uno slogan, in verità azzeccatissimo, di qualche tempo fa, coniato dall’allora pro-loco Matinum suonava pressappoco così: “Mattinata, il piacere di ogni stagione”. Il paesaggio della Farfalla Bianca, per grazia ricevuta, continua a stupire. Sempre. Basta seguire il manipolo di incalliti e instancabili camminatori delle montagne, tutti del posto, di rado capita qualche forestiero perché è inverno. La loro guida è Filippo Mantuano (nella foto in alto con due turiste tedesche) un quarantacinquenne, sposato, figli, titolare della cartolibreria più “vivace”, culturalmente, di Mattinata. Una grande popolarità fra i vacanzieri, in particolare fra gli habitué della Farfalla Bianca. D’estate li scorazza per tutto il territorio. D’inverno, per non perdere il passo, si dedica agli autoctoni. Un cultore, e preservatore, delle bellezze, dei sapori, delle sensazioni e delle tradizioni. Lui e i suoi seguaci sembrano la riedizione moderna e aggiornata dei “pastori dell’800”, potrebbero essere definiti quasi i “pastori erranti del Gargano”. Non hanno mandrie da governare, ma un bagaglio virtuale da riempire, con le emozioni, pescate qua e là, fra dirupi e vallate, fra costoni rocciosi e panorami incantevoli. Il contatto con la natura riempie i polmoni, inebria la vista, rallegra lo spirito. Emozioni che si sprigionano dalle viscere di un paesaggio straordinario. E proprio come i pastori di un tempo, battono le mulattiere di una volta,, ormai ricoperte e invase dalla folta vegetazione che rende il transito quasi impossibile. Bisogna districarsi dagli arbusti come se si fosse in mezzo alla giungla. Le mulattiere bisogna individuarle ad occhio nudo e spesso il compito è improbo. Mantuano pesca nella saccoccia dei ricordi. Il senso dell’avventura è completo e palpabile. Partono ogni qualvolta ne avvertono l’esigenza. Per ritemprarsi dallo stress, per abbeverarsi al solco spontaneo e benefico della natura, per sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda, ascoltarne i battiti, i respiri. Perché il Gargano è un profondo respiro di magia che ammanta oltremisura i visitatori. Ogni giorno della settimana va bene per le escursioni. Un fischio, il raduno e si parte. Si sfida sovente il freddo, come di questi empi. Si visita l’Abbazia in rovina alla Sperlonga, ci si inerpica sul costone che porta sopra la Scarpetta d’Oro, una piccola terrazza naturale di verde, assisa tra le alture, consente un rapido bivacco. E la possibilità di ammirare un panorama inebriante. In lontananza, ai margini dell’orizzonte quasi si scorge la costa barese. Poi si riprende. E giù a scendere, per la mulattiera di turno, fino alla valle di Sant’Antonio. Una chiacchiera con i casuali avventori e poi su, nuovamente si risale. Si costeggiano le alture, dirimpetto al quartiere Chicco, si bypassa la zona del Bacino, e per incanto ci si ritrova nei pressi della zona Giorgio. L’uscita sbuca davanti alla galleria San Benedetto: Mattinata è stata attraversata da Nord a sud, da est ad ovest: si è fatto il pieno di emozioni, di angolazioni e visuali di struggente suggestione. Qualcuno del gruppo esclama: “siamo fortunati, e non lo sappiamo, a vivere in questi posti così stupendi...”.

Francesco Trotta





Manfredonia
È monsignor D’Ambrosio il nuovo Arcivescovo della Diocesi garganica

Domenico D’Ambrosio è il nuovo arcivescovo dell’Arcidiocesi del Gargano, il primo della nuova circoscrizione ecclesiastica di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo. Per D’Ambrosio si tratta di un ritorno visto che aveva iniziato il suo cammino sacerdotale proprio da Manfredonia e San Giovanni Rotondo dove ha vissuto momenti bellissimi.
È arcivescovo dal 1989 e ha svolto l’attività apostolica nelle diocesi di Termoli-Larino e Foggia Bovino. Succede a mons. Vincenzo D’Addario passato alla Diocesi di Teramo-Atri.

Monte Sant’Angelo
Eletto il vice presidente della Comunità del Parco

La comunità del Parco Nazionale del Gargano, presieduta da Antonio Squarcella sindaco di San Giovanni Rotondo, riunitasi lo scorso 3 marzo a Monte Sant’Angelo, ha espresso parere favorevole al conto consuntivo del 2001 e alla variazione al bilancio di previsione 2002. L’assemblea ha votato i due accapo all’unanimità con la sola astensione del Comune di San Marco in Lamis. Rinviata alla prossima riunione la discussione del bilancio di previsione 2003. All’unanimità la Comunità del Parco ha eletto il suo vice presidente nella persona di Carmine D’Anelli, primo cittadino di Rodi Garganico, e ha provveduto a sostituire il Sindaco di Mattinata Angelo Iannotta, dimissionario, con il consigliere Michele Falcone, sempre di Mattinata, in seno al Consiglio Direttivo dell’Ente Parco.
La Comunità del Parco è l’organo assembleare che riunisce tutti gli Enti interessati al Parco (18 comuni, 1 comunità montana, 1 provincia, 1 regione).




Correva l'anno ...

Si chiamava Paolino e girava per le strade del centro storico di Vico del Gargano suonando la sua trombetta d’ottone e gridando a tutta voce le brevi frasi che servivano ad attirare l’attenzione della gente. Eccolo al lavoro in due foto del 1964: “Pe-Peee!! La megghije lane! Accattateve la lane ca’ jè bone!” Una figura antica quella del banditore, un mestiere curioso, spesso tramandato di padre in figlio. Le notizie dovevano arrivare ad ogni angolo del paese e lui sotto e sopra, avanti e indietro a gridare instancabile notizie belle e notizie brutte. Paolino, in cambio di pochi soldi, annunciava di tutto: ordinanze comunali, nascite, funerali, feste patronali, vendite speciali. Strumenti del mestiere solo una trombetta e la voce. Matteo Salvatore ha ricordato questa figura del costume garganico in una delle sue più conosciute canzoni che comincia proprio così:” Popolo de’ lu pajese, sentite, sentite, sentite!” Prima dell’arrivo delle “diavolerie” tecnologiche del novecento, la diffusione di notizie nei piccoli paesi del sud era affidata soprattutto ai banditori. Con l’aiuto di tamburi, di trombe o di trombette richiamavano l’attenzione della gente per annunciare poi la “nova”, la notizia. Retaggio di tradizioni medioevali, ma anche necessario strumento per contattare in modo rapido la gente, questo antico mestiere, a Vico del Gargano, è finito già da molti anni con la morte di Paolino “’u bannitore”.

di Ferruccio Castronuovo