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Parco Nazionale del Gargano



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  Notiziario Ufficiale del Parco Nazionale del Gargano
Anno V - Numero 3 - Marzo 2003




Vico del Gargano, Gae Aulenti e il progetto di “albergo diffuso”

Una platea stracolma di gente giunta a Vico da ogni luogo della Capitanata, ha preso parte al talk show organizzato dall’Amministrazione comunale di Vico del Gargano in occasione della presentazione dell’idea-progetto di un albergo diffuso nel centro storico della cittadina del Parco Nazionale del Gargano. Un’idea che ha coinvolto amministratori, tecnici e semplici cittadini, ma che ha particolarmente affascinato lei, la grande firma dell’architettura mondiale, Gae Aulenti (nella foto a sinistra con Matteo Fusilli). “Un idea che ben si coniuga con il verbo fare – ha più volte ribadito l’architetto milanese – non si tratta di utopia ma di un progetto che si può e si deve realizzare in un luogo a dir poco straordinario: non solo la bellezza del borgo antico, ma anche l’oasi agrumaria che il Parco ha recuperato e valorizzato. Vico tra collina e mare rappresenta la vostra grande fortuna, la vostra ricchezza – ha detto Aulenti nel corso della conferenza. Un centro storico che riceverebbe dal restauro delle case abbandonate un insegnamento di come si restaura un agglomerato di case antiche. Nel contempo, lungo la costa, si deve pensare a realizzare nuovi servizi, molto più controllati per non distruggere il rapporto tra il Parco e la zona agricola che si estende fino giù al mare e per incentivare quel tanto reclamizzato turismo culturale che genererebbe una situazione di indotto dai risultati economici poco indifferenti. Ci vorranno molti soldi? Guardate – ha aggiunto – i fondi arrivano solo per i progetti che assumono finalità paesaggistiche e non per la costruzione di mega strutture. Solo il buon rapporto uomo-ambiente non manomette il paesaggio”. Gli fa eco l’urbanista Tano Lisciandra. “Poche cose compromettono il territorio: una di queste è il turismo di massa. Il Gargano possiede grandi bellezze naturalistiche, storiche, culturali, archeologiche che oltre a rappresentare il volano dell’economia di questo territorio fungono anche da controllo al paesaggio”. Pienamente soddisfatto il Sindaco di Vico Pierino Amicarelli. “L’idea è di tutti, non solo la mia. Difficile da realizzare ma non impossibile. È questione solo di mentalità, che dobbiamo far cambiare ai nostri concittadini ai quali mi appello affinché non si lascino depistare: nessuno di noi ha intenzione di rubare case nel centro storico, ma solo voglia di cambiare il tessuto socio-economico di questo paese”. Antonio Mazzamurro, Presidente della Comunità Montana, afferma che “l’Ente montano sarà fortemente impegnato affinché questo progetto si realizzi”. Anche il Presidente dell’Ente Parco Matteo Fusilli, intervenendo al dibattito ha confermato il pieno sostegno all’iniziativa, ribadendo ancora una volta che sono queste le cose che porteranno il Parco a diventare Patrimonio dell’Umanità. “Questo territorio deve svilupparsi investendo soprattutto sulla tutela del ricco e variegato patrimonio ambientale e culturale, e per fare questo c’è bisogno della presenza dell’uomo. Quello stesso uomo che tanti anni fa ha costruito con maestria il borgo antico di Vico. La missione del Parco Nazionale del Gargano non è quella di porre limiti allo sviluppo ma di sviluppare la coscienza che vi è un limite allo sviluppo, oltrepassato il quale è compromessa ogni possibilità di sviluppo”.
Dopo la convenzione stipulata con l’architetto Gae Aulenti, la stessa Amministrazione comunale di Vico del Gargano costituirà il laboratorio che sarà composto da tecnici locali coordinati da Potito Belgioioso e Franco Delli Muti. Entro giugno, l’Aulenti elaborerà e presenterà il progetto di massima dell’albergo diffuso.

Saverio Serlenga




Gae Aulenti ospite del “Casino Ventrella” a Ischitella

Solitamente, al maestoso cancello di quello che, un tempo, fu il Casino di caccia dei potenti principi Pinto, l’attuale proprietario, Claudio Marcello Ventrella accoglie gli ospiti d’eccezione con le suggestive note delle Quattro Stagioni di Vivaldi. È toccato anche a Gae Aulenti godere di queste musicali suggestioni. Il 14 febbraio arriverà qui insieme all’urbanista Gaetano Lisciandra, per presentare nella vicina Vico del Gargano il suo Progetto di Albergo diffuso, che prevede la riqualificazione del centro storico, nel contesto di un’oasi ecologica, tra collina e costa, un percorso confluente a Vico del Gargano. Matteo Fusilli, presidente del Parco del Gargano, è entusiasta: “ Gae Aulenti, saprà porre, come ha fatto altrove, la base per uno sviluppo di qualità del turismo internazionale dell’area protetta”. Il Gargano si presta per l’individuazione di zone molto interessanti da un punto di vista paesaggistico, dalla pineta Marzini all’oasi agrumaria. Da Vico si domina l’intera vallata, fino al mare; nella parte agrumetata, vi sono notevoli emergenze ambientali ed architettoniche: sorgenti, mulini ad acqua, chiese rurali, casini fortificati. Vi spiccano decori neoclassici, ma anche elementi legati al ricordo delle scorrerie turche che interessarono, a più riprese, le coste del Gargano. Qualche dimora signorile, realizzata alla fine del Settecento, testimonia l’eccezionalità dei luoghi. Luoghi -gioiello sconosciuti ai più. Come il casino di caccia di Niunzi, dove Gae Aulenti ha soggiornato nei giorni di San Valentino. Il Casino Ventrella è un edificio di fine Settecento, passò dai principi Pinto ai Ventrella nel 1822. Fu progettata da Carlo Vanvitelli, l’architetto che ultimò la Reggia di Caserta. Tutti gli affreschi sono firmati da Nicola Mascialino, che lavorò anche nella cattedrale di Martina Franca, per i teatri di Gioia del Colle e Putignano e per diversi palazzi nobiliari a Bari. Ne “I Pittori dell’Ottocento italiano”, è l’unico decoratore pugliese citato.

Suites per celebrità 

Nel Casino di caccia di Vanvitelli hanno dimorato personaggi famosi, tra i quali Gioacchino Murat. Fu ospite dal proprietario, il principe Francesco Pinto, ministro della guerra di Francesco II, ultimo re di Napoli prima della conquista del Regno da parte di Garibaldi. Durante la 1ª guerra mondiale, Tommaso Ventrella, federale di Capitanata, ospitò Vittorio Emanuele III, in missione all’Idroscalo di san Nicola Imbuti sul Varano.  Tra gli ospiti recenti: Pippo Baudo, Katia Ricciarelli, Aldo Cosentino, Ermete Realacci, il ministro Alemanno, vari artisti italiani, oltre alle troupe di Sereno Variabile e di altre trasmissioni televisive. Memorabili le feste in maschera, organizzate da Claudio Ventrella fino a qualche anno fa, con raffinate scenografie. Vi affluivano artisti internazionali, fra cui il prestigioso Corpo di Ballo del Bolscioi di Mosca. Ospite fisso: Andrea Pazienza, il genio del fumetto che seppe fissare nelle sue strisce le inquietudini del movimento giovanile del ‘68. Vere e proprie “suites”, per un agriturismo d’èlite, sono oggi in allestimento all’interno della tenuta. Tutto risulta perfettamente a tono, gli appartamenti ricavati dall’antica colombaia e dal pollaio della residenza agreste - sono arredati con mobili napoletani e pugliesi, perfettamente restaurati.  Gli alti letti di ferro battuto oppure con testate in massello con inserti madreperlacei, sono guarniti di coperte in fibre naturali, lavorate agli antichi telai a mano. Alle pareti, quadri d’autore e ritratti d’epoca.  L’immensa sala da pranzo nei locali dell’ex vaccareccia sta per essere ultimata. Enormi travi in legno sostengono la volta. Al centro sarà posto il carro da guerra lasciato dai Borboni dopo la rivolta del 1799: sormontato da un enorme vetro di cristallo, sarà originalissimo tavolo. Nell’hangar, che ospiterà il museo, una carrozza d’epoca è perfettamente funzionante.  Fuori, preziosi stemmi nobiliari disseminati qua è là sul sapiente restauro dei muri delle varie costruzioni, un tempo dépendances del Casino di caccia e della proprietà rurale. Dalle finestre-feritoie e dai balconcini di ferro battuto si gode un panorama unico: il lago di Varano e le Isole Tremiti campeggiano sul liquido orizzonte del mare Adriatico.

Maria Teresa Rauzino




Gae Aulenti

Gae Aulenti è nota come architetto, scenografa e designer. Dopo la laurea al Politecnico di Milano, insegna alla facoltà di Architettura di Venezia, al Politecnico di Milano e dal 1969 al 1975 al Collegio di Architettura di Barcellona ed al Cultural Center di Stoccolma. Cura le scenografie del regista Luca Ronconi. Suoi gli Olivetti Shops a Buenos Aires e a Parigi ed i saloni espositivi della FIAT in varie città del mondo. Ha progettato la trasformazione della Gare d’Orsay di Parigi in Museo (1980-87), la ristrutturazione di Palazzo Grassi a Venezia (1985) e degli interni del Museo Nazionale d’Arte Moderna presso il Centro Pompidou di Parigi (1982-85). Nel dicembre 1996 ha ricevuto l’incarico per il nuovo Asian Art Museum di San Francisco; nel giugno 1997 quello della ricostruzione del Teatro “La Fenice” di Venezia. Fra i principali riconoscimenti internazionali, il titolo di Chevalier del la Legion d’Honneur (Parigi, 1987), il Praemium Imperiale per l’Architettura (Tokyo, 1991), il titolo di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana (Roma 1995).

La testimonial del progetto

Concetta Carestia è una delle 30 top-manager più importanti del mondo, nota come vice presidente della Louis Vuitton. Di origini foggiane, risiede a Parigi. Ha scelto Vico del Gargano come luogo ideale delle sue vacanze. Pause sempre fortemente rigeneranti, in una full immersion fra suggestioni ed antichi sapori dell’oasi agrumaria (immancabile, nel suo bagagliaio, un cesto di fragranti pomi citrini del Gargano). Per Concetta Carestia, il centro storico di Vico è un vero e proprio “scrigno”, un gioiello urbanistico ancora tutto da valorizzare, per un’ospitalità diffusa d’élite, a dimensione umana. Il progetto è già stato attuato con successo nei borghi antichi sulla Costa Azzurra. Il target non è la massa, ma turisti alla ricerca di qualcosa di diverso dagli anonimi villaggi-vacanza mediterranei. Non non solo sole/mare/monti, ma anche storia, tradizioni e cultura. Nel centro pulsante del piccolo borgo antico, a stretto contatto con i residenti. Ma anche nel silenzio dell’Oasi agrumaria del Gargano.




Vico e il Gargano Aulenti…ssimi

Ora che i riflettori sull’idea-progetto di un “albergo diffuso” nel centro antico di Vico del Gargano di Gae Aulenti – l’ultima grande viaggiatrice, in ordine cronologico, sulle vie della “Montagna del Sole” – sembrano spegnersi (proprio da questo momento, invece, inizia, per raggiungere l’obiettivo, il lavorio prezioso delle istituzioni, dei tecnici, dei privati, affidato – oltre che alla “buona stella” – alle arti magiche della cosmesi diplomatica), si può tranquillamente affermare che Vico del Gargano si addice al geniale architetto. Nei giorni scorsi, infatti, Aulenti è stata accolta, accarezzata, accompagnata nei suoi momenti di studio, di esperimento, di messa a punto della sua idea-progetto che, più che un albergo del “buon vivere”, è l’aspirazione a una civiltà da salvare. E l’artista di fama planetaria ha eletto il borgo antico del piccolo centro garganico a suo buen retiro, a laboratorio privilegiato delle idee, forse a scuola permanente. Da Vico, dunque, parte un grande progetto cui si guarda con ammirazione e fors’anche con un pizzico di invidia. Si dimostra, così, che l’offerta turistica di qualità rara viene sempre dai piccoli paesi, dove l’aria è buona, la tavola eccellente, e quel po’ d’inerzia riflessiva dà profondità all’agire: il rapporto tra spazio e tempo è qui corretto, ancora presente la misura umana, largo lo spazio della speranza. Nel Gargano delle differenze e degli ossimori, il ruolo, per così dire, mecenatesco, viene assunto, oltre che dal Comune di Vico del Gargano, dalla Comunità Montana del Gargano e dal Parco Nazionale, i quali, a chiamata, hanno risposto in maniera convinta, per dare luogo a qualche cosa di unico: un “soggiorno” – come scrisse Antonio Baldini – “fuori dalle zone troppo illustrate…, una minuscola Italia di prova, ancora inedita, con degli abitanti sui generis, con un assaggio di molte se non di tutte le altre terre italiane di maggior spicco”. Un’”Italia in compendio”, dunque, ricca di boschi, di pinete, di marine, di agrumeti ancora profumati dalla canzone di Mignon, di ulivi grandi e selvaggi accuratamente coltivati: è la “voce” autentica del Gargano, impastata di fatica e, spesso, di dolore che cerca con dignitosa fermezza il proprio ruolo, la propria specificità. “Quella voce dalle cadenze eterne” – ha scritto uno studioso locale di grande talento, Filippo Fiorentino – “invoca spazi fisici e mentali che continuino a garantire coesione e crescita delle comunità”. Sappiamo bene che non mancheranno le difficoltà e che notevoli saranno gli ostacoli da superare. Ma, piace ricordare – soprattutto agli scettici di professione – che, nella vicina Cerignola ai tempi della Cavalleria rusticana, Mascagni, in una celebre romanza, cantò la “sfinge d’amore”: la margherita, l’umile fiore dei campi. “Sfoglia, sfoglia finché ne hai voglia…”, s’interroga il cuore innamorato. E se la risposta non appaga subito lo scopo, “suvvia, riproviamo…”, dice reiteratamente il canto. “Provando e riprovando” il responso sarà favorevole.
E, dunque, senza frapporre indugi, “vento alle vele” per questa affascinante, meravigliosa avventura che alimenta i nostri sogni di una Vico e di un Gargano, più che mai, Aulenti…ssimi. Ed è proprio qui che “si parrà…”.

Giuseppe Maratea
Assessore della Comunità Montana del Gargano